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di Lucilla Ricottini, Medico Chirurgo, esperta di Omeopatia, Omotossicologia, Fitoterapia.
Un giorno di qualche mese fa, reduce da una stupenda passeggiata nella foresta spoletina, ebbi la strana idea di lanciare una sorta di referendum tra famigliari e amici: “Se tu dovessi scegliere 5 alberi per salvarli dall’estinzione, quali alberi sceglieresti?”. Immaginavo, ingenuamente, facili convergenze e invece, con mia grande sorpresa, i 12 interpellati produssero 12 liste differenti: per motivazioni legate al gusto estetico o al principio di utilità, forse a ricordi personali o all’immaginario collettivo, insomma, non ci furono due persone disposte a salvare gli stessi alberi.
Così ho deciso di salvarne io uno al mese, scegliendolo in base ad un criterio di affinità tra pianta e periodo temporale. E di quell’albero vi racconterò ogni volta leggende e curiosità, ma anche il suo uso in medicina: fitoterapia, gemmoterapia e fiori di Bach.
Nel mese di Gennaio voglio salvare la BETULLA che il Italia e’ presente al Nord, soprattutto in Piemonte.
Quest’albero dall’aspetto delicato ed elegante, originario dell’Asia settentrionale e del Nord Europa, è caratterizzato da una corteccia dalle sfumature argentate che lo impreziosisce, conferendogli un aspetto decorativo.
Nel calendario celtico, che stabiliva una corrispondenza tra le specie arboree e un determinato periodo dell’anno, la betulla venne legata al mese di gennaio (periodo 25 dicembre-20 gennaio) e stava a simboleggiare sacrificio, purificazione, conoscenza, saggezza. I nati in questo periodo erano considerati molto resilienti, apparentemente fragili e bisognosi di supporto, ma poi capaci di reagire anche alle grandi avversità e di proteggere i propri cari. Poiché la betulla veniva collegata all’idea di purezza, ancora oggi c’è chi crede che dove cresce questo albero il cibo sia più sano.
In realtà la Betulla (Betula Alba) possiede numerose proprietà medicinali e, sia in fitoterapia che in erboristeria, ne vengono utilizzate gemme, foglie e corteccia. Perfino il carbone di betulla può essere utilizzato a scopo curativo, perchè ha un elevato potenziale di assorbimento e, se ben polverizzato, è di aiuto nei disturbi intestinali e nell’ avvelenamento da funghi.
Le foglie e le gemme di questa pianta sono ricche di flavonoidi ad azione antiossidante, tannini ad azione astringente ed antiinfiammatoria, oli essenziali, vitamina C e saponine.
La corteccia contiene gli “odorosi” triterpeni ad azione antisettica ed antilipemizzante, betulina (composto organico che conferisce un caratteristico sapore amaro) e ancora tannini.
Alla betulla sono quindi associate proprietà depurative, diuretiche, antisettiche e antinfiammatorie e gli usi pratici sono diversi: in inverno è un utile coadiuvante nel trattamento del mal di gola e della tosse; agevola la depurazione del corpo e favorisce la diuresi; migliora il colesterolo “buono” proteggendo le arterie e il cuore; sostiene la microcircolazione e favorisce l’eliminazione di liquidi in eccesso, con un effetto anticellulite molto gradito dalle signore. La betulla si può assumere tramite infuso o decotto delle parti sia fresche sia essiccate, che si acquistano in erboristeria. Inoltre è disponibile sotto forma di tintura madre; integratore; olio essenziale. L’assunzione più diffusa è tramite infuso, ottenuto con un cucchiaio di foglie per ogni tazza di acqua bollente: la pianta deve restare in infusione per 10 minuti prima del filtraggio. La quantità consigliata è due tazze al giorno, lontano dai pasti.
Attenzione, però! La pianta contiene salicilati e non può essere utilizzata dagli allergici all’acido salicilico; inoltre interagisce con alcuni farmaci quali gli anticoagulanti, i diuretici e i barbiturici, e quindi prima di assumerla è bene consultare un medico.
Un’ ultima curiosità, questa volta di tipo alimentare: durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il cibo scarseggiava, la corteccia di giovani alberi di betulla veniva macinata e si otteneva una sorta di farina con la quale panificare. Un albero veramente prezioso!
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