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“la revisione degli importi dei canoni demaniali marittimi, previsti nel dl agosto, rischia di costare agli operatori di pesca e acquacoltura fino a sette volte l’importo pagato attualmente”, lancia l’allarme alleanza delle cooperative della pesca , preoccupata per le possibili ricadute economiche sul settore. “un aumento ingiustificato che stride con gli interventi messi in atto per la ripartenza. pesca e acquacoltura hanno gia’ pagato un conto salato alla pandemia e ora hanno bisogno di misure che sostengano lavoro e reddito e non di aggravi di costi. cosi’ si rischia di vanificare quanto di buono fatto per ridare respiro alla filiera ittica”, spiega l’alleanza che chiede, quindi, “di escludere la pesca e l’acquacoltura dagli aumenti previsti con la revisione dei costi dei canoni”.