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“la pesca italiana ha bisogno di piu’ aggregazione e innovazione per valorizzare filiere e produzioni della flotta piu’ numerosa d’europa. per questo e’ importante rivedere la politica comune della pesca (pcp), indirizzando risorse alla creazione di ambienti di lavoro piu’ confortevoli e sicuri che possano attrarre nuova forza lavoro a bordo dei pescherecci come a terra. nei prossimi dieci anni ci sara’ bisogno di aumentare di almeno il 30% il numero degli operatori ittici lungo tutta la filiera”. lo ha affermato paolo TIOZZO, vicepresidente confcooperative fedagripesca, nel corso del convegno ‘il settore della pesca in italia e l’unione europea: sfide ed opportunita”, organizzato dal ministero dell’agricoltura in occasione della prima visita in italia del commissario europeo per la pesca e gli oceani, costas KADIS. lo rende noto un comunicato stampa di fedagripesca. “un rilancio della competitivita’ della pesca italiana, mediterranea ed europea che deve andare di pari passo con gli investimenti in sostenibilita’. in questa direzione – prosegue TIOZZO – va l’impegno delle cooperative di settore e delle organizzazioni di produttori che giocano un ruolo centrale per dare piu’ valore sul mercato alle produzioni nazionali e metterle al riparo da una concorrenza extra ue che non e’ chiamata a rispettare gli stessi standard qualitativi e le stesse regole degli operatori europei. chiediamo all’europa un cambio di passo per riportare al centro delle scelte politiche comunitarie le esigenze dei diversi tipi di pesca che ci sono in europa e una sostenibilita’ ambientale che non puo’ essere piena se perde di vista l’aspetto sociale ed economico”, conclude TIOZZO.