AI: ARAV, GRAZIE A RACCOLTA DATI MAGGIORE EFFICIENZA E SOSTENIBILITA’ ALLEVAMENTI

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“‘l’intelligenza artificiale non e’ altro che un’implementazione dell’intelligenza umana. e, grazie ai dati raccolti quotidianamente nelle stalle dai nostri allevatori e’ possibile predire cosa accadra’ nel futuro e porre le basi per un modo di fare impresa piu’ efficiente, sostenibile e capace di stare sul mercato anche in un’ottica di ricambio generazionale’. con queste parole riccardo NEGRINI, uno dei padri del progetto leo open data, realizzato da aia, e’ intervenuto questa mattina in fiera a vicenza, in occasione del convegno ‘millennials dairy farmers: la information technology – it al servizio del ricambio generazionale e della redditivita’ delle stalle venete’ promosso da arav ed aia, nell’ambito di passione veneta”. lo rende noto un comunicato di ara veneto, che cosi’ prosegue: “‘tutto cio’ e’ reso possibile – ha spiegato NEGRINI – grazie al lavoro quotidiano degli allevatori di oltre 19 mila stalle italiane, che formano il sistema allevatori e danno gambe al progetto leo, una grande banca dati aperta al servizio degli stessi allevatori. questi numeri sono il nostro maggior patrimonio e da tempo abbiamo iniziato a valorizzarli mettendoli in rete con altre grandi banche dati: i controlli funzionali ed i dati meteo dell’aeronautica militare, per garantire il benessere animale nelle stalle, individuando valori specifici in base alle caratteristiche della stalla e del clima in un preciso luogo. ed ancora, mettendo i nostri dati in rete con quelli degli istituti zooprofilattici, per agire preventivamente sull’insorgenza di importanti malattie, tra le quali la blue tongue. dall’incrocio con i dati delle cellule somatiche e’ possibile ridurre il rischio mastite. e, attraverso le informazioni di uno specifico satellite e’ possibile persino far pascolare i propri animali nel territorio piu’ adatto, conoscendo la disponibilita’ di alimento e facendo una serie di ragionamenti anche di tipo economico’. se il futuro sembra tracciato e non mancano spiragli di luce, sul presente alcune criticita’ permangono, come ha evidenziato il direttore di ruminantia, alessandro FANTINI: ‘nell’ultimo anno l’europa ha visto crescere la produzione di latte dello 0,6 per cento, un dato per nulla trascurabile. e, parimenti, il prezzo del latte e’ passato, dal 2014 al 2024, da 40 a 55 centesimi, nonostante siano lievitati sensibilmente i costi di produzione, con in testa i mangimi per l’alimentazione bovina. tutto cio’ perche’ il latte e’ una commodity ed il suo prezzo lo fa chi compra, non chi vende, quindi dipende da dinamiche legate alla finanza, non all’economia. ed anche per effetto di questa situazione, il settore negli ultimi quindici anni ha conosciuto una crisi innegabile, che ha portato alla chiusura di molte piccole stalle, mentre sono aumentati gli allevamenti con oltre 500 capi. in questo scenario, infine, abbiamo assistito ad un calo di consumi multifattoriale, che vede i giovani al fanalino di coda, mentre resistono gli over55′. un contesto a tinte fosche, ma che la regione veneto, anche grazie all’importante sinergia intrapresa con arav, ha contribuito a trasformare in opportunita’ per il territorio, in cui il lattiero-caseario rappresenta un’indiscussa eccellenza. ed il ricambio generazionale si sta facendo strada, come ha spiegato il direttore della direzione agroalimentare della regione veneto, alberto ZANNOL: i’con il psr 2014-2022 i nuovi insediamenti sono stati 2750, dei quali 346 relativi al settore zootecnico. nelle aree non montane i nuovi insediati sono stati il 35 per cento, mentre nelle zone montane questa percentuale balza a circa il 50 per cento, denotando un impegno ancor maggiore nel trasferire le responsabilita’ dalla proprieta’ ai giovani. e gli investimenti su cui gli allevatori puntano maggiormente sono l’ammodernamento dei fabbricati e le attrezzature dedicate al benessere animale’. progettualita’ ed innovazione sono indispensabili per garantire la sopravvivenza degli allevamenti. la tecnologia, pero’, va gestita opportunamente, come ha evidenziato samuele TRESTINI del dipartimento tecnico e sistemi agro-forestali dell’universita’ di padova: ‘efficientare le stalle sotto il profilo tecnologico comporta degli aspetti positivi, che possiamo declinare nel miglioramento delle condizioni di vita dell’allevatore e nell’aumento della produttivita’ del lavoro dipendente, ma sono innegabili anche i rischi, che possiamo individuare nella perdita del controllo dei processi e nella dipendenza tecnologica’. i numeri per crescere ulteriormente nel segno dell’innovazione e sfruttando anche l’intelligenza artificiale, comunque, sembrano esserci tutti, come ha illustrato il direttore di arav, walter LUCHETTA: ‘in veneto abbiamo 1046 allevamenti di bovine da latte in controllo funzionale, corrispondenti all’80 per cento delle bovine allevate nella regione, di cui 347 gestiti da imprenditori nati dal 1980 in poi’. tra le criticita’ e’ innegabile, pero’, che vi sia ancora parecchia strada da fare contro la cattiva informazione, che danneggia aziende e consumatori, come ha sottolineato luca DE CARLO, presidente della commissione agricoltura del senato della repubblica: ‘nel nostro paese non mancano quanti vorrebbero che l’agricoltura tornasse indietro di un secolo almeno, senza considerare i progressi fatti nell’ambito del benessere animale e della qualita’ delle produzioni, oltre alla riduzione costante nell’uso di fitofarmaci ed antibiotici. bisogna credere e puntare sul ricambio generazionale, ma questo si trova di fronte un muro, quello di coloro che continuano a sostenere che le stalle inquinano piu’ dell’industria: non solo una fake news, ma un’assurdita’ anche dal punto di vista scientifico’. al termine del convegno, il presidente DE FRANCESCHI ed il direttore LUCHETTA hanno consegnato un esclusivo riconoscimento agli allevatori che si sono distinti in termini di risultati dei controlli funzionali 2024. gli allevatori premiati sono stati: per il benessere animale: massimo CAMPOSTRINI di sant’anna d’alfaedo (vr) – razza bruna, giulia societa’ agricola s.s. di mogliano veneto (tv) – razza pezzata rossa, paccagnella societa’ agricola di grisignano di zocco (vi) – razza rendena, massimo FABRIS di segusino (tv) – razza frisona fino a 100 vacche, gegania societa’ agricola di marchioron alessio di gazzo (pd) – razza frisona da 100 a 200 vacche, il giglio societa’ agricola di BETTINARDI di bressanvido (vi) – razza frisona con oltre 200 vacche e, per la fedelta’, dopo 55 anni di raccolta dati nell’ambito dei controlli funzionali, giovanni BROTTO di san pietro in gu’ (pd), classe 1939. passione veneta, la due giorni realizzata da arav ed aia in collaborazione con lattebusche, caseificio sociale ponte di barbarano, latteria soligo, latterie vicentine, consorzio grana padano, consorzio formaggio asiago dop, aprolav, azove ed unicredit, ha visto protagonisti in fiera a vicenza, il primo weekend di marzo, la mostra mercato dei formaggi ed eccellenze venete, le eccellenze dell’agricoltura contadina con il mercato di campagna amica vicenza, i laboratori didattici per famiglie proposti da coldiretti vicenza e la fattoria di italialleva, con esposizione delle razze bovine: bruna, burlina, frisona, jersey, pezzata rossa, rendena, angus, piemontese e wagyu; ovicaprine: alpagota, foza, lacaune e camosciata delle alpi, nonche’ gli alpaca, l’asino amiatino e mini pony”.