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“prosegue la crescita del biologico italiano. lo confermano i dati che riguardano sia il mercato interno, grazie a una crescente espansione dei consumi, sia i mercati internazionali, trainati dal binomio bio-made in italy. nel 2024 le vendite alimentari di prodotti bio sul mercato nazionale superano i 6,5 miliardi di euro, mentre l’export agroalimentare biologico consolida il suo andamento positivo raggiungendo i 3,9 miliardi di euro (+7% rispetto al 2023). sono questi alcuni dei dati dell’osservatorio sana che nomisma ha presentato oggi a bologna fiere per sana food 2025 in occasione della prima giornata di rivoluzione bio 2025, gli stati generali del biologico, organizzati in collaborazione con federbio e assobio, realizzati con nomisma, nel quadro del programma being organic in eu gestito da federbio in partenariato con naturland de e cofinanziato dall’ue nell’ambito del reg. eu n.1144/2014”. lo rende noto un comunicato di nomisma che cosi’ prosegue: “nel 2024 le vendite alimentari di prodotti bio sul mercato interno sono cresciute del +5,7% rispetto al 2023. a trainare la crescita del mercato sono prevalentemente i consumi domestici che sfiorano i 5,2 miliardi di euro. si ridimensiona, invece, la crescita del fuori casa osservata nella precedente rilevazione, per un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro. la distribuzione moderna (3,3 miliardi di euro,+5,3% rispetto al 2023) si riconferma il primo canale per gli acquisti bio degli italiani e pesa per il 64% del totale delle vendite legate ai consumi domestici. iper e supermercati sono i canali che, all’interno della distribuzione moderna, veicolano la maggior parte delle vendite bio superando gli 1,6 miliardi di euro nel 2024. tra gli altri canali, in forte espansione spiccano i discount con vendite di prodotti biologici pari a quasi 350 milioni di euro, in crescita del + 6% rispetto all’anno precedente. da segnalare, infine, la performance leggermente negativa dell’e-commerce che segna una flessione del -0,4% a fronte di vendite pari a 75 milioni di euro. il canale specializzato bio supera il miliardo di euro nel 2024, segnando un significativo incremento (+9%) rispetto alla crescita piu’ contenuta degli anni precedenti. positiva anche la performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani bio, che nel 2024 raggiunge i 3,9 miliardi di euro, con un incremento del +7% rispetto all’anno precedente. la crescita segue l’andamento positivo dell’intero settore agroalimentare. considerando i mercati esteri, dall’indagine nomisma su 336 imprese italiane emerge come le principali destinazioni per i prodotti bio siano la germania, la francia, la scandinavia, il benelux e gli stati uniti. le prospettive per il biologico italiano sui mercati esteri sono decisamente promettenti: circa un terzo delle aziende italiane del settore food & beverage che oggi non esporta bio, prevede di farlo nei prossimi 2-3 anni. il binomio bio-made in italy si conferma un fattore di successo, con un’ottima reputazione e percezione sui mercati esteri: per il 49% delle aziende del settore food e il 64% delle aziende del settore wine, l’origine italiana e la notorieta’ del territorio di produzione rappresentano uno dei principali fattori di successo dell’export bio sui mercati internazionali. per altro, l’italia e’ sul podio tra i paesi produttori bio di maggiore qualita’ secondo il consumatore dei principali mercati esteri di riferimento (negli usa il 45% cita proprio il nostro paese quando pensa al bio di qualita’) ed e’ elevata la quota di user bio stranieri interessati al bio italiano: si va dal 23% del benelux all’85% registrato nei nordics. i risultati della survey nomisma, che ha coinvolto un panel rappresentativo di responsabili degli acquisti alimentari italiani, ha dimostrato la crescente attenzione verso il benessere e stili di vita piu’ salutari, con una particolare attenzione rispetto alla corretta alimentazione che emerge come il secondo fattore che influisce positivamente sul proprio benessere: piu’ di 8 italiani su 10, infatti, prestano molta attenzione a cio’ che mangiano, principalmente per sentirsi bene (49%), mantenersi in forma (45%) e prevenire malattia (43%). chi acquista bio sceglie prevalentemente in base all’origine del prodotto: il 47% dei consumatori presta attenzione all’origine italiana o locale/km0 (32%) delle materie prime, mentre il 34% cerca la presenza di certificazioni dop/igp. inoltre, aumenta l’interesse per prodotti bio con confezioni sostenibili (20%) e 100% vegetali (20%). se si considerano le categorie di prodotti healthy, il biologico si conferma un driver di scelta, guidando il 22% dei frequent user nell’acquisto di prodotti vegetali. tra le motivazioni legate all’acquisto delle diverse categorie di prodotti healthy, il biologico conferma le maggiori garanzie in termini di salute (30%), rispetto per l’ambiente (24%) e qualita’ (12%). la ricerca di attributi salutistici nelle occasioni di consumo fuori casa che emerge dall’indagine realizzata da nomisma per l’osservatorio sana, vede prodotti tipici del territorio e a km0 come il “must have” dell’away from home per circa 9 consumatori su 10. sul podio anche i prodotti biologici, la cui presenza risulta fondamentale per il 68% degli italiani. nel complesso il consumatore bio e’ piu’ esigente e attento rispetto alla scelta del locale e alle caratteristiche di servizio offerte. oltre a familiarita’ e consigli di amici e parenti, il consumatore bio valuta in maniera piu’ approfondita la reputazione del luogo scelto per mangiare fuori (tramite recensioni, punteggi online, guide) e l’accoglienza/ambiente del locale. rispetto al menu’, invece, il consumatore bio ha un forte orientamento verso la ricerca di prodotti freschi e di stagione (per il 48% degli user bio afh), di piatti semplici e poco elaborati (39%). elevata l’aspettativa anche sulla presenza di prodotti veg e opzioni dedicate a specifiche esigenze alimentari e intolleranze. le aspettative del consumatore bio pero’ non trovano risposte positive in quella che e’ l’attuale offerta di prodotti bio presso la ristorazione, soprattutto quella collettiva. analizzando infatti il livello di soddisfazione rispetto alla presenza di opzioni bio nei diversi canali del fuori casa, si evincono grandi margini di miglioramento. infine, l’indagine di nomisma ha affrontato il tema della corretta alimentazione anche in relazione al rapporto con i figli: sebbene di dieta sana si parli in oltre 9 famiglie su 10 e il bio sia un elemento onnipresente nelle tavole dei nuclei con figli di tutte le eta’, i genitori ritengono essenziale il ruolo delle scuole nella sensibilizzazione di bambini e ragazzi. d’altro canto, pero’, oltre la meta’ dei genitori non conosce nel dettaglio il servizio mensa nella scuola dei propri figli e non e’ informata rispetto alla presenza di ingredienti e prodotti bio nei pasti. per accrescere il posizionamento del bio nella ristorazione scolastica risulta fondamentale, dunque, la leva della sensibilizzazione e comunicazione rivolta ai genitori”. “l’andamento positivo del biologico riflette la crescente consapevolezza di fare scelte alimentari responsabili, sia per la propria salute che per l’ambiente – afferma maria grazia MAMMUCCINI, presidente federbio -. il biologico unisce l’identita’ e l’eccellenza delle produzioni enogastronomiche italiane con l’attenzione alla sostenibilita’ garantita da pratiche agronomiche che aumentano la fertilita’ del suolo e non utilizzano chimica di sintesi. negli anni, il biologico e’ uscito dalla dimensione di nicchia, ma c’e’ ancora ampio spazio di espansione considerato che molti paesi europei hanno consumi interni superiori rispetto ai nostri. per questo e’ importante continuare a dare impulso al settore, con attivita’ di informazione, promozione ed educazione alimentare, a partire dalle scuole. un sostegno concreto arrivera’ dal marchio biologico italiano, che, oltre a favorire la presenza dei prodotti bio nei mercati internazionali, assicura un’immediata riconoscibilita’, rafforzando il ruolo degli agricoltori e favorendo la collaborazione tra produzione, trasformazione e distribuzione. e’ proprio la capacita’ di fare sistema che dobbiamo spingere per favorire lo sviluppo di filiere di made in italy bio al giusto prezzo, consolidando il legame tra cittadini e produttori biologici”