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il rapporto sulle agroenergie presentato oggi da confagricoltura dimostra che “nella produzione di energia l’agricoltura torna ad essere centrale”, ha detto il ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA che ha preso parte alla presentazione del primo report messo a punto dall’osservatorio di palazzo della valle sulla materia. i principali dati sono stati illustrati da donato ROTUNDO, direttore dell’area ambiente di confagricoltura, alla presenza, oltre che del ministro, di massimiliano GIANSANTI, presidente dell’organizzazione degli imprenditori agricoli, e di nicola LANZETTA, direttore italia di enel. dai dati raccolti nel rapporto emerge che le biomasse e il biogas rappresentano circa il 40% della capacita’ installata, l’idroelettrico il 10% e che la parte del leone la fa il fotovoltaico, che raggiunge il 50% e che nell’ultimo anno e’ cresciuto del 15% questo anche in virtu’ di aiuti governativi e anche per il miglioramento delle tecnologie di accumulo. LANZETTA si e’ soffermato sulla sfida che rappresenta per la rete la presenza di impianti di produzione diffusi sul territorio, rendendo notto che dei 22 miliardi che enel prevede di investire nel triennio 2025-27, ben 16 serviranno proprio a potenziare la rete, anche per difenderla da cambiamenti climatici, ha precisato. LANZETTA si e’ poi soffermato sulle sinergie possibili tra impresa agricoltura e produttori di energia nonche’ sulle possibilita’ di collaborazione anche di tipo finanziario. le agroenergie – ha fatto presente GIANSANTI – rappresentano una realta’ economica importante che gia’ oggi vale circa tre gigawatt di produzione elettrica con la prospettiva, a suo avviso, di poter essere almeno raddoppiata. confagricoltura – ha aggiunto il presidente – ritiene che l’attivita’ di produzione di energia elettrica possa essere complementare all’attivita’ primaria di un agricoltore che e’ e resta quella di produrre beni alimentari fondamentali nella vita di tutti noi e che certamente questa produzione diventa strategica sia per l’attivita’ di impresa, perche’ poter risparmiare nell’acquisto e nella valorizzazione dell’energia elettrica attraverso l’autoproduzione e’ certamente un elemento di forte competitivita’, sia rispetto a modelli di sostenibilita’ delle nostre produzioni. “credo che sia importante adesso dialogare con il governo sia per la messa a terra delle fonti residue del pnnr, anche per evitare disimpegni, per la parte parco agrisolare, dell’agri voltaico e anche nello sviluppo delle biomasse del biogas e biometano”. GIANSANTI ha concluso parlando della prospettiva della transizione della mobilita’ ottenuta fonti interne all’azienda agricola, citando un progetto sul bioetanolo di confagricoltura umbria. infine, il presidente di confagricoltura ha salutato con favore il nuovo atteggiamento non improntato al “furore ideologico” della commissione europea nei confronti delle politiche di sostenibilita’ e verdi. “noi fino alla fase precedente alla guerra di aggressione della russia contro l’ucraina avevamo idea che non produrre energia ed acquistarla a basso costo – ha affermato LOLLOBRIGIDA nelle sue conclusioni – fosse un buon affare. abbiamo scoperto subito dopo che questo intanto limita la sovranita’ delle nazioni e poi limita la certezza delle catene di approvvigionamento energetico con un autocrate mette in condizione nazioni democratiche di dover pagare di piu’ o addirittura di essere sotto ricatto rispetto agli approvvigionamenti”. “oggi noi abbiamo invece un approccio totalmente diverso, lo abbiamo a livello nazionale e lo ha anche l’unione europea, un approccio condizionato da questi fatti esterni”, nel quale trova spazio la strategia per le agroenergie, che e’ cambiato drasticamente rispetto a prima.