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“un’iniziativa semplice che nasce dall’impegno quotidiano della uila sul territorio e che testimonia quanto basti poco per dare lezione di umanita’ e di inclusione sociale dei lavoratori migranti e, allo stesso tempo, lottare insieme contro il caporalato e lo sfruttamento. i lavoratori migranti sono fondamentali per il futuro dell’agricoltura ed e’ per questo che occorre intervenire sul fronte legislativo per sanare le distorsioni del decreto flussi che, di fatto, alimenta l’illegalita’”, affermano enrica MAMMUCARI, segretaria generale della uila, e alice MOCCI, segretaria nazionale con delega alle politiche migratorie, nel commentare l’iniziativa della uila territoriale di viterbo ‘diamo un calcio allo sfruttamento dei braccianti’ che ha visto confrontarsi la squadra di calcio asfa-uila, composta da lavoratori immigrati africani, contro la polisportiva celleno”. lo rende noto un comunicato della uila-uil. “per contrastare la grave piaga dello sfruttamento occorre agire su piu’ fronti, non basta infatti la repressione a disinnescare questa bomba”, sottolinea MAMMUCARI, che prosegue: “oltre a intensificare i controlli e condannare in modo esemplare chi commette reati, occorre attivare tutte le procedure previste dalla legge per consentire alle vittime di sfruttamento di essere tutelate contro il furto salariale, subito da tutti i lavoratori, sia italiani che stranieri, attraverso le ‘diffide accertative’ da parte degli ispettori. per quanto riguarda i lavoratori stranieri occorre riconoscere loro i permessi previsti dagli artt.18 e 22 del tuir e, inoltre, concedere dei permessi di soggiorno per ricerca temporanea di lavoro a chi e’ entrato nel nostro paese come lavoratore stagionale agricolo”. “il governo affidi alla bilateralita’ agricola un ruolo strategico in tema di politiche attive, mercato del lavoro, difesa della salute e sicurezza, nonche’ per la promozione dell’integrazione dei lavoratori migranti, favorendo corsi di alfabetizzazione per la conoscenza sia della lingua italiana che dei diritti e tutele”, aggiunge MAMMUCARI, che conclude: “gli enti bilaterali agricoli territoriali (ebat) diventino lo strumento tecnico e operativo delle sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualita’”.