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“aumentano esponenzialmente le inchieste per sfruttamento lavorativo aperte dalle procure italiane. mentre si riduce il divario tra i casi registrati nel mezzogiorno rispetto a quelli nel resto del paese. e’ quanto emerge dal ‘V rapporto sullo sfruttamento lavorativo e sulla protezione delle sue vittime’, presentato oggi a ragusa e curato dal centro di ricerca l’altro diritto e dall’osservatorio placido rizzotto della flai cgil. una sinergia nata per analizzare i risultati dell’applicazione della legge 199 del 2016, la cosiddetta norma ‘anticaporalato’, anche attraverso il monitoraggio dell’attivita’ di 66 procure italiane su 140”. lo rende noto un comunicato stampa della flai che cosi’ prosegue: “le inchieste censite sono in tutto 834. i dati indicano una crescita esponenziale dei casi di sfruttamento lavorativo rilevati fino al 2020, che sembra arrestarsi a partire dal 2021. ma i numeri degli ultimi tre anni sono in fase di assestamento, poiche’ l’individuazione dei procedimenti penali risente di un lasso di tempo variabile, a causa del segreto istruttorio e dei tempi di segnalazione delle procure. a registrare il numero piu’ elevato di inchieste per sfruttamento lavorativo e’ il meridione, col 45% dei casi, seguito dal nord col 28% e dal centro col 27%. ma la tendenza indica una progressiva riduzione della forbice tra i casi del nord e del centro con quelli del sud italia, almeno a partire dal 2020. se, ad esempio, nel 2017 erano 17 i casi di sfruttamento rilevati complessivamente al centro e al nord, meno dei 24 rilevati al sud, nel 2020 la somma dei casi del nord e del centro erano 93, piu’ dei 58 registrati al sud. un trend che trova conferma anche nel 2023, dove su 124 casi di sfruttamento rilevati dal laboratorio, le regioni del centro e del nord totalizzano 69 casi di sfruttamento, superando i 55 casi del sud”. “con l’introduzione della legge 199 nel 2016 c’e’ stato cambio di paradigma da parte degli inquirenti e degli organi ispettivi nell’approccio repressivo allo sfruttamento che si e’ diffuso in modo capillare in tutti i settori economici, a partire dall’economia primaria in cui gli abusi a danno delle lavoratrici e dei lavoratori sono una vera e propria emergenza sociale”, dichiara jean rene’ BILONGO, presidente dell’osservatorio placido rizzotto. “tra i procedimenti penali per sfruttamento lavorativo che sono stati censiti, 709 in tutto, in 357 casi – continua il comunicato – e’ stato imputato solo il datore di lavoro, in 164 casi solo il caporale, in 138 caso entrambi. dati che confermano l’efficacia della riforma operata dalla legge 199/2016 che permette di punire le condotte dei datori di lavoro anche quando non vi e’ l’interposizione del caporale nel reclutamento o nella gestione della manodopera”.