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“l’emendamento al ddl sicurezza su ‘misure aventi a oggetto le infiorescenze della canapa e dei prodotti da esse derivati’ manda a gambe all’aria una decina di aziende produttrici di canapa dell’area della bassa padovana, storicamente vocata a tale coltivazione”. lo rende noto un comunicato di cia agricoltori italiani che cosi’ prosegue: “il nuovo provvedimento potrebbe azzerare un fatturato che in provincia vale circa 10 milioni di euro all’anno. in pratica, il governo intende varare un emendamento alla legge sulla canapa industriale che vieta ogni attivita’ produttiva e commerciale connessa alle infiorescenze di canapa anche a basso o nullo tenore di thc. di fatto un definitivo quanto incredibile stop ad un segmento in costante espansione, con tassi di crescita importanti, soprattutto tra i giovani imprenditori”. “si tratta di un emendamento penalizzante per tutti quegli agricoltori che nel corso degli anni hanno investito in una coltura legale e ad alto valore aggiunto – sottolinea il presidente di cia padova, luca TRIVELLATO -. pesantissime le ricadute su filiere agroindustriali di eccellenza come, ad esempio, la cosmesi, il florovivaismo, gli integratori alimentari e l’erboristeria; settori, questi, che nulla hanno a che vedere con le sostanze stupefacenti”. “inammissibile – prosegue il comunicato – il fatto che gli imprenditori agricoli siano stati inseriti in un disegno di legge che si occupa prettamente di sicurezza. non solo: nel ddl in questione sono previste ulteriori restrizioni relativamente all’utilizzo del simbolo grafico della pianta di canapa: bloccate le pubblicita’ dedicate ai prodotti industriali e artigianali di eccellenza come per la bioedilizia, il tessile e la cosmesi. cio’ al punto da considerare, quindi, promozione di sostanze stupefacenti il semplice disegno della foglia stilizzata presente sulle camicette, ma pure su dopobarba e bagnoschiuma o sui mattoni di canapa calce per le costruzioni”. “invitiamo il governo ad un confronto di merito sul tema della canapa industriale, insieme a tutte le categorie produttive”, precisa TRIVELLATO. nell’ultimo decennio diverse aziende, alla luce dei riscontri piu’ che positivi del mercato estero, hanno investito centinaia di migliaia di euro su nuovi macchinari. adesso – sottolinea cia – tali attrezzature risultano inutilizzabili. “con la situazione che si e’ venuta a creare – aggiunge TRIVELLATO – alcuni imprenditori agricoli potrebbero addirittura rischiare degli insoluti con gli istituti di credito, venendo additati come cattivi pagatori. e tutto a causa di una legge che impedisce loro di proseguire l’attivita’, nonostante il completo rispetto dei protocolli. l’obiettivo – conclude il presidente – deve restare la valorizzazione di un prodotto che e’ alla base di filiere di qualita’ del made in italy agroindustriale”.