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la varieta’ delle produzioni e’ un’arma a doppio taglio per le grandi cooperative agricole, che faticano a trovare acquirenti per le derrate tradizionalmente vendute nei circuiti della ristorazione e all’esportazione, scrive “les echos”. olivier CHAILLOU, presidente del gruppo cooperativo terrena, 14.000 dipendenti e 21.500 soci agricoltori, spiega che al momento “ci sono prodotti la cui produzione e’ scarsa e altri di cui non sappiamo cosa farcene”. jacques BOURGEAIS, del gruppo cavac, considera invece la diversita’ delle produzioni un fattore di resilienza, pur non negando gli squilibri del mercato. sul piano nazionale, dominique CHARGE’, presidente dell’associazione di rappresentanza della cooperazione agricola, stima dal 5 al 10 per cento l’aumento dei costi di produzione legato alla crescita dei costi dei trasporti e per la tutela sanitaria, che le coop non possono ricaricare sui fornitori. “globalmente, pensiamo che il calo del fatturato sara’ compreso tra il 20-30%. ma per le cooperative molto mono-mercato … la diminuzione potra’ arrivare all’80%”. il mondo cooperativo, insomma, “si trova di fronte a una grave crisi economica” e per questo, CHARGE’ ha presentato al governo una lunga lista di proposte al governo per il sostegno al mondo cooperativo, tra cui una deroga alla legge sull’equilibrio delle relazioni commerciale per potersi rifare dell’aumento dei costi di produzione.