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“dopo quattro giorni di intensi negoziati, prolungati per un ulteriore giorno, i 166 membri dell’organizzazione mondiale del commercio (wto) non sono riusciti a raggiungere un consenso sulla questione delle sovvenzioni che contribuiscono alla PESCA eccessiva e alla sovracapacita’”. lo rende noto un comunicato di europêche, che cosi’ prosegue: “la mancanza di consenso e’ stata generata da paesi come l’india, che aveva gia’ interrotto i negoziati del wto nel 2017. all’epoca, l’india blocco’ tutto, compreso un possibile accordo sull’eliminazione dei sussidi che alimentano la PESCA illegale. nel 2022, vale la pena ricordare che l’india ha respinto l’accordo del wto volto ad affrontare i sussidi che contribuiscono alla sovracapacita’ e alla PESCA eccessiva, obiettivo principale dei negoziati di quest’anno. al momento, lo stesso paese chiede l’adozione di una moratoria di 25 anni sui sussidi concessi dai paesi di PESCA alle loro flotte di lungo corso. alcuni paesi del pacifico meridionale e il brasile hanno cercato di capitalizzare la situazione cercando di controllare anche gli accordi di PESCA dell’unione europea con paesi terzi, nonostante questi accordi di partenariato non possano essere classificati come sussidi. i suddetti paesi hanno utilizzato questo approccio strategico per esercitare la massima pressione sui paesi di PESCA sviluppati, con l’obiettivo di ottenere ulteriori esenzioni e deroghe per le loro flotte. tuttavia, grazie alla solida difesa dell’ue, sostenuta dai suoi stati membri e dai paesi alleati, i loro sforzi si sono rivelati infruttuosi. europêche riconosce il ruolo svolto dalle autorita’ comunitarie e nazionali presenti ad abu dhabi. tuttavia, il settore sostiene che ci sono ampi margini di miglioramento e chiede una maggiore chiarezza nel testo per salvaguardare gli interessi del settore ittico europeo. le nostre principali raccomandazioni sono le seguenti: – chiarire il testo ed esentare esplicitamente gli accordi di PESCA sostenibile con i paesi terzi (sfpa) per evitare confusione e problemi futuri. – introdurre disposizioni aggiuntive, come la forza maggiore, per consentire aiuti in caso di circostanze eccezionali e impreviste, come la pandemia di covid-19 o conflitti come la guerra in ucraina. senza tali disposizioni, l’ue potrebbe incontrare difficolta’ nell’attuazione di quadri di aiuti temporanei per sostenere la PESCA durante le crisi. – escludere esplicitamente dal testo le esenzioni fiscali per il carburante da PESCA per evitare ambiguita’. – stabilire un minimo comune denominatore per il controllo delle sovvenzioni applicabile a tutti i paesi, con possibili livelli di controllo rafforzati per i principali paesi PESCA tori. deroghe massicce ai paesi in via di sviluppo non solo non porterebbero alcun beneficio agli oceani, ma comprometterebbero anche la parita’ di condizioni a livello globale. – stabilire una definizione comune di PESCA artigianale per evitare pratiche ingannevoli. nel testo attuale, la definizione e le soglie sono lasciate alla discrezione dei singoli governi, e alcuni paesi in via di sviluppo potrebbero cercare di escludere in modo ingannevole le loro flotte industrializzate, classificandole come artigianali”.