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“‘se davvero vogliamo ‘ripensare la sicurezza nel medio oriente’ non possiamo che partire da un’azione congiunta e strategica sulla sicurezza alimentare, con l’italia realmente protagonista trasformando questo ambito da punto di debolezza in un elemento di forza’, ha detto luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia, intervenuto questa mattina alla tavola rotonda ‘rethinking security in the middle east’ nell’ambito di med- mediterranean dialogues”. lo rende noto un comunicato di filiera italia, che cosi’ prosegue: “‘l’insicurezza alimentare gia’ prima delle recenti crisi e’ sempre stata una delle principali cause di instabilita’ nella regione mediorientale – con la guerra in ucraina prima e con il conflitto israele-palestinese dopo – e all’aumentare dell’ insicurezza alimentare si assiste all’aumento della tensione geopolitica dell’area’, ha aggiunto l’amministratore delegato di filiera italia. “una situazione che appare ancora piu’ chiara se pensiamo agli effetti di tale crisi sul canale di suez, un crollo di oltre il 40% del passaggio di navi, con un effetto non solo sul nostro paese, ma inflattivo globale sulle derrate alimentari che rischia di diventare drammatico’, ha proseguito SCORDAMAGLIA. ‘e ogni volta che le supply chain alimentari rallentano o rischiano di interrompersi aumentano quelle forme di neo-protezionismo deleterie per il mercato e per l’equilibrio dei paesi piu’ fragili’, ha detto ancora SCORDAMAGLIA. nel 2023 tali politiche hanno provocato un calo del 5% dei commerci internazionali. ‘trasformare un punto di debolezza in un punto di forza, quindi, e’ quello che oggi come filiera agroalimentare italiana, con filiera italia e coldiretti, stiamo facendo: percio’ non solo produzione agricola, ma anche tecnologie alimentari, macchine agricole intelligenti, precision farming, smart irrigation energie rinnovabili’, ha detto SCORDAMAGLIA. ‘in una perfetta partnership pubblico/privata, con i ministeri degli esteri, dell’agricoltura e con la cooperazione italiana – ha proseguito l’amministratore delegato – abbiamo gia’ messo la nostra expertise e la nostra tecnologia a disposizione di paesi come l’egitto, l’algeria la tunisia, non con finalita’ assistenzialistiche, ma di vera partnership e joint-venture scambiando competenze e risorse. con una doppia finalita’: aumentare l’autosufficienza alimentare di questi paesi e ridurre l’impatto climatico, lavorando anche insieme ai nostri ministeri per rendere piu’ semplici ed applicabili strumenti finora troppo complessi e poco utilizzati come il fondo clima’. ‘ora siamo pronti a farlo anche in medio oriente – ha proseguito SCORDAMAGLIA – avevamo previsto di cominciare gia’ dal libano ma per operare abbiamo bisogno di condizioni di stabilita”. e ha concluso l’amministratore delegato ‘l’auspicio e’ che insieme al ministero, alla nostra cooperazione e alla nostra filiera produttiva si possa realmente, in piena partnership, lavorare per trasformare un problema in una soluzione, secondo un modello strategico per il nostro paese di friendshoring’.”.