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la valutazione di una stagione agricola si fa attraverso due parametri: la produzione e il prezzo, afferma in un comunicato confagricoltura brescia. per quanto riguarda la produzione della “la principale materia prima bresciana, il mais, la campagna e’ partita con diverse preoccupazioni dovute alla siccita’; nella realta’ – prosegue il comunicato -, le piogge primaverili hanno sanato questa criticita’, al punto che in campo ci sono state irrigazioni nella norma. sino a meta’ luglio la stagione, a brescia, si presentava quindi ottimale, con mais molto bello e tante aspettative positive. purtroppo, la seconda parte dell’estate e’ stata caratterizzata da eventi climatici estremi, con grandine e trombe d’aria che hanno condizionato in negativo il fine stagione in tutta la provincia. la situazione – sottolinea il comunicato – si e’ fatta complicata, con variazioni anche significative tra un territorio e l’altro, anche tra campi contigui. alcuni agricoltori hanno cosi’ deciso di anticipare la raccolta, per non compromettere la qualita’ del prodotto finale, e molti altri hanno registrato significativi cali produttivi”. spiega il presidente di confagricoltura brescia giovanni GARBELLI: “nonostante tutto, fortunatamente non ci sono stati problemi di aflatossine o micotossine, con un raccolto di mais mediamente molto sano. nei terreni piu’ colpiti – aggiunge – le produzioni sono state bassissime, con tagli fino anche al 90%, come avvenuto ad esempio nell’area di san zeno, o del 50 nella zona di poncarale. il calo medio stimato si assesterebbe sul 25-30%”. “il secondo aspetto da valutare – riprende il comunicato – e’ il prezzo, che si conferma indipendente dalle dinamiche nazionali. nella prima parte dell’anno si e’ assistito a una discesa lenta e costante sino a giugno-luglio, quando si pensava d’aver raggiunto la stabilita’ sui 25 euro al quintale che, con l’aumento dei costi di produzione, poteva rappresentare un punto d’equilibrio. e’ partita invece – denuncia il comunicato – la cosiddetta ‘speculazione al contrario’, con i paesi dell’est che hanno registrato record produttivi e, di conseguenza, una forte pressione sui contratti d’importazione. si e’ cosi’ creata una bolla speculativa al ribasso, che sta trascinando all’ingiu’ i prezzi nazionali”. “e’ un danno per le nostre produzioni locali legate al made in italy – afferma GARBELLI -. ai prezzi bassi si somma una seconda grande penalizzazione dovuta dall’applicazione della nuova pac: una politica troppo esigente, che ci ha visti nel primo anno parecchio danneggiati. la pac e’ nata – sottolinea GARBELLI – per accompagnare le aziende, con un ruolo determinante anche nella tenuta inflattiva. il contributo della pac ci consentiva di tenere i prezzi piu’ bassi, oggi invece sono gia’ sotto i costi produttivi e con questa pac inadeguata siamo cosi’ doppiamente colpiti”. “per quanto riguarda gli altri seminativi, per il triticale l’annata – conclude il comunicato – e’ stata positiva, perche’ la primavera umida ne ha favorito la produzione, alta e soddisfacente. di contro, per l’orzo la produzione e’ stata bassa (la primavera piovosa ha penalizzato questa coltivazione precoce). il frumento-grano ha avuto un andamento simile al mais, con buone produzioni ma quotazioni in significativo calo e prezzi sotto i costi di produzione”.