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i produttori italiani di uova celebrano l’aumento delle esportazioni verso il regno unito e riforniscono gli scaffali dei supermercati britannici che erano rimasti vuoti mentre gli avicoltori dell’isola accusano la distribuzione “dal braccino corto” di metterli fuori mercato, scrive tom KINGTON su “the times ” in una corrispondenza da fieravicola, a rimini. le uova italiane sono comparse nei supermercati britannici a seguito di una cronica carenza nelle forniture nazionali, facendo salire le esportazioni dall’italia al regno unito a un milione di euro lo scorso anno, rispetto a 23.000 euro nel 2021. i produttori nazionali sostengono di aver ridotto la produzione in conseguenza dell’aumento dei costi e dei termini imposti dai supermercati che li costringevano a vendere in perdita. i problemi per loro sono iniziati quando la guerra in ucraina ha triplicato il prezzo del mangime che assomma al 60-70 per cento dei costi. robert GOOCH, direttore esecutivo della britisch free range egg producers’ association, ha detto: “l’anno scorso ci costava £1,40 produrre una dozzina di uova, ma i supermercati insistevano a continuare a pagarci £1, per cui molti hanno fermato la produzione per evitare di vendere in perdita”. il numero di galline ovaiole free range, che producono il 70% delle vendite di uova nel regno unito, e’ sceso dai 26,5 milioni dello scorso maggio a 25, milioni a gennaio. “questo significa 1,5 milioni di uova in meno al giorno”, spiega GOOCH.