(riproduzione riservata)
il ministro degli esteri antonio TAJANI ha scritto una lettera al vice presidente della commissione europea valdis DOMBROWSKIS sulla questione della etichettatura degli alcolici sollevata dalla decisione dell’Irlanda di indicare il pericolo di assunzione per la salute. scrive TAJANI: “”caro presidente desidero ritornare anche con lei sulla grave problematica derivante dalla normativa tecnica che l’Irlanda sta per introdurre nel comparto delle bevande alcoliche. come sapra’ l’irlanda ha notificato al comitato “barriere tecniche al commercio” del omc la bozza dei regolamenti interni riguardanti le avvertenze in materia sanitaria che verrebbero inserite in tutte le etichette dei prodotti alcolici immessi nel mercato irlandese. come gia’ rappresentato al commissario BRETON dall’Italia il 12 gennaio scorso e come sostenuto da diversi altri stati membri gli effetti di questa misura, in termini di prevenzione sanitaria, appaiono assolutamente modesti in quanto non prevedono alcuna distinzione tra “consumo moderato” e “abuso di alcol”. come avviene per tutti i tipi di etichettatura, l’unica strada che da parte italiana si ritiene corretta non e’ la pura e semplice adozione di misure che mirano a scoraggiare in assoluto il consumo di un prodotto, ma quella di un’adeguata informazione del consumatore che lo possa guidare nell’assunzione di scelte consapevoli e responsabili. desidero ora attirare anche la sua attenzione in particolare sulla circostanza che tale misura presenti profili problematici anche come fonte di una oggettiva e non giustificata distorsione agli scambi internazionali, equivalente a una restrizione quantitativa. cio’ mi risulta essere gia’ emerso nel corso del dibattito avvenuto nelle riunioni del competente comitato barriere tecniche al commercio dell’ omc. Il rischio che e’ che cio’ possa suscitare reazioni contromisure a opera di Stati terzi che hanno gia’ aperta parentesi aggiungo giustamente chiusa parentesi manifestato, in sede o mc, perplessita’ sull’iniziativa irlandese. Un provvedimento gia’ criticabile sotto il profilo del diritto europeo, potrebbe pertanto innescare una reazione a catena che finirebbe con il danneggiare l’insieme dell’unione. piur restando disponibili a individuare soluzioni sulla questione, possibilmente condivise in ambito europeo, tenuto anche conto della rilevante giurisprudenza della corte di giustizia europea, l’Italia si riserva di assumere tutte le iniziative ritenute opportune in sede europea internazionale la tutela della liberta’ degli scambi”.