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“ormai i cambiamenti climatici obbligano ad aggiornare pure il lessico popolare perche’, di fronte all’anticiclone africano in una primavera gia’ eccezionalmente calda, non si puo’ certo dire ‘piove sul bagnato’, ma vero e’ che l’anticipo d’estate cancella anche le ultime speranze riposte sulle piogge di maggio, utili a riequilibrare il clamoroso deficit idrico invernale”, afferma un comunicato di anbi, nel ricordare che “era invece accaduto cosi’ l’anno scorso, quando la prima meta’ del mese era stata caratterizzata da importanti perturbazioni primaverili, che avevano rimpinguato i corpi idrici del centro-nord italia, tralasciando pero’ il versante adriatico e la sicilia, destinate a soffrire di siccita’ fino all’arrivo delle piogge ottobrine: nel ferrarese, ad esempio, dove si sta velocemente tornando sotto ai minimi storici pluviometrici (cosi’ come nei bacini montani tra i fiumi parma e trebbia), le piogge cumulate nel 2021 da gennaio a maggio e quelle cadute nello stesso periodo di quest’anno sono praticamente identiche (poco sopra i 150 millimetri), facendo presagire un’altra stagione di grave sofferenza idrica (fonte: arpae)”. “in tutta l’emilia-romagna tornano a calare vistosamente le portate dei fiumi e, dopo i picchi della scorsa settimana, il secchia ridiscende ai limiti del minimo storico (2,8 metri cubi al secondo), sotto il quale e’ gia’ sceso l’enza (oggi mc/sec 2,9)”, informa l’anbi, che spiega: “confrontando i dati 2021-2022 dei grandi bacini naturali del nord, oggi tutti sotto media, si puo’ notare come, ad eccezione del lago di como, le differenze siano notevoli: 12 mesi fa, garda ed iseo erano quasi al colmo di piena come il maggiore, cui oggi manca invece un buon 50% del volume d’acqua presente l’anno scorso (attualmente e’ al 39,5% di riempimento) e che, permanendo le attuali condizioni, segnera’ prossimamente nuovi record di altezza idrometrica minima. a segnalare gli allarmanti trend idrici in un periodo tradizionalmente piovoso ed oggi addirittura afoso e’ l’osservatorio anbi sulle risorse idriche”. “in questo quadro, per contribuire ad aumentare l’autosufficienza alimentare, come consigliano le emergenze pandemica e bellica, non basta sottrarre 200.000 ettari al regime di set aside, restituendoli all’agricoltura; bisogna renderli produttivi e cio’ non puo’ avvenire senza adeguate infrastrutture per l’irrigazione”, evidenzia francesco VINCENZI, presidente di anbi. “forti del 98% di realizzazioni portate a termine nell’ambito dei piani irrigui nazionali, i consorzi di bonifica sono il piu’ grande ufficio progettazioni a servizio del territorio”, afferma il direttore generale di anbi, massimo GARGANO, nel sottolineare che “a fronte degli 880 milioni gia’ assegnati, sfiora ormai i 3 miliardi di euro, l’ammontare dei progetti presentati nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza: un patrimonio, che mettiamo a disposizione del paese”. “in valle d’aosta, temperature, che sfiorano i 30 gradi, favoriscono lo scioglimento della neve, che sta rimpinguando i corsi d’acqua della regione”, rileva il comunicato, che continua: “a non godere dello scioglimento di un seppur insufficiente manto nevoso, pare essere il fiume po tornato su valori minimi che, se confrontati con quelli del biennio precedente (gia’ l’estate 2021 fu caratterizzata da un’allarmante siccita’), evidenziano la criticita’ della situazione attuale con valori, che si aggirano attorno al 30% della media. in piemonte calano i livelli dei principali fiumi con le portate di pesio, tanaro e sesia addirittura dimezzate in 7 giorni. in lombardia, dove la neve che va sciogliendosi e’ circa il 62% in meno di quella normalmente presente nel periodo, le portate del fiume adda sono inferiori di oltre 200 milioni di metri cubi al secondo, rispetto allo stesso periodo del siccitosissimo 2017 (oggi mc/sec 47, allora mc/sec 248!). il veneto resta una delle regioni maggiormente in difficolta’ idrica con tutte le conseguenze, che gia’ ora si stanno manifestando per l’agricoltura e l’ambiente (gran parte delle risorgive sono ai minimi o perfino asciutte). i livelli del fiume adige sono oltre mezzo metro inferiori al 2017, ma addirittura – m.1,70 rispetto all’anno scorso. stessa situazione si registra per tutti gli altri fiumi della regione, principalmente per brenta, livenza e piave (fonte: arpa veneto)”. “scendono a livelli da piena estate anche le portate dei fiumi toscani con arno, serchio e ombrone, che hanno fluenze piu’ che dimezzate rispetto alla media di maggio (fonte: centro funzionale regione toscana)”, spiega il comunicato, che prosegue: “questa settimana, anche i corsi d’acqua marchigiani mostrano primi segnali di difficolta’ dopo un periodo, in cui si erano contraddistinti per performances in controtendenza rispetto al resto del paese (fonte: protezione civile marche); stabili ed in linea con gli anni recenti sono invece i volumi invasati nelle dighe. nel lazio, esigue, se confrontate con gli anni precedenti, sono le portate del fiume tevere nel tratto viterbese per poi tornare, pero’, a livelli piu’ vicini alla media, avvicinandosi alla foce. non migliora la situazione del lago di bracciano (-26 centimetri rispetto al 2021) e nemmeno la portata del fiume aniene, praticamente ormai dimezzata dal 1974 (fonte: sici – sistema informativo catastrofi idrogeologiche); anche liri e sacco segnano le peggiori performances in anni recenti. in campania, i livelli idrometrici dei fiumi garigliano e volturno si presentano in discesa, mentre risulta stabile il sarno (tutti, comunque, hanno portate inferiori al biennio precedente); inoltre, si segnalano in lieve calo i volumi dei bacini del cilento e del lago di conza. il rischio di siccita’ resta presente soprattutto nelle aree settentrionali della regione. un leggero incremento nei volumi invasati si registra per le dighe della basilicata (- 26,39 milioni di metri cubi sullo scorso anno), mentre quelle pugliesi calano di quasi 3 milioni di metri cubi in una settimana, segnando un leggero deficit sullo scorso anno (-mmc. 2,19)”. “in sicilia, infine, rimane positiva la condizione complessiva degli invasi, nonostante le precipitazioni si manifestino da mesi in maniera disomogenea, lasciando all’asciutto una buona porzione di territorio (e’ piovuto lungo le coste orientali e settentrionali, ma niente sul siracusano e pochissimo nel resto della regione): i bacini contengono quasi 86 milioni di metri cubi d’acqua in piu’, rispetto al maggio dell’anno scorso”, conclude il comunicato.