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“pieno sostegno e condivisione alla posizione espressa oggi dal ministro PATUANELLI: l’europa non puo’ intervenire per appesantire con ulteriori oneri agli allevatori, specie in questo contesto economico geopolitico in cui il settore zootecnico e’ alle prese con l’attuale crisi energetica, l’aumento dei costi di produzione e il problema dell’approvvigionamento delle materie prime per la mangimistica generato dal conflitto russo-ucraino”, afferma il coordinatore del settore zootecnico di alleanza delle cooperative graziano SALSI in riferimento alle perplessita’ espresse dal ministro sulla revisione della direttiva 201/75/ue sulle emissioni, che interessa anche il settore agricolo ed agroindustriale. “con la revisione della direttiva vengono messi a rischio migliaia di allevamenti italiani. estendere il sistema di certificazione sulle emissioni agli allevamenti di suini e del pollame con piu’ di 150 capi, oggi previsto per quelle realta’ produttive con piu’ di 2000 suini e piu’ di 40.000 polli, e aggiungere nel suo ambito di applicazione le produzioni bovine prima escluse, rischiano di compromettere la capacita’ di approvvigionamento nazionale del paese che risulta gia’ deficitario per quanto riguarda la produzione di latte e carne bovina. cio’ significherebbe aggravare la burocrazia per gli imprenditori e far aumentare ulteriormente i costi di produzione, col rischio di portare al collasso il settore e alla chiusura degli allevamenti”, spiega SALSI precisando che “siamo in una situazione nella quale da un lato ci si interroga su come assicurare ai cittadini europei la sicurezza alimentare messa in potenziale pericolo dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino e dall’altro si rischia di emanare norme ulteriormente restrittive su una realta’ produttiva gia’ di elevatissima qualita’ che opera con rispetto ambientale, soprattutto se pensiamo ad esempio alle straordinarie dop del prosciutto di parma e del parmigiano reggiano”. “si tratta di allevamenti di dimensioni tali che normalmente sono in equilibrio con i fattori della produzione, a partire dai terreni nei quali gestire i reflui zootecnici. sarebbe pertanto un errore aggravare con ulteriori pratiche burocratiche imprenditori poco piu’ che a gestione famigliare gia’ presi dalle attivita’ ordinarie di gestione”, conclude SALSI.