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i maggiori produttori di fertilizzanti hanno interrotto le esportazioni: la cina da ottobre e la russia, il maggior fornitore dell’ue, piu’ recentemente dopo la guerra contro l’ucraina, privando i loro clienti di un asset fondamentale nella produzione di grano, scrive marie josee COUGARD su “les echos”. con meta’ del fertilizzante – spiega – la resa del grano scenderebbe del 25% secondo isaure perrot, consulente dell’azienda specializzata agritel. e’ una prospettiva che fa venire i brividi lungo la spina dorsale dei paesi dipendenti ora privi di consegne da russia e ucraina, in particolare quelli del bacino del mediterraneo. cina e russia mantengono i loro divieti di export in previsione di tempi ancora piu’ difficili. con il conflitto in ucraina nessuno controlla piu’ il prezzo del gas, che rappresenta il 90% del prezzo dei fertilizzanti azotati, i piu’ usati al mondo. per vent’anni il megawatt di gas e’ rimasto tra i 20 ei 30 euro. nel quarto trimestre dello scorso anno e’ salito a 140 euro. una settimana dopo la guerra ha raggiunto i 345 euro. comunque per il raccolto 2022 non c’e rischio di penuria, secondo lo specialista norvegese yara, grazie agli stock esistenti. “invece – precisano fonti della stessa societa’ – nessuno sa cosa succedera’ nel 2023”. non c’e’ alcuna previsione sull’evoluzione dei prezzi, che sono aumentati del 300% in pochi mesi, ne’ sulla reazione degli agricoltori. le idee per economizzare cereali e fertilizzanti non mancano – prosegue l’articolo – anche quelle piu’ estreme, come quella di abbandonare l’allevamento, ma mostrano ben presto il loro limite. infatti, le deiezioni animali, che apportano il 40 per cento degli ammendanti indispensabili alle colture in francia, sono insostituibili. infatti – conclude l’articolo – rilasciano l’azoto in modo progressivo e non in colpo solo come quelli chimici, in momenti chiave dello sviluppo della pianta.