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“creare il pomodoro da industria del futuro: che sia di alta qualita’ e resistente alle malattie, che possa essere coltivato con un minore uso di fitofarmaci o pesticidi dimostrandosi sostenibile per l’ambiente, per il territorio e per le aziende produttrici. e’ questa la sfida raccolta dal progetto va.po.re. ‘valutazione, diffusione e introduzione di nuove varieta’ di pomodoro resistenti a peronospora e alternaria per la produzione di pomodoro da industria a minor impatto ambietale e maggior salubrieta”, iniziativa realizzata nell’ambito del psr 2014-2020 emilia-romagna nella mis. 16.1. il progetto, di durata biennale, riunisce tera seeds, (capofila del progetto), realta’ sementiera di gambettola (fc) specializzata nella ricerca, miglioramento genetico e riproduzione delle sementi che negli ultimi anni ha introdotto varieta’ innovative e apprezzate come syraz, cartizze e rulander, ri.nova, ente di ricerca in ambito delle produzioni vegetali di cesena (fc), conserve italia, azienda leader in europa nel settore delle conserve ortofrutticole e titolare (tra gli altri) dei marchi cirio e valfrutta, e il crea of. il progetto vede anche la partecipazione di irecoop emilia-romagna (ente di formazione di confcooperative), della cooperativa sociale for.b onlus di forli’ e di diverse aziende agricole nel territorio regionale”, informa un comunicato di tera seeds e ri.nova. “l’obiettivo del progetto e’ quello di garantire alle aziende di trasformazione un pomodoro che sia, al tempo stesso, di elevata qualita’, che garantisca ottime rese produttive e che sia resistente ai due grandi nemici fungini di questa produzione: peronospora e alternaria. in questo modo consegneremo all’industria un pomodoro buono, salubre e sostenibile per l’ambiente, per il consumatore e per le aziende produttrici, sia quelle impegnate nella produzione biologica sia per quelle che applicano i disciplinari di produzione integrata. le cosiddette varieta’ resistenti, infatti, garantiscono alcuni importanti vantaggi per gli agricoltori e per la collettivita’. le resistenze innate delle piante permettono di affrontare parassiti e malattie anche quando non e’ possibile effettuare trattamenti chimici in campo, magari per ragioni climatiche, oppure perche’ si sceglie di non farli: tutto il processo produttivo, in questo modo, diventa ancora piu’ ecosostenibile”, hanno spiegato enrico BELFANTI, referente per tera seeds, e stefania DELVECCHIO, responsabile del progetto per ri.nova. “i primi risultati sono molto incoraggianti: siamo partiti mettendo a dimora 20 diversi genotipi di pomodoro da industria selezionati fra centinaia di materiali, frutto della ricerca avviata gia’ da anni e, alla fine del primo anno di progetto abbiamo ristretto la rosa a 4 varieta’ promettenti. su queste varieta’ svolgeremo, nei prossimi mesi, prove ancora piu’ approfondite dal punto di vista agronomico presso le aziende biologiche aderenti al progetto: l’azienda agricola biologica deltabio di codigoro (fe), l’azienda buttini quirico, la societa’ agricola dune e l’azienda telloli tonino, tutte e tre del territorio di mesola (fe), oltre alla cooperativa sociale for.b di forli’ (fc), specializzata nell’inserimento lavorativo per persone svantaggiate”, hanno aggiunto BELFANTI e DELVECCHIO. “la sanita’ delle piante in campo sara’ valutata dal crea: loredana SIGILLO analizzera’ i sintomi su foglie e frutti per individuare i ceppi fungini realmente diffusi in emilia romagna e identificare le varieta’ efficaci nel contrastare alternaria e peronospora nel territorio regionale. a valutare i risultati qualitativi delle prove di campo saranno, invece, i tecnici di conserve italia. attraverso una serie di prove in laboratorio saranno valutati vari parametri di qualita’ e l’idoneita’ delle diverse varieta’ a venire trasformate tramite i processi industriali in passate, polpe e salse dei noti marchi cirio e valfrutta, veri capisaldi della dieta mediterranea e icone del made in italy. le analisi dimostreranno anche la maggior sicurezza e salubrita’ dei prodotti realizzati con le varieta’ resistenti senza compromettere le qualita’ chimico-fisiche e organolettiche dei trasformati”, hanno spiegato BELFANTI e DELVECCHIO. “il progetto prevede anche un’attivita’ di formazione, a cura di irecoop emilia-romagna, in partenza a breve, con lo scopo di diffondere i risultati del progetto e favorire la diffusione delle pratiche agronomiche messe in campo e perfezionate nel tempo fra gli agricoltori emiliano-romagnoli. il corso di formazione si rivolgera’ primariamente a tecnici e produttori e coinvolgera’ docenti di grande esperienza che condivideranno conoscenze e tecniche nuove per gestire la coltura del pomodoro”, informa il comunicato. “in un panorama spesso dominato dalla presenza di varieta’ frutto della ricerca estera, crediamo che va.po.re. possa svolgere un ruolo importante nella valorizzazione della ricerca a livello nazionale e regionale, dando vita a un pomodoro di alta qualita’, sviluppato per rispondere al meglio alle difficolta’ climatiche e fitosanitarie del nostro areale e 100% emiliano-romagnolo, frutto di una filiera, che va dall’azienda sementiera all’industria di trasformazione, passando per gli enti di ricerca e le aziende agricole, espressione delle eccellenze del territorio regionale”, ha concluso BELFANTI.