(riproduzione riservata)
di Letizia Martirano
L’11 febbraio si e’ tenuto in Assisi il tradizionale incontro promosso da Anacodi, Cesar e Ismea sulla gestione del rischio. Un appuntamento che quest’anno ha assunto un particolare rilievo per la partecipazione del ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli.
Nelle due interviste che seguono il presidente di Asnacodi Italia Albano Agabiti e il direttore Andrea Berti svolgono alcune riflessioni sulle questioni piu’ importanti
INTERVISTA AD ALBANO AGABITI, PRESIDENTE ASNACODI ITALIA
Alla luce degli ultimi sviluppi sul fronte della gestione del rischio come giudica la situazione?
È la prima volta che in quattordici anni, da quando si svolge il convegno di Assisi sulla gestione del rischio, non abbiamo parlato di problemi ma di prospettive. Prospettive che riguardano i prossimi 10 anni. È un momento di importanti cambiamenti che ci vedono coinvolti in qualità di primo attore con il nostro Sistema Condifesa-Asnacodi Italia.
A chi va il merito?
È stato un lavoro di squadra. Certamente è straordinario quello che in questi anni è stato fatto da Asnacodi Italia e da tutto il sistema dei nostri Condifesa, ovviamente anche grazie alle istituzioni e alle organizzazioni professionale che ci hanno accompagnato e sostenuto. Certamente tutto è migliorabile ma si è trattato di un processo costante che ha portato a un aumento dei valori assicurati da 1 miliardo a 9 miliardi nel giro di pochi anni, questo a conferma dell’importanza che la Gestione del Rischio ha assunto e continua ad assumere per gli agricoltori.
Come è andata la campagna assicurativa 2021?
Durante il convegno di Assisi sono stati presentati i numeri 2021 della gestione del rischio che registra un nuovo record in termini di valore assicurato che è arrivato a sfiorare i 9 miliardi di euro, evidenziando un aumento del 5,1% sul 2020. Numeri che sottolineano l’attenzione delle imprese agricole. Oltre ai numeri è importante sottolineare come in questi anni si sia lavorato per ottimizzare il processo contributivo, basti pensare che entro dicembre 2021 sono stati erogati dall’organismo pagatore oltre 238 milioni di euro, pari all’85,87% del totale concesso. Un successo targato anche Asnacodi Italia.
Come sono i rapporti con la pubblica amministrazione?
Ottimi, anche grazie a questo siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo di velocizzare l’iter contributivo. Il dialogo con tutta la struttura del ministero delle Politiche Agricole, di Ismea e di Agea è positivo e collaborativo, siamo continuamente al lavoro per trovare soluzioni efficaci, devo dire che procede agevolmente sui vari fronti caldi aperti, uno su tutti il nuovo Fondo “AgriCat”.
Di “AgriCat”, che sarà gestito da Ismea, si e’ parlato nel corso del convegno di Assisi Cosa ne pensa?
Il fondo mutualistico “AgriCat” presentato in occasione del convegno e gestito da Ismea, e’ una opportunità che non deve essere minimamente sottovalutata e ne’ affrontata in maniera semplicistica. Siamo convinti che questo nuovo strumento debba funzionare come volano per aumentare la diffusione e la conoscenza degli strumenti assicurativi e mutualistici tra le imprese agricole. La nostra associazione ne è convinta sostenitrice e crede che tale misura permetterà di sfruttare al massimo le potenzialità della Gestione del Rischio, il tutto in maniera coordinata con le altre soluzioni di difesa passiva che l’agricoltore ha a disposizione, senza tralasciare gli strumenti di difesa attiva. Insomma, un vero e proprio processo di Risk Management.
In che modo si può ottenere questo obiettivo?
Abbiamo a nostra disposizione un grande vantaggio che non dobbiamo farci sfuggire: un anno per sperimentare questa nuova soluzione complementare agli strumenti “classici”. Il tutto ci permetterà, se riusciamo tutti a cogliere l’occasione in maniera propositiva, di arrivare preparati per il primo gennaio 2023, dove il Fondo sara’ attivo per tutte le aziende agricole del nostro Paese.
INTERVISTA AD ANDREA BERTI, DIRETTORE ASNACODI ITALIA
Quali sono gli obiettivi generali di Asnacodi Italia?
Asnacodi Italia sta vivendo un momento di cambiamento come tutto il nostro mondo e si pone l’obiettivo primario di utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione per efficientare il mondo della gestione del rischio. Per questo è necessario passare dalla semplice gestione amministrativa della polizza grandine al governo della strategia di sistema per sviluppare le migliori e più equilibrate soluzioni di gestione del rischio in sinergia con ogni soggetto pubblico e privato che, a vario titolo, si occupa di valorizzazione del prodotto degli agricoltori, il tutto in piena coerenza con altre misure pubbliche e private perseguendo la responsabilizzazione degli agricoltori e soluzioni efficienti di cogestione. Infine, ma non da ultimo, sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie, ad esempio a partire dall’impiego dei big data.
Cosa sta facendo Asnacodi Italia per le aziende agricole associate ai Condifesa?
La situazione è in evoluzione, le imprese agricole hanno bisogno di stabilità a fronte di rischi crescenti derivanti dall’andamento climatico e dall’inflazione. Asnacodi Italia con i Condifesa del territorio sta lavorando su diversi fronti, sia come portatore di innovazione nella definizione del rating aziendale e, ovviamente, sul concetto di risk management a 360 gradi. Su questo ultimo aspetto stiamo lavorando a fianco dei competence leader (i direttori dei territori che hanno dato la loro disponibilità a collaborare sui diversi fronti caldi) per dare risposte concrete; grazie al lavoro di squadra molti risultati sono già stati raggiunti e messi a disposizione di tutte le aziende agricole associate, si parla di 61.389 imprenditori agricoli che gravitano nella galassia Condifesa-Asnacodi Italia.
Perché conviene assicurarsi anche in tempi di costi crescenti per le aziende agricole?
Basterebbe un dato per capire l’importanza di assicurare: le imprese che si assicurano hanno una redditività media superiore del 9% rispetto alle altre e non lo diciamo noi, ma direttamente la Commissione agricoltura. Inoltre, possiamo contare sulla contribuzione pubblica del 70% che rende conveniente la sottoscrizione di una polizza. Infatti, studi matematici su dati reali dei nostri Condifesa evidenziano che a fronte di ogni euro investito in assicurazioni agevolate nel medio-lungo periodo si ottiene un ritorno di oltre 2 volte l’investimento. Infine, le aziende del nostro Paese e, di conseguenza, i redditi dell’agricoltore, sono minati da rischi sempre nuovi, cambiamento climatico, insetti alieni, sbalzi di mercato, come sempre sottolinea il nostro presidente Agabiti, chi non si assicura in questo momento è un pazzo.
Come giudica la situazione italiana sul fronte della gestione del rischio rispetto agli altri Paesi europei?
L’Italia è il paese dell’Unione europea più impegnato sul fronte della gestione del rischio. A riprova di questo le numerose ricerche portate avanti dalle nostre università e dalle università estere, ma non solo. Infatti, un recente studio presentato dalla Commissione europea ha sottolineato il ruolo di primario attore dell’Italia e dei Condifesa nazionali per lo sviluppo di soluzioni innovative di gestione del rischio, in particolare la Commissione europea evidenzia il lavoro propositivo effettuato sui fondi settoriali.
Ci sono novità importanti nella rilevazione dei dati atmosferici?
Certamente, tutto il mondo della gestione del rischio si sta muovendo per cercare soluzioni efficaci ed efficienti per la rilevazione dei danni. Come sistema Condifesa-Asnacodi Italia abbiamo sviluppato una applicazione in dotazione ai periti estimatori dei danni che permette di velocizzare la perizia, georeferenziare l’appezzamento, automatizzare i calcoli, ecc. Inoltre, l’app “parla” direttamente con le banche date delle compagnie e dei Condifesa. Altro argomento in via di sviluppo e direttamente connesso, riguarda l’utilizzo intelligente dei dati per sviluppare polizze parametriche, che permettono di ridurre i costi e massimizzare i risultati. Anche su questo stiamo lavorando al fianco dei Condifesa per sviluppare soluzioni performanti, come la polizza prato-pascolo che impiega indici meteo e biologici, grazie al rilevamento dei dati da terra e satellitari.