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“sara’ un’altra annata difficile per il mais nazionale. il grande caldo di questi mesi, unito alle scarse precipitazioni, produrra’ una sensibile diminuzione di granella nelle quattro regioni che trainano la produzione italiana: emilia-romagna, veneto, lombardia e piemonte. e’ questa la prima previsione di cai – consorzi agrari d’italia alla vigilia dell’inizio della raccolta previsto a cavallo di ferragosto”, rende noto un comunicato. “il mais e’ la prima coltura nazionale sia in termini di produzione, pari a circa 7 milioni di tonnellate, sia di rese, media 10 tonnellate per ettaro. questa elevata attitudine produttiva attribuisce al prodotto un ruolo preminente nei sistemi colturali italiani dal momento che le filiere della zootecnia e della bio-industria dipendono strettamente proprio dal mais”, spiega il comunicato. “la dinamica produttiva degli ultimi anni, pero’, ha mostrato una forte flessione sia in termini di superfici investite, sia di raccolti. in particolare, secondo i dati cai, le superfici destinate al mais da granella sono scese da 1,03 milioni di ettari nel 2009 a circa 600.000 mila ettari nel 2020, a testimonianza di una evidente perdita di competitivita’ del settore”, aggiunge il comunicato. “alla luce dei livelli raggiunti dalle importazioni, l’italia produce ormai il 55% dei consumi complessivi di granella ponendo a rischio le produzioni italiane zootecniche (igp e dop in particolare). il mais e’ destinato, in ordine di importanza quantitativa, ad alimentazione zootecnica e settore mangimistico (77%), seguita dall’amideria (16%) e quindi dal settore molitorio (7%)”, sottolinea il comuinicato. “nonostante il quadro generale fosco, grazie ad una programmazione mirata e a importanti contratti di filiera stipulati da cai – consorzi agrari d’italia per cercare di valorizzare il settore, i produttori di mais potrebbero raggiungere premialita’ aggiuntive di 100 euro a ettaro”, conclude il comunicato.