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“in controtendenza al balzo fatto registrare delle esportazioni made in italy, calano solo gli acquisti di prodotti alimentari italiani in gran bretagna, in diminuzione del 2% per effetto delle limitazioni imposte dalla brexit”, afferma la coldiretti sulla base di una propria analisi dei dati istat relativi al commercio estero nel mese di aprile 2021 rispetto all’anno precedente. “a pesare sull’export alimentare sono le difficolta’ burocratiche ed amministrative legate all’uscita degli inglesi dall’unione europea, che si sommano agli effetti della pandemia covid con la ripartenza della ristorazione resa piu’ difficile dal nuovo diffondersi della cosiddetta variante indiana del covid”, sottolinea coldiretti, nel precisare che “le criticita’ maggiori per chi esporta verso il regno unito interessano le procedure doganali e riguardano anche l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli”. “difficolta’ che mettono a rischio i 3,4 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari annue made in italy con il paese oltremanica che si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del belpaese per cibo e bevande dopo germania, francia e stati uniti”, evidenzia la coldiretti. “dopo il vino, con il prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani piu’ venduti in gran bretagna ci sono i derivati del pomodoro, ma rilevante e’ anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva e il flusso di grana padano e parmigiano reggiano”, continua la coldiretti, nel concludere che “a pesare sulle vendite di cibo italiano sono anche le violazioni degli accordi sulla brexit da parte degli inglesi che rischiano di favorire l’arrivo nell’unione europea di cibi e bevande non conformi agli standard sicurezza ue ma anche contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari tutelati, dal parmigiano al chianti, favorito dalla deregulation”.