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“e’ sos raccolti nei campi italiani, dove senza decreto flussi e proroga dei permessi di soggiorno rischiano di scomparire quasi 50mila lavoratori in una fase delicata della stagione, a causa delle limitazioni all’arrivo di manodopera straniera ma anche delle difficolta’ burocratiche che impediscono l’utilizzo di quella italiana, secondo quanto emerge dal report di coldiretti su ‘il lavoro e le frontiere nell’era del covid’ diffuso in occasione dell’atterraggio all’aeroporto di pescara della prima task force di cittadini marocchini per lavorare nei campi in abruzzo, lombardia, veneto, emilia romagna e valle d’aosta”, informa coldiretti con un comunicato. “l’iniziativa, promossa dalla coldiretti, giunge in un momento in cui il marocco ha sospeso tutti i collegamenti aerei con l’italia con grandi difficolta’ per molte imprese che non possono piu’ contare su storici collaboratori”, prosegue il comunicato. “a pesare sono i limiti al passaggio nelle frontiere disposti da molti paesi per l’avanzare dei contagi – spiega coldiretti – ma la situazione rischia di diventare ancora piu’ drammatica se non verranno prorogati i permessi di soggiorno per i lavoratori stranieri presenti in italia, in scadenza il 30 aprile prossimo. un problema che interessa oltre 30mila operai agricoli che potrebbero essere costretti a tornare nei propri paesi proprio all’avvio delle attivita’ di raccolta di frutta e verdura. il pericolo e’ la perdita delle produzioni in un momento in cui e’ importante assicurare l’approvvigionamento alimentare degli italiani pure per le difficolta’ degli scambio commerciali. da qui la richiesta di coldiretti di prorogare i permessi ma anche di accelerare nell’emanazione del decreto flussi 2021 che dovrebbero portare nelle campagne dello stivale altri 18mila lavoratori extracomunitari”, continua il comunicato. “un problema grave in una situazione in cui a livello nazionale viene ottenuto da mani straniere piu’ di un quarto del made in italy a tavola, con 368mila lavoratori provenienti da ben 155 paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il dossier di idos al quale ha collaborato la coldiretti”, spiega il comunicato. “alle difficolta’ per l’arrivo di manodopera straniera si aggiungono – continua coldiretti – quelle burocratiche che ostacolano l’utilizzo dei lavoratori italiani. non e’ stata, infatti, prorogata nel 2021 la possibilita’ di lavorare nelle campagne per i percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza. si tratta di contratti a termine non superiori a 30 giorni – spiega coldiretti -, rinnovabili per ulteriori 30 giorni, nel limite di 2000 euro per l’anno 2020, che potrebbero rappresentare un’opportunita’ importante per i bilanci delle famiglie anche per la situazione di difficolta’ in cui si trovano altri settori economici”, sottolinea il comunicato. “con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale puo’ offrire ai cittadini in difficolta’ – rileva coldiretti – almeno 200mila posti di lavoro che in passato erano affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali”, continua il comunicato. “una opportunita’ che deve essere dunque accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per la semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro, chiede il presidente della coldiretti ettore PRANDINI nel sottolineare che serve anche una radicale semplificazione che possa ridurre la burocrazia, garantire flessibilita’ e tempestivita’ del lavoro stagionale in un momento in cui tanti lavoratori di altri settori sono in difficolta’”, si legge ancora nel comunicato. in merito all’arrivo del primo contingente di 142 lavoratori dal marocco, coldiretti spiega che “l’operazione e’ stata resa possibile dalla collaborazione fra coldiretti e l’ambasciata italiana in marocco e che tutti sono stati sottoposti alla partenza a un tampone rapido, nel rispetto dell’ordinanza del ministero della salute appena pubblicata”. “si tratta di operai agricoli stagionali qualificati che ormai da anni – sottolinea la coldiretti – sono impiegati sul territorio nazionale, e che dopo il periodo di quarantena, si impegneranno nei campi delle regioni di destinazione in attivita’ che necessitano in molti casi di una elevata professionalita’ e che comprendono la semina delle patate, i trapianti di finocchi e carote, la coltivazione del tabacco e dei pomodori, la raccolta di meloni, zucche e zucchine”, evidenzia il comunicato. “in queste condizioni e’ importante l’annuncio da parte della commissione europea del passaporto vaccinale con l’obiettivo di consentire la libera circolazione all’interno dell’unione per lavoro o turismo, conclude il presidente PRANDINI nel sottolineare l’importanza di lavorare a livello nazionale per accordi bilaterali con i paesi da dove e’ piu’ rilevante il flusso di lavoratori”, conclude il comunicato.