ITALIA ALMENO IL 13% ALL’AGROALIMENTARE”
“Qualsiasi cifra che sarà messa a disposizione dovrà essere distribuita in
base alla percentuale di export che il Paese fa negli Stati Uniti”
Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, ha partecipato al confronto a
Palazzo Chigi con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per affrontare
l’impatto dei dazi USA sui prodotti agroalimentari italiani. Durante il
vertice a cui hanno partecipato le rappresentanze agricole, Prandini ha
illustrato i dati che preoccupano e confermano come il rincaro del 20%
deciso dal Presidente Trump colpisca duramente l’export Made in Italy,
minacciando un comparto strategico per l’economia nazionale.
“Stiamo affrontando un problema che è europeo e servono diplomazia e
risorse europee. Qualsiasi risorsa sarà messa disposizione a livello
nazionale per contrastare questo delicato momento – ha spiegato Prandini –
dovrà essere distribuita in base alla percentuale di export per settore e
quindi all’agroalimentare chiediamo venga destinato almeno il 13% circa”.
Prandini ha voluto sottolineare che i dazi avranno un “impatto che potrebbe
superare i 3 miliardi di euro tra mancate vendite, stoccaggi, deprezzamenti
e perdita di quote di mercato”.
Il presidente della prima organizzazione agricola europea, ha voluto poi
ricordare che nel solo 2024, “l’agroalimentare italiano ha registrato un
valore record di esportazioni verso gli Stati Uniti pari a 7,8 miliardi di
euro. Il dazio – ha proseguito – se applicato su questi livelli, rischia di
tradursi in una perdita diretta di oltre 1,6 miliardi per gli importatori
americani, che inevitabilmente scaricheranno i costi su produttori italiani
e consumatori americani”.
Ecco che allora è la diplomazia che deve giocare un ruolo determinate con
l’Europa che deve parlare “con un’unica voce – ha spiegato Prandini – senza
seguire la logica del contro dazio che non poterebbe da nessuna parte ma
rischierebbe di peggiorare una situazione già delicata”.
Al termine dell’incontro, Prandini ha consegnato alla premier un documento
contenete una serie di proposte per mitigare gli effetti delle tariffe
finalizzate a sostenere le aziende tra cui quella di potenziare i fondi per
l’internazionalizzazione e la valorizzazione dei prodotti autentici contro
l’Italian sounding e quella di sostenere accordi commerciali internazionali
con reciprocità, per contrastare la concorrenza sleale e altre possibili
soluzioni concrete. “È il momento dell’unità – ha aggiunto il segretario
generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo – del coraggio e della visione.
Non possiamo permettere che anni di lavoro sui mercati internazionali
vadano perduti per una guerra commerciale che penalizza tutti”.