IN AGGIORNAMENTO – DAZI: DICHIARAZIONI DOPO ANNUNCI DI TRUMP

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USA CHIEDONO AL MESSICO ELIMINAZIONE DAZI SU SISTEMI
DIFESA CONTRO VERME A VITE DEL NUOVO MONDO

il segretario americano all’agricoltura brooke ROLLINS ha inviato una lettera alla sua controparte in messico, chiedendo che vengano eliminate le restrizioni sugli aerei dell’usda e di rinunciare ai dazi doganali sul materiale per l’eradicazione che stanno ostacolando la risposta degli stati uniti alla diffusione del verme a vite del nuovo mondo (new world screwworm, la larva della mosca cochliomyia hominivorax), informa un comunicato. “ogni ritardo nel concedere la piena autorita’ operativa e nell’eliminare le barriere doganali mina la nostra capacita’ collettiva di portare avanti questa risposta di emergenza – ha scritto ROLLINS – e se questi problemi non saranno risolti entro il 30 aprile, l’usda limitera’ l’importazione di bovini, bisonti ed equini vivi provenienti o in transito dal messico, per proteggere gli interessi dell’industria agricola degli stati uniti”. l’usda – spiega il comunicato – continua a intraprendere tutte le azioni necessarie per fermare la diffusione del new world screwworm nel messico meridionale, al fine di proteggere l’industria zootecnica americana, l’approvvigionamento alimentare e le popolazioni di animali selvatici prima che il parassita raggiunga il confine degli stati uniti.

DEF: ALLEANZA COOPERATIVE, PIU’ SVILUPPO, TUTELE E LIQUIDITA’
PER CONSENTIRE A IMPRESE DI AFFRONTARE CRISI DAZI

“il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica certificato dal documento di finanza pubblica 2025 rappresenta una notizia positiva per la tenuta economica del paese, grazie anche alle maggiori entrate fiscali. tuttavia, le centrali cooperative dell’alleanza segnalano l’assenza di una strategia esplicita di riprogrammazione delle risorse pubbliche a sostegno dello sviluppo, delle imprese e dell’economia sociale. a dirlo sono simone GAMBERINI, presidente di legacoop, e marco VENTURELLI, segretario generale di confcooperative, intervenuti, anche in rappresentanza di giovanni SCHIAVONE, presidente agci, all’audizione sul dfp davanti le commissioni bilancio di camera e senato”. lo rende noto un comunicato di alleanza delle cooperative italiane che cosi’ prosegue: “la riduzione della spesa netta nel 2024 e il mantenimento dell’avanzo primario sono valutati favorevolmente. preoccupa, tuttavia, la debolezza dell’intervento pubblico in ambito sociale e sanitario. il comparto socioassistenziale e’ sottofinanziato, come evidenziato da ufficio parlamentare di bilancio e banca d’italia. in assenza di interventi mirati, il sistema rischia seri squilibri e un’ondata di contenziosi, come nel caso dei ricoveri per alzheimer, a seguito della recente sentenza della cassazione. nel primo semestre 2025, il sentimento economico tra le cooperative e’ negativo, anche se si prevede una crescita di fatturato nei settori sociale, sanitario e agroalimentare. persistono criticita’ strutturali, tra cui il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e la crisi demografica della cooperazione, con un saldo negativo di iscrizioni e cessazioni. il movimento sollecita una riflessione sull’evoluzione normativa degli ultimi vent’anni, affinche’ lo stato torni a promuovere attivamente la cooperazione, in linea con l’articolo 45 della costituzione. la nuova crisi dei dazi statunitensi rischia di travolgere il settore agroalimentare, in particolare il vino, l’olio evo, i formaggi, i salumi e le conserve di pomodoro. le cooperative, che esportano negli stati uniti prodotti ad alto valore aggiunto, non possono delocalizzare e invocano misure di emergenza per evitare perdite di mercato e occupazione. le stime parlano di rischi occupazionali tra i 18 e i 20 mila posti, con cali potenziali di export fino al 30% per i vini e al 20% per i salumi. le centrali cooperative avanzano una serie articolata di proposte su quattro assi principali: attivazione di fondi europei e nazionali per sostenere le imprese colpite dai dazi , con risorse straordinarie, promozione nei nuovi mercati e strumenti digitali per l’export; ammortizzatori sociali speciali, contenimento della pressione fiscale, estensione dei benefici alle imprese agricole cooperative, e semplificazione burocratica; misure di sostegno al credito sul modello del temporary framework ucraina e moratorie simili a quelle attuate durante il covid; revisione della disciplina della global minimum tax per renderla compatibile con le specificita’ delle cooperative e delle imprese sociali; in vista della legge annuale per le pmi e dell’attuazione della raccomandazi one ue sull’economia sociale, la cooperazione chiede incentivi per gli investimenti nel capitale delle imprese sociali, un rilancio della fiscalita’ sul patrimonio indivisibile delle societa’ cooperative e correttivi agli indici sintetici di affidabilita’. sul fronte degli appalti pubblici, e’ urgente eliminare la disparita’ tra lavori e servizi nella revisione prezzi. inoltre, il rinnovo del ccnl della cooperazione sociale e i nuovi costi che ne derivano devono essere riconosciuti dalla pa. infine, e’ indispensabile un intervento coordinato per l’adeguamento delle tariffe dei servizi sociosanitari, oggi ampiamente insufficienti”.

DAZI: VANCE, CON MELONI CONTINUEREMO
DIALOGO SU NEGOZIATI CON UE

“con MELONI continueremo dialogo su negoziati con ue» «vorrei anche parlare con il primo ministro di alcune relazioni economiche molto importanti tra l’italia e gli stati uniti. ma, ovviamente, stiamo conducendo importanti negoziati commerciali non solo tra l’italia e gli stati uniti, ma anche con l’intera unione europea. ne abbiamo parlato a lungo ieri con il presidente e oggi daremo seguito a quelle conversazioni». ha detto il vicepresidente degli stati uniti, jd VANCE, prima del bilaterale con la premier giorgia MELONI a palazzo chigi.

GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA), BENE INCONTRO MELONI-TRUMP.
ORA SPERIAMO IN INTESA DEFINITIVA ELUDENDO RISCHIO DAZI

“come confagricoltura sin dall’inizio avevamo chiesto un dialogo forte ed autorevole tra l’europa e gli stati uniti. il viaggio oggi della presidente MELONI va nella giusta direzione”. lo afferma il presidente di confagricoltura massimiliano GIANSANTI in merito all’incontro tra la presidente del consiglio giorgia MELONI e il presidente degli stati uniti donald TRUMP. “dobbiamo evitare guerre commerciali con quello che per noi e’ il principale mercato al di fuori dell’europa”, evidenzia GIANSANTI, che prosegue: “credo che attraverso la diplomazia e, piu’ in generale, attraverso i buoni rapporti che da sempre caratterizzano le due sponde dell’atlantico, si possano da un lato creare ancora oggi forti condizioni per poter garantire la sicurezza alimentare a livello globale, senza nessuna influenza per quello che riguarda la vita dei consumatori e, dall’altro lato, incentivare sempre di piu’ la grande capacita’ produttiva sia europea che americana in una giusta dimensione, ma soprattutto per rispondere a quelle che sono le sfide del mercato globale che ci chiedono di produrre sempre di piu'”. “quindi bene l’incontro tra la presidente MELONI e TRUMP: ora speriamo che si possa trovare un’intesa definitiva eludendo il rischio e la preoccupazione legati ai dazi, per dare una nuova prospettiva e un nuovo accordo tra gli stati uniti e l’europa stessa”, conclude GIANSANTI.

DAZI: MAMMI (EMILIA ROMAGNA), 12 MILIONI DI EURO PER
RAFFORZARE PRESENZA AGROALIMENTARE ALL’ESTERO

oltre 10,5 miliardi di euro di export verso gli stati uniti, di cui quasi 1 miliardo solo tra cibo e vino: numeri che fanno degli usa il primo mercato extra-ue per l’agroalimentare emiliano romagnolo ma che rischiano di essere messi in discussione dall’annuncio di nuovi dazi usa, rende noto un comunicato della regione emilia romagna. una situazione di incertezza – spiega il comunicato – alla quale la regione risponde con una strategia concreta e mirata per sostenere l’export e le imprese, mettendo a disposizione oltre 12 milioni di euro per la promozione, sui mercati internazionali, del vino e dei prodotti dop e igp. a illustrarla e’ l’assessore regionale all’agricoltura e agroalimentare alessio MAMMI, protagonista della settima puntata di “risposte”, il format di video-interviste alla giunta dell’emilia romagna, guidata dal presidente michele DE PASCALE, che approfondisce alcune delle questioni di maggiore rilievo per la comunita’ regionale. il video e’ online su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=ap1p_sqfpks), su lepidatv (https://www.lepida.tv/video/episodio-7-risposte-alessio-mammi) e sui profili instagram e facebook della regione.

BCE: GARDINI (CONFCOOPERATIVE), TAGLIO 25 PUNTI MISURA
CORAGGIOSA IN MOMENTO DELICATO AGGRAVATO DA DAZI

“‘il nuovo taglio di 25 punti del costo del denaro operato dalla bce rappresenta un segnale importante, molto atteso dal sistema produttivo italiano ed europeo. una misura coraggiosa che arriva in un momento delicato di contrazione dell’economia mondiale dove i dazi hanno aumentato il clima di incertezza’. e’ quanto afferma maurizio GARDINI, presidente di confcooperative, nel commentare positivamente il taglio operato dalla bce”. lo rende noto un comunicato di confcooperative. “questa scelta va nella giusta direzione e risponde alla necessita’ delle imprese di accedere al credito a condizioni meno onerose”, sottolinea il presidente di confcooperative, ad avviso del quale “le cooperative e le imprese in generale hanno bisogno di poter accedere al credito a condizioni piu’ favorevoli, e questa scelta della bce va proprio in questa direzione”. “e’ fondamentale che le imprese possano investire e innovare, e un costo del denaro piu’ basso rappresenta un’opportunita’ per rilanciare l’economia e per sostenere il sistema produttivo e favorire gli investimenti necessari in questa fase economica complessa”, prosegue GARDINI, che conclude: “la decisione della bce puo’ rappresentare una boccata d’ossigeno. le cooperative, come tutte le imprese, necessitano di liquidita’ a costi sostenibili per alimentare progetti di sviluppo e innovazione”.

DAZI: COPAGRI SARDEGNA, RICADUTE DAZI
SU DOP NON SONO AL MOMENTO ALLARMANTI

“‘le ricadute sul pecorino romano dop dei dazi imposti, salvo poi essere sospesi, dall’amministrazione statunitense non sono al momento tali da suscitare allarmismi particolari o che comunque vadano oltre le normali preoccupazioni che gravano sulle spalle di buona parte dei settori produttivi’. e’ quanto afferma il presidente della copagri sardegna giuseppe PATTERI in occasione della visita della premier giorgia MELONI negli usa, riportando quanto emerso durante una serie di confronti tra la federazione e numerosi produttori associati, svoltisi negli ultimi giorni”. lo rende noto un comunicato di copagri sardegna. “certamente, all’indomani della scellerata imposizione delle nuove barriere tariffarie, le oscillazioni sull’export del pecorino romano verso gli usa sono state temporaneamente e moderatamente avvertite anche dai trasformatori dell’isola, ma al netto di questo, ad oggi, la stragrande maggioranza dei produttori non registra particolari contraccolpi sulle scorte di magazzino”, prosegue il presidente della copagri sardegna, ad avviso del quale “questo si spiega con il fatto che molti esportatori hanno predisposto per tempo una collocazione straordinaria di prodotto sul mercato statunitense”. “al netto di cio’, e’ bene evidenziare che i prezzi al consumo del formaggio sul mercato nazionale mostrano quotazioni decisamente positivi, con quotazioni che nella vendita al dettaglio da parte della gdo superano i 25 euro al chilo”, evidenzia il direttore della copagri sardegna mario PUTZOLU, spiegando che “il trend del pecorino romano continua ad essere positivo sia sul mercato comunitario che in quello ‘extra usa’”. “i dazi non stanno influendo neanche sul prezzo all’origine del prodotto a 5 e 8 mesi di stagionatura, che registra addirittura un leggero aumento rispetto al mese di gennaio”, aggiunge PUTZOLU, facendo inoltre notare che “la produzione di latte conferito, pur avendo subito una contrazione complessiva rispetto alle tre campagne precedenti, anche a causa della blue tongue, ha fatto registrare fino a gennaio una crescita del prodotto destinato alla produzione del pecorino romano”. “quello che bisogna fare, quindi, oltre a evitare pericolosi allarmismi che possano danneggiare i mercati, e’ valutare la possibile attuazione di misure di contrasto, quali ad esempio interventi straordinari atti a stabilizzare i mercati, intervenendo nella peggiore delle ipotesi con operazioni sulle scorte di magazzino, anche in coordinamento con le istituzioni nazionali”, suggerisce PATTERI, invitando la regione sardegna a “muoversi per tempo ed evitare in questo modo di farsi trovare impreparata”.

DAZI: VIA CAMPESINA, NO A NUOVI ACCORDI LIBERO
SCAMBIO RAFFORZARE SOVRANITA’ ALIMENTARE

“l’agricoltura sara’ fortemente colpita dalla guerra commerciale di TRUMP, con gravi ripercussioni sui produttori di beni destinati all’esportazione (vino, formaggio, olio, ecc.) cosi’ come sugli agricoltori”, afferma il coordinamento europeo di via campesina (ecvc). “in questo contesto – prosegue – alcuni presentano la rapida ratifica di nuovi accordi di libero scambio come l’unica soluzione. questa proposta provochera’ decenni di danni agli agricoltori contadini e alle societa’, mantenendo la vulnerabilita’ dei mercati europei e minando la nostra auspicata autonomia strategica”. secondo l’ecvc, “per difendere l’agricoltura, l’alimentazione e i mercati in europa, dobbiamo abbandonare il paradigma del libero scambio e rafforzare la sovranita’ alimentare”.

DAZI: DEMETER ITALIA, TARIFFE STIMOLO PER RAFFORZARE
PRODUZIONI LOCALI, SANE E CERTIFICATE

“i dazi annunciati da donald TRUMP cambiano le regole del gioco del mercato globale, ma non minacciano le produzioni biodinamiche italiane certificate. di fronte all’altalena del mercato agroalimentare innescata dagli annunci di TRUMP, demeter italia, l’associazione per la tutela della qualita’ biodinamica, guarda al rovescio della medaglia, all’opportunita’ di incentivare il mercato locale e di valorizzare le produzioni piu’ sane, ecologiche, tracciabili e certificate”. lo rende noto un comunicato stampa di demeter. “siamo di fronte a un mercato in grande cambiamento – spiega il presidente dell’associazione enrico AMICO – non solo per le dinamiche della politica internazionale, ma anche per un cambiamento culturale sempre piu’ significativo nelle scelte di consumo. l’attenzione ai prodotti piu’ salutari, rispettosi dell’ambiente e del territorio, del sociale sta crescendo tra i consumatori e traccera’ le scelte produttive del futuro. e in questa fase e’ possibile un’accelerazione di questo processo che parte dalla consapevolezza, piu’ o meno acquisita, di quanto l’alimentazione e cio’ che mangiamo condizioni il nostro stato di salute e, in senso piu’ ampio, quello dell’ambiente. proprio per questa ragione la tracciabilita’ dei prodotti e la certificazione di qualita’ biodinamica demeter, che segue rigorosi standard di controllo su ogni azienda licenziataria e ogni produzione, assume grande importanza a tutela del consumatore”. anche per questa ragione AMICO sottolinea come le aziende biodinamiche esportatrici reggeranno bene l’urto: “dopo una prima fase di assestamento il calo delle vendite sara’ meno pesante di quanto si possa pensare, perche’ i nostri prodotti a marchio demeter vengono scelti per la loro eccellenza e garanzia di qualita’, quindi non facilmente imitabili e sostituibili”. secondo il presidente di demeter italia le produzioni biodinamiche certificate sono in grado di offrire una garanzia di qualita’ anche di fronte al rischio di invasione delle produzioni cinesi a seguito della guerra dei dazi. “i rischi collegati all’importazione di prodotti cinesi – continua AMICO – sono ben noti: significa parlare della presenza di sostanze tossiche e vietate nel nostro paese come in europa, contaminazioni dovute agli inquinanti. questo e molto altro ancora. a maggior ragione oggi il consumatore ha necessita’ di tutelarsi. e non si tratta di un piccolo problema”. demeter italia evidenzia la necessita’ di una visione piu’ ampia del contesto produttivo agroalimentare, a partire dalla cura del terreno. “non si parla mai abbastanza dei rischi per la salute legati all’alimentazione – conclude AMICO – e spesso un’etichetta non basta. e’ necessario sapere come e’ stato prodotto cio’ che finisce sulla nostra tavola, capire che un alimento sano non puo’ arrivare da un terreno inquinato, che la cura e l’attenzione dell’agricoltore per cio’ che costituisce l’azienda agricola, dal terreno fino alle persone, genera sempre un valore. per questa ragione in agricoltura biodinamica l’azienda agricola e’ chiamata organismo agricolo, perche’ non esiste davvero nulla di non interconnesso”.

GRANA PADANO: ASSEMBLEA CON LOLLOBRIGIDA
PER IL 70MO. VIDEOMESSAGGIO DI MELONI

“le minacce dei dazi preoccupano i produttori di grana padano, che oggi hanno celebrato un 2024 ricco di successi ed il 70esimo anniversario di fondazione del consorzio di tutela del formaggio a denominazione d’origine protetta piu’ consumato nel mondo nell’assemblea generale che si e’ svolta al centro fiere di montichiari (bs) ed ha visto la partecipazione del ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste francesco LOLLOBRIGIDA ed un videomessaggio di saluto della presidente del consiglio, giorgia MELONI, impegnata a washington nel vertice con il presidente TRUMP”. lo rende noto un comunicato stampa del consorzio. “il nostro cibo e’ sinonimo di eccellenza e grana padano ne e’ una delle espressioni piu’ riconosciute ed apprezzate, con tutto il sistema delle indicazioni geografiche che non ci stancheremo mai di difendere – ha detto tra l’altro il presidente del consiglio -. la nostra priorita’ e’ favorire l’accesso degli imprenditori ai mercati, promuovere la qualita’ italiana, ridurre le barriere che ostacolano la nostra capacita’ di crescere. continueremo in questa direzione anche e soprattutto in questa fase tanto complessa quanto in continua evoluzione, nella quale e’ necessario ragionare con lucidita’ e lavorare con concretezza e pragmatismo. tra le tante incertezze voglio darvi una certezza. il governo continuera’ ad essere al vostro fianco, al fianco di chi produce e difende la nostra identita’, al fianco di chi tiene alta la bandiera del nostro marchio made in italy nel mondo. perche’ l’unica cosa che abbiamo a cuore e’ fare l’interesse dell’italia e degli italiani”. “nel 2024 abbiamo proseguito nella crescita delle produzioni avviate negli ultimi anni – ha sottolineato il presidente del consorzio di tutela, renato ZAGHINI – abbiamo performato ottimamente all’estero e in italia e siamo stati la destinazione piu’ redditizia al mondo per il latte da silomais”. “il consorzio di tutela – continua il comunicato -ha fissato ulteriori obiettivi di crescita con i piani pluriennali produttivo e strategico varanti a fine 2024. ma la guerra dei dazi rischia di imporre modifiche drastiche agli investimenti e non solo verso gli stati uniti, terzo mercato estero per il grana padano nel 2024 con oltre 215mila forme esportate lo scorso anno, con un incremento di oltre 10 punti percentuali sull’anno precedente”. “siamo fiduciosi che il governo trovera’ il modo di attenuare molto l’impatto delle misure minacciata da TRUMP – ha sottolineato il direttore generale, stefano BERNI -. tuttavia, va sottolineato che il sistema grana padano, indipendentemente dall’avvento dei nuovi dazi, si sta intensamente impegnando fuori dall’italia secondo precise strategie che gia’ nel 2024 hanno portato il 51,2% della produzione oltre confine, puntando anche verso altri paesi oltre gli stati uniti, che comunque non raggiungono neppure l’8% del totale esportato. quindi non possiamo inventarci nulla di aggiuntivo all’estero. e come abbiamo superato l’embargo russo e dazi 2020 di TRUMP, ce la caveremo anche stavolta. ma e’ una grave penalizzazione di cui faremmo molto volentieri a meno”. “hanno portato il loro saluto all’assemblea – prosegue il comunicato – ettore PRANDINI, presidente coldiretti, massimiliano GIANSANTI, presidente confagricoltura, raffaele DREI, presidente fedagri, gianmichele PASSARINI, vicepresidente cia, tommaso BATTISTA, presidente copagri, paolo ZANETTI, presidente assolatte, e nicola cesare BALDRIGHI, presidente origin italia”. nel suo intervento LOLLOBRIGIDA ha innanzitutto sottolineato che “il grana padano e’ un’eccellenza italiana che si e’ affermata sui mercati di tutto il mondo, stati uniti compresi, e potra’ continuare ad aprire nuovi mercati, perche’ la sua forza e’ consolidata”. sul tema dei dazi ha ricordato che oggi “c’e’ una sospensione prolungata che permette di trattare come il governo vuole fare, con gli stati uniti, con l’europa che ha un ruolo molto rilevante per le competenze assegnate all’unione europea nei rapporti con i paesi terzi sul sistema tariffario”. inoltre ha espresso fiducia sugli sviluppi auspicati da MELONI: “sui dazi c’e’ sicuramente preoccupazione, ma anche speranza. siamo una nazione che vuole garantire un rapporto sempre piu’ solido con gli stati uniti, intesi come alleato strategico, ma anche come mercato importante per le nostre eccellenze. tra queste il grana padano rappresenta un simbolo straordinario. e’ un prodotto che ha saputo imporsi sui mercati globali grazie alla qualita’ e al lavoro prezioso delle nostre imprese, e ha ancora molto da offrire. il grana padano puo’ aprire nuovi mercati e noi saremo al loro fianco”. “ai ‘dazisti’ chiediamo prima di tutto di non danneggiare i loro consumatori, visto che comunque consumeranno grana padano ugualmente, ma spendendo molto di piu’ – ha detto ZAGHINI concludendo la sua relazione -. ai consumatori chiediamo che continuino a fidarsi di noi, che meritiamo davvero di essere il prodotto dop piu’ consumato al mondo, perche’, come loro sanno bene, siamo i migliori nel rapporto qualita’/prezzo. e per questo siamo e rimarremo i primi”. “l’assemblea generale – riprende il comunicato – ha poi approvato all’unanimita’ la relazione di bilancio per il 2024, il bilancio di sostenibilita’ e la conferma dell’attivita’ di autocontrollo. inoltre ha valutato la relazione annuale sul piano produttivo, che ha ottenuto il via libera con l’88,42% di consensi ed ha adottato altri provvedimenti di carattere tecnico ad ampia maggioranza”.

GRANA PADANO: DREI (FEDAGRIPESCA): NESSUN CEDIMENTO SU
TUTELA IG SONO L’IMMAGINE PIU’ ALTA DEL MADE IN ITALY

“non bisogna cedere sulla tutela delle indicazioni geografiche che rappresentano per il nostro paese un patrimonio economico e culturale inestimabile, oltre che l’immagine piu’ alta del made in italy”. lo ha dichiarato il presidente di fedagripesca confcooperative raffaele DREI, intervenendo all’assemblea per i 70 anni del consorzio del grana padano. lo rende noto un comunicato stampa di confcooperative fedagripesca. “alla luce del delicato contesto internazionale – ha proseguito DREI – ritengo che il tema dei dazi non vada ne’ esasperato ne’ sottovalutato. e’ opportuno a mio avviso compiere un ragionamento piu’ ampio rispetto al rapporto tra l’italia e gli usa, consapevoli che siamo di fronte ad un nuovo ‘disordine’ mondiale, con una vera e propria minaccia a quello che e’ stato finora l’equilibrio del commercio globale”. diventa indispensabile pertanto, secondo il presidente di fedagripesca “attrezzarsi al piu’ presto per consentire alle nostre imprese di affrontare al meglio i diversi shock che si vanno a prefigurare, nel contesto internazionale come in quello nazionale”. di qui l’appello alle istituzioni: “abbiamo chiesto e continueremo a chiedere al nostro governo una serie di misure e di interventi che sostengano la competitivita’ delle nostre imprese”, ha dichiarato DREI. cosi’ come a livello comunitario: “confidiamo nell’approccio piu’ razionale e aperto dimostrato dal commissario ue christophe HANSEN, con il quale speriamo di aver archiviato definitivamente le politiche estremiste e ideologiche della passata commissione”. alla luce delle sfide che l’agroalimentare deve affrontare, l’aggregazione e la concentrazione dell’offerta restano per il presidente DREI delle leve fondamentali per riuscire a competere sui mercati. “bisogna lavorare insieme e coordinati – ha dichiarato – se vogliamo garantire un futuro al nostro tessuto produttivo. i 70 anni di successo del consorzio di tutela del grana padano, che vede il 65% della produzione nelle mani della cooperazione, sono a tal riguardo un mirabile esempio”. un ultimo accenno e’ stato quello dedicato dal presidente della federazione agricola alle campagne denigratorie che, come per il vino, colpiscono anche la zootecnia. si tratta di minacce che DREI considera “ancora piu’ pericolose dei dazi, perche’ mettono a rischio le produzioni di origine animale, fondamentali per la tenuta del tessuto sociale ed economico del nostro paese nonche’ parte del patrimonio culturale del nostro paese”.

DAZI: COMMISSIONE UE, NORMATIVE SU SICUREZZA
ALIMENTARE NON SONO NEGOZIABILI

“le relazioni commerciali tra ue e usa valgono 1,6 trilioni l’anno con enormi vantaggi per entrambe le parti: e’ quanto affermato oggi dal portavoce della commissione europea olof GILL durante il briefing con la stampa che ha fatto il punto dei colloqui sui dazi avuti ieri a washington con le controparti statunitensi dal commissario europeo maros SEFCOVIC. “si tratta di un fantastico risultato economico”, ha aggiunto, sottolineando anche che “ue e usa investono nelle rispettive economie 1,3 trilioni di euro, mentre 3,4 milioni di lavoratori americani sono occupati grazie agli investimenti europei negli usa: non approfittiamo degli usa come affermato anche ieri dal presidente americano donald TRUMP, direi che sembriamo piu’ dei migliori amici”. sempre in riferimento all’affermazione di TRUMP, “riguardo agli scambi agroalimentari GILL ha presentato alcuni dati: nel 2023 l’ue ha importato prodotti per 12 miliardi di euro di valore dagli usa e l’import dell’ue di prodotti agroalimentari e’ cresciuto del 77% dal 2005; gli stati uniti, inoltre, hanno un surplus nell’export di oli di semi e colture proteiche per un valore di 3,9 miliardi di euro e un surplus per frutta e frutta in guscio per un valore di 2 miliardi di euro, oltre a un surplus di input industriali per 362 milioni di euro. “quindi – ha evidenziato GILL – si puo’ tranquillamente affermare che anche in termini di relazioni commerciali agroalimentari entrambi beneficiamo di buone relazioni”. alla domanda se il commissario SEFCOVIC avesse proposto dazi 0 anche per i prodotti alimentari, il portavoce della commissione ha affermato che “e’ vitale ricordare che l’ue ha standard particolari relativamente al food, che sono sacrosanti e che non sono parte di negoziati. i nostri cittadini – ha dichiarato – si aspettano che noi manteniamo i nostri standard i piu’ alti nel mondo e noi lo faremo”.

DAZI: COMMISSIONE EUROPEA, DA DOMANI SOSPESE LE
CONTROMISURE UE PER DARE SPAZIO AI NEGOZIATI

informa un comunicato della commissione europea che sono sospese da domani le contromisure sui dazi commerciali ingiustificati degli stati uniti per dare tempo e spazio ai negoziati ue-usa. “la pausa – si legge nel comunicato – e’ stata annunciata per la prima volta dal presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN la scorsa settimana. la decisione, che sospende per un massimo di 90 giorni le contromisure sulle importazioni di acciaio e alluminio – e’ stata presa in risposta al fatto che gli stati uniti hanno ritardato di 90 giorni le cosiddette tariffe reciproche. in totale, le contromisure ue sospese riguardano 21 miliardi di euro di esportazioni statunitensi. nell’ambito dell’impegno dell’ue per trovare una soluzione negoziale con gli stati uniti, il commissario europeo per il commercio maros SEFCOVIC si trova oggi a washington dc per incontrare le sue controparti statunitensi al fine di esplorare il terreno per una soluzione negoziata. come ha chiarito la presidente VON DER LEYEN nella sua dichiarazione, l’ue vuole ‘dare una possibilita’ ai negoziati’, ma se i colloqui non dovessero rivelarsi soddisfacenti, scatteranno le contromisure dell’ue. oltre a queste contromisure, ora sospese, continuano i lavori preparatori per ulteriori contromisure dell’ue. l’ue – conclude il comunicato – ritiene che i dazi statunitensi siano ingiustificati e dannosi, con il rischio di danni economici per entrambe le parti e per l’economia globale”.

DAZI: CLAL, IMPORTANTE MONITORARE I
FLUSSI DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI

nei primi mesi del 2025 con 1 chilogrammo di latte e’ stato possibile acquistare 2,05 chilogrammi di alimentazione, afferma clal in un comunicato, sottolineando che i prezzi contenuti di mais e soia, uniti alla tendenza positiva del prezzo del latte alla stalla, hanno reso l’alimentazione animale meno costosa rispetto al passato. aggiunge clal che in questo inizio d’anno le esportazioni dei principali paesi produttori mondiali di cereali e semi oleosi evidenziano dati in crescita: gli stati uniti nei primi 2 mesi del 2025 hanno esportato oltre 12 milioni di tonnellate di mais (+26% rispetto allo stesso periodo del 2024), con l’ue in forte crescita tra i paesi acquirenti. a marzo sono aumentate anche le esportazioni di soia del brasile (+16,5%), con un nuovo picco nelle quantita’ destinate alla cina, che ha assorbito il 76% delle spedizioni mensili. conclude clal affermando che in questa fase di stallo sui dazi imposti dall’amministrazione americana sara’ fondamentale monitorare i flussi di import/export dei prodotti agroalimentari, che potrebbero approfittare del contesto per raggiungere piu’ rapidamente i mercati di destinazione.

DAZI: BANKITALIA, QUALITA’ DELLE IMPRESE ITALIANE OPERANTI
SUL MERCATO USA POTREBBE MITIGARE CONSEGUENZE

“le esportazioni di beni sarebbero tornate a crescere nei primi due mesi di quest’anno, verosimilmente sospinte anche dall’anticipazione degli acquisti prima dell’entrata in vigore dei dazi statunitensi; in prospettiva le esportazioni risentiranno degli effetti dell’incremento dei dazi, anche se la composizione settoriale, il posizionamento qualitativo e il buon livello di profittabilita’ delle imprese italiane operanti sul mercato statunitense potrebbero mitigare le conseguenze del calo della domanda da parte degli stati uniti, quantomeno nel breve periodo”, e’ quanto si legge nel bollettino economico della banca d’italia pubblicato oggi.

DAZI: ROTA (FAI-CISL), PREOCCUPATI DA TRUMP
EVITARE CHE SIANO I LAVORATORI A PAGARE

“e’ comprensibile il richiamo del governo ad evitare allarmismi, ma sarebbe un grave errore sottovalutare quel che sta accadendo”. lo afferma in un’intervista al quotidiano conquiste del lavoro il segretario generale della fai-cisl onofrio ROTA, che prosegue: “oltre ai dazi, preoccupano molto le idee e i linguaggi di TRUMP. le imprese italiane in qualche modo riusciranno a cavarsela, e’ gia’ accaduto in passato durante diverse crisi, pero’ sono processi di medio e lungo periodo, mentre nell’immediato una ricaduta sulle vendite e sul lavoro non possiamo escluderla. basta considerare che l’agroalimentare italiano esportato negli usa vale 7,8 miliardi, il mercato americano solo per il nostro vino vale 2 miliardi, quasi il 25% del totale, e solo il vitivinicolo da noi occupa in tutta la sua filiera quasi 900mila addetti”. secondo ROTA “continuare a dialogare con gli usa e’ indispensabile, non solo per fattori economici, ma per motivi storici, geopolitici e persino morali, ma e’ chiaro che adesso per l’europa e’ suonata la sveglia: o ci si muove uniti, evitando spaccature, nazionalismi, isolamenti, o saremo condannati all’irrilevanza”. “poi nel lungo periodo sara’ doveroso cercare rapporti commerciali anche su altri fronti, in asia, sud america, africa, purche’ si facciano accordi in grado di rispettare la reciprocita’ sul piano del lavoro, della sicurezza alimentare, dell’ambiente”, continua il segretario generale della fai-cisl, nel ricordare che “questi sono temi che abbiamo attenzionato, ad esempio, per l’accordo tra ue e mercosur, che a differenza di quello con il giappone non darebbe al momento abbastanza garanzie su questi aspetti”. “alla luce dei congressi territoriali e regionali e in vista del congresso nazionale che si terra’ dal 4 al 6 giugno a bologna, il leader della fai-cisl trae anche un primo bilancio delle spinte che giungono dai territori e dalle fabbriche: ‘c’e’ una grande consapevolezza di quanti sforzi dovremo fare per evitare che siano i lavoratori a pagare il prezzo di uno scenario globale in completo mutamento. ma e’ una consapevolezza molto matura, vivace, per nulla rassegnata. c’e’ tanta volonta’ di partecipazione per aprire una nuova stagione di cambiamenti e di conquiste sul piano dei salari, delle tutele previdenziali, del benessere e della sicurezza sul lavoro, della produttivita’, di un’intelligenza artificiale che dobbiamo trasformare in intelligenza sociale, e della necessita’ di puntare sulle competenze, sull’occupazione giovanile, sull’inclusione dei tanti immigrati che tengono in piedi buona parte del made in italy’.”, conclude il comunicato.

DAZI: LAURETI (PD), MELONI DEVE
CONFRONTARSI, NON SCAPPARE

“forse perche’ la produzione industriale e’ in calo da 25 mesi? forse perche’ sui dazi prima ha detto che non sarebbero stati una catastrofe, poi ha dovuto riconoscere, quando gia’ era in ritardo massimo, la gravita’ della situazione? forse perche’ al di la’ del gioco delle tre carte sui fondi pnrr e coesione, non e’ stato previsto alcun investimento di risorse aggiuntive per far fronte alle politiche americane, solo temporaneamente congelate? forse perche’ preferisce la strada della fedelta’ all’amico politico TRUMP piuttosto che l’interesse del paese, il quale si difende con un’europa unita e forte? diciamo che ha buoni motivi la presidente del consiglio MELONI per sottrarsi al confronto pubblico e non andare al salone del mobile, incontro importante di un settore strategico per la nostra economia. noi lo abbiamo gia’ detto, siamo disponibili a dare una mano a questa maggioranza nell’interesse del paese, in un momento internazionale cosi’ delicato. ci ascoltassero e ascoltassero le nostre proposte. per farlo pero’ bisogna confrontarsi e non scappare”. lo afferma in un comunicato camilla LAURETI, eurodeputata del pd, vicepresidente di s&d e componente della segreteria del pd.

DAZI: CONFAGRICOLTURA PIEMONTE, ANCORA INCERTEZZA
FARE FRONTE COMUNE E APRIRE NUOVI MERCATI

“e’ ormai il tempo di fare sistema, applicando tutte le strategie che mai sono state messe in atto prima d’ora. non possiamo piu’ considerare l’unione europea e gli stati aderenti come un territorio protetto” evidenzia enrico ALLASIA, presidente di confagricoltura piemonte, alla luce degli annunci di TRUMP. “auspichiamo una reazione immediata, adeguata e sostenuta in modo unanime da tutti gli stati membri, con un approccio condiviso e non emotivo da parte dei singoli, sostiene ALLASIA. l’ europa ha circa 450 milioni di abitanti e potrebbe essere autosufficiente, poiche’ produce di tutto: dall’automotive al settore farmaceutico, dalle energie rinnovabili ai prodotti della dieta mediterranea riconosciuti in tutto il mondo, per i quali l’italia e il piemonte in particolare, sono i maggiori rappresentanti. “confagricoltura piemonte sottolinea quanto sia importante agire tempestivamente con deterrenti forti e mirati, con l’introduzione, per esempio, di dazi compensativi, valutando in maniera preventiva la strategicita’ del prodotto e la scarsa possibilita’ di sostituzione, per intavolare, poi, una trattativa con gli stati uniti. le lobby dei distributori americani, costruitesi negli ultimi trent’anni, in questa parte delle trattative potrebbero costituire – continua il comunicato – una leva importante su cui puntare per calmierare la guerra commerciale. attenzione particolare, inoltre, va riposta nel prediligere forme alternative di cooperazione con paesi terzi, individuando partner affidabili che perseguano politiche commerciali similari, sul lungo periodo, che aprano nuove strade alle nostre imprese. le repubbliche baltiche, negli ultimi anni, hanno dimostrato maggiore capacita’ di acquisto e si configurano come mercati piccoli ma con grandi opportunita’: fortemente integrati a livello commerciale con le macroregioni confinanti, hanno infrastrutture nuove e continuamente rinnovate, grazie ai finanziamenti ue; la manodopera e’ specializzata e giovane, aperta a cambiamenti e curiosa nei confronti dell’occidente, al quale guarda soprattutto per la parte del food. si assistera’, quindi e forzatamente, a un cambiamento nella geografia degli scambi e negli investimenti, che richiedera’ un coordinamento strutturato sulla massima concretezza per ottenere lo sviluppo di accordi commerciali tra produttori e importatori di food & beverage”.

DAZI: CONFAGRICOLTURA LAZIO, RESISTERE A IMPATTO CON
INTEGRAZIONI NAZIONALI E AZIONI LIVELLO EUROPEO

“confagricoltura lazio – informa un comunicato – e’ stata invitata a partecipare, oggi, insieme ai rappresentanti di altre organizzazioni di categoria e sindacali, all’incontro con i parlamentari e i consiglieri regionali di italia viva sul tema dei dazi che si e’ tenuto alla camera di commercio di roma”. per confagricoltura lazio era presente il direttore, valerio de PAOLIS che ringrazia italia viva e marietta TIDEI “per aver avviato questo ciclo di incontri proprio dal lazio. riteniamo che tutte le occasioni di confronto su temi cosi’ decisivi per il futuro del settore agricolo sono utili e necessarie. l’agroalimentare italiano nel 2024 ha registrato un export di circa 8 miliardi di euro negli stati uniti, il 12% del totale delle esportazioni. il mercato americano e’ significativo anche per la regione lazio che esporta per 2,64 miliardi di euro, 205 milioni dei quali riferiti al settore agroalimentare. questi dati sono sufficienti per comprendere quanto il tema oggetto di dibattito in questi giorni possa essere dirompente per il nostro settore, uno dei principali del paese. e’ innegabile che gli effetti dei dazi sono ipoteticamente impattanti e rilevanti, non soltanto in maniera diretta ma anche in considerazione dei possibili approdi sul mercato italiano di prodotti di altri paesi colpiti da dazi statunitensi, a partire dalla cina. aspetti da non sottovalutare, a nostro avviso, sono poi quelli relativi a possibili gravi effettivi speculatori che il solo annuncio di dazi puo’ determinare gia’ all’interno del mercato nazionale e la pratica che si sta riscontrando da parte di alcuni buyer americani di contrattazione diretta con le aziende laziali anche sulla ripartizione del dazio stesso che dimostra, al contempo, come l’interesse per il prodotto italiano resista e persista. infine, dobbiamo ricordare che ormai il nostro settore agisce anche in maniera trasversale in direzione della diversificazione, una prospettiva da sviluppare e approfondire sempre di piu’ anche per reagire alle modifiche del mercato. ci troviamo dunque in una situazione complessa e preoccupante che va monitorata costantemente con attenzione e che, oltre alla risposta unitaria a livello comunitario di cui gia’ si parla da giorni, deve vedere a nostro avviso una forte azione di sostegno da parte dello stato nei confronti delle aziende che potrebbero essere maggiormente colpite a cui deve accompagnarsi anche un’azione unitaria delle organizzazioni di rappresentanze e del tessuto imprenditoriale agricolo che deve riuscire a superare una storica frammentazione per diventare piu’ forte e coeso. confagricoltura ha gia’ proposto a livello nazionale alcune iniziative da mettere in campo: dal sostegno alle aziende finalizzato anche ad evitare la possibile delocalizzazione all’esplorazione piu’ intensiva di mercati alternativi fino al rafforzamento di politiche intese a promuovere il consumo del made in italy. queste sono le linee guida principali per ambire a reggere l’impatto dei dazi statunitensi, qualora dovessero concretizzarsi, nel quadro di una cornice d’azione piu’ generale che non puo’ non essere elaborata e condotta a livello europeo”.

DAZI: VON DER LEYEN, VOGLIAMO DARE
UNA POSSIBILITA’ AI NEGOZIATI

“abbiamo preso atto dell’annuncio del presidente TRUMP. vogliamo dare una possibilita’ ai negoziati”, ha dichiarato la presidente della commissione ue ursula VON DER LEYEN dopo l’annuncio della sospensione per 90 giorni dei dazi americani. “mentre completiamo l’adozione delle contromisure dell’ue, che hanno ricevuto un forte sostegno da parte degli stati membri – ha aggiunto -, le metteremo in attesa per 90 giorni. se i negoziati non saranno soddisfacenti, scatteranno le nostre contromisure. il lavoro di preparazione di ulteriori contromisure continua. come ho gia’ detto – ha concluso VON DER LEYEN -, tutte le opzioni restano sul tavolo”.

DAZI: GARDINI (CONFCOOPERATIVE), SPERIAMO PAUSA SI TRADUCA
IN QUADRO MAGGIORE CERTEZZA RAPPORTI USA-UE

“‘siamo sempre stati contrari ai dazi. il nostro auspicio iniziale era che le trattative negoziali potessero prevalere sui dazi. leggiamo in questa pausa di 90 giorni una volonta’ di non respingere la strategia negoziale sperando che possa tradursi in un quadro di maggiore certezza dei rapporti commerciali tra stati uniti e unione europea’. lo ha detto maurizio GARDINI presidente di confcooperative dopo l’ennesimo colpo di scena annunciato dal presidente TRUMP, in attesa di sapere di piu’ e meglio”. lo rende noto un comunicato di confcooperative.

DAZI: COLDIRETTI, PAUSA E’ BUONA NOTIZIA MA VA
DEFINITIVAMENTE SCONGIURATA ENTRATA IN VIGORE

“la pausa sui dazi annunciata da TRUMP e’ una buona notizia, ma serve eliminare anche il 10%. ora diventa fondamentale riprendere la trattativa europea per scongiurare definitivamente entrata in vigore di queste tariffe”. lo ha scritto su X la coldiretti.

DAZI: MARETTI (LEGACOOP AGROALIMENTARE), TARIFFE
USA PROBLEMA DA AFFRONTARE MA C’E’ ANCHE ALTRO

un comunicato stampa di legacoop agroalimentare informa che “e’ stato inaugurato dal ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA, ha visto la presenza del commissario europeo all’agricoltura christophe HANSEN, e’ stato luogo di incontro di politici e di rappresentanti di enti e istituzioni. il salotto del vino cooperativo allestito da legacoop agroalimentare e coop italia all’interno del padiglione emilia romagna del vinitaly che si e’ appena concluso, ha rappresentato un luogo di confronto e di degustazione di prodotti e vini delle filiere cooperative. ‘il salotto cooperativo di legacoop ha visto la condivisione di importanti momenti di confronto con tutte le istituzioni: regionali, nazionali ed europee e tutti i gruppi politici piu’ importanti. non posso non esprimere soddisfazione per una manifestazione che ha riscosso molto successo di pubblico e di partecipazione da parte di tutte le istituzioni’, commenta cristian MARETTI presidente di legacoop agroalimentare. l’edizione del vinitaly appena chiusa e’ stata dominata dal tema dei dazi imposti dall’amministrazione americana e ‘non possiamo che apprezzare il livello di approfondimento del tema da parte degli interventi politici e dell’ice, nel tentativo di non arrestare il moto di crescita dell’export nazionale’, continua MARETTI. ‘la cautela nel cercare di evitare reazioni scomposte da parte della ue e’ positiva, ma non e’ un percorso che puo’ durare all’infinito nel caso i dazi venissero confermati interamente, sebbene ieri il presidente usa, donald TRUMP abbia annunciato un loro dimezzamento al 10%. anche la sospensione di 90 giorni della loro applicazione deve essere sfruttata a maggior ragione per trovare soluzioni politiche. legacoop agroalimentare sostiene tutti gli sforzi attivi nella reazione comune europea. illudersi che da soli si possa ottenere di piu’ riporta agli studi della scuola elementare, alla storia degli orazi e dei curiazi’. buona parte degli argomenti del vinitaly hanno riguardato la vicenda doganale usa. ma rimangono altre questioni. ‘il tema dei dazi ha pero’ oscurato in parte i problemi strutturali che gravano su alcuni comparti del settore vitivinicolo. ricordiamo in sintesi l’impatto dell’evoluzione dei consumi sui vini rossi a maggior gradazione alcolica, le difficolta’ delle aree collinari che con le basse rese necessiterebbero di una serie di interventi dedicati, a partire da un focus sulle loro possibilita’ irrigue’, sottolinea il presidente di legacoop agroalimentare. ‘l’occasione del ‘pacchetto’ di misure sul settore vitivinicolo deve vederci protagonisti in ue, per evitare che talune disposizioni del provvedimento diventino una minaccia, interferendo nelle scelte aziendali e, in particolare, minacciando quei comparti produttivi che realizzano buone performance, come nel caso delle grandi produzioni destinate al vino da tavola’, sostiene MARETTI. ‘la redditivita’ degli agricoltori deve essere un caposaldo di qualunque tipo di intervento ci si voglia dotare nei prossimi mesi. e il lavoro di approfondimento e confronto con la politica, le cooperative e la filiera svolto da legacoop agroalimentare durante il vinitaly e’ a disposizione di tutti’. nel salotto cooperativo dove hanno transitato centinaia di visitatori, sono stati degustati i vini delle linee assieme e fiorfiore di coop. sono anche stati proposti abbinamenti tra i vini di albinea canali (cantine riunite & civ), terre cevico e le chiantigiane con le ostriche offerte dalla cooperativa miticoltori spezzini e dalla cooperativa blu oltremare, i preparati dalla casa del pescatore di cattolica e delle cooperative copego e mariscadoras, ma anche i prodotti di granterre, di granarolo, del gruppo grifo, e conapi oltre a macelli 44”.

DAZI: SPAGNA, GOVERNO ANNUNCIA PIANO
DI RISPOSTA DA 14,1 MILIARDI

il governo spagnolo ha annunciato nei giorni scorsi un piano di risposta e di rilancio commerciale da 14,1 miliardi di euro per attenuare l’impatto dei dazi statunitensi. il piano, incentrato sull’assistenza e la tutela delle imprese e dei posti di lavoro nonche’ sul riorientamento e il rilancio della capacita’ produttiva della spagna, mobilitera’ 7,4 miliardi di euro in nuovi finanziamenti e altri 6,7 miliardi di euro da strumenti esistenti, come informa un comunicato del governo spagnolo. il presidente del governo, pedro SANCHEZ, ha annunciato l’attuazione del piano per “attenuare gli impatti negativi della guerra commerciale lanciata dall’amministrazione trump e creare uno scudo per proteggere la nostra economia”. il piano mobilitera’ 7,4 miliardi di euro in nuovi finanziamenti e altri 6,7 miliardi di euro da strumenti esistenti. “il governo spagnolo non stara’ ad aspettare e vedere cosa succedera’ nei prossimi giorni. risponderemo in modo proattivo, per essere preparati, con l’immediata attuazione del piano, in modo che, se la tempesta dovesse scoppiare, la spagna abbia un doppio ombrello: quello europeo e quello spagnolo”, ha spiegato ancora SANCHEZ. il piano completo qui https://tinyurl.com/yck4jp4a

DAZI: FEDERVINI, BENE RIDUZIONE AL
10% MA INCERTEZZA RIMANE ALTA

“federvini accoglie con favore la dichiarazione con la quale il presidente TRUMP emana una sospensione temporanea di 90 giorni dei dazi aggiuntivi sui prodotti italiani, vini, spiriti ed aceti inclusi, evitando che l’aliquota dei dazi passi dal 10% al 20%. si tratta di un primo segnale di apertura, ma che non modifica, nella sostanza, le difficolta’ strutturali che il comparto continua ad affrontare. l’aliquota del 10% resta una penalizzazione significativa per un settore che non puo’ permettersi di affrontare il mercato con questo livello di incertezza, rendendo difficile una programmazione articolata delle esportazioni nel lungo periodo”. lo rende noto un comunicato stampa della federazione.

DAZI: STATI MEMBRI TRANNE UNGHERIA APPROVANO PROPOSTA COMMISSIONE
UE DI IMPORRE CONTROMISURE COMMERCIALI AGLI USA

oggi in comitato barriere commerciali del coreper gli stati membri dell’unione europea, esclusa l’ungheria, hanno votato a favore della proposta della commissione europea di introdurre contromisure commerciali contro gli stati uniti. la proposta – ricorda la commissione europea in un comunicato- “e’ stata avanzata in risposta alla decisione di marzo degli stati uniti di imporre tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio dall’ue. l’ue ritiene che i dazi statunitensi siano ingiustificati e dannosi, in quanto causano danni economici a entrambe le parti e all’economia globale. l’ue ha dichiarato di preferire chiaramente la ricerca di soluzioni negoziate con gli stati uniti, che siano equilibrate e reciprocamente vantaggiose. il voto odierno di approvazione da parte degli stati membri significa che – una volta concluse le procedure interne della commissione e pubblicato l’atto di esecuzione – le contromisure entreranno in vigore. i dazi inizieranno ad essere riscossi a partire dal 15 aprile.le contromisure possono essere sospese in qualsiasi momento, qualora gli stati uniti accettino un risultato negoziale equo ed equilibrato” .

DAZI: CONFAGRICOLTURA, ESCLUSIONE VINO E FORMAGGIO
DA CONTRODAZI AGEVOLA NEGOZIATO EVITARE ESCALATION

con un comunicato confagricoltura considera “la proposta della commissione europea di introdurre ‘controdazi’ progressivi verso gli stati uniti – per un valore totale di oltre 22 miliardi di euro – un primo passo avanti per l’avvio di una trattativa. in seguito al voto favorevole della maggior parte degli stati membri, la commissione procedera’, dal 15 aprile in poi, all’introduzione di una tariffa del 25% su una lista che include diversi prodotti agroalimentari importati dagli usa. si tratta degli stessi colpiti nel 2018, escluso il bourbon whiskey, per evitare ritorsioni americane sul settore vitivinicolo europeo. entro il 1° dicembre bruxelles introdurra’ ulteriori ‘controdazi’ su una serie di prodotti contenuti in una lista oggetto di consultazione pubblica lo scorso marzo, dalla quale sono stati esclusi vino e altre bevande alcoliche, nonche’ prodotti lattiero-caseari, come richiesto anche da confagricoltura. per palazzo della valle resta prioritario minimizzare l’impatto sul settore agricolo in relazione ai prodotti mangimistici importati dagli usa (come soia e granturco)”.

DAZI: ROTA (FAI CISL), BENE APERTURA AL CONFRONTO
DI MELONI EVITARE CHE LAVORATORI PAGHINO IL CONTO

“il settore agroalimentare rischia danni per oltre un miliardo e mezzo di euro e va evitato che siano i lavoratori a pagare il conto. servono risposte concertate e, da questo punto di vista, e’ positiva l’apertura del confronto da parte della presidente MELONI, con lo stanziamento di risorse a tutela delle imprese piu’ vulnerabili. bisognera’ negoziare con gli stati uniti per evitare guerre commerciali che danneggerebbero tutte le parti, pero’ e’ importante farlo attraverso un’europa realmente unita e coesa. nel lungo periodo sara’ poi necessario aprire anche a nuovi mercati, sempre garantendo criteri di reciprocita’ negli accordi commerciali a tutela di imprese, occupazione e qualita’ del lavoro, ambiente, sicurezza alimentare”, ha dichiarato il segretario generale della fai-cisl nazionale, onofrio ROTA, concludendo il congresso regionale dell’emilia-romagna.

DAZI: FEDERVINI CHIEDE A GOVERNO PIANO
ARTICOLATO, TEMPESTIVO E STRUTTURALE

“federvini ha chiesto al governo un piano articolato, tempestivo e strutturale che si focalizzi su una risposta unitaria della diplomazia europea, su un piano di semplificazioni per ridurre quei colli di bottiglia che tanto pesano ancora sulla competitivita’ delle aziende, accompagnato da una campagna di promozione che esalti l’unicita’ e la distintivita’ dei prodotti italiani sul mercato statunitense”. lo rende noto un comunicato stampa della federazione.

DAZI: RISSO (TERRA VIVA), AGRICOLTURA
A RISCHIO PUNTARE SU PATTO DI SISTEMA

“tra le priorita’ dell’associazione dei liberi produttori agricoli della cisl, rimane inevitabilmente le questione dei dazi usa: ‘davanti ai provvedimenti protezionistici dell’amministrazione TRUMP; serve una risposta europea che metta al riparo il nostro sistema agroalimentare, asset strategico per la sicurezza alimentare e la tutela dei nostri territori: l’agricoltura europea rischia perdite per 4 miliardi, per confindustria in italia perderemo 20 miliardi in due anni e per la cisl sono a rischio oltre 60mila posti di lavoro l’anno, non possiamo agire con una logica attendista, mai come ora si e’ reso necessario un patto di sistema che unisca imprese agricole, istituzioni e parti sociali per tutelare gli scambi con gli usa e nel contempo guardare a nuovi mercati affidabili in termini di reciprocita’ e vicinanza geopolitica”, – ha ribadito il presidente claudio RISSO incontrando il ministro francesco LOLLOBRIGIDA  a vinitaly. “siamo in prima linea – ha aggiunto RISSO – per dare voce alle aziende agricole che rappresentiamo, che sono espressione dei nostri territori e di tante eccellenze del made in italy che da oggi con i nuovi dazi rischiano non poco. dati ispi fanno notare che sia per l’italia, come per l’ue, le esportazioni verso gli stati uniti pesano circa il 3% del pil, ma noi siamo piu’ esposti sui prodotti finiti (19% delle esportazioni, contro l’11% europeo) e nell’alimentare (11% contro il 5%). l’impatto dei dazi andra’ quindi calibrato a seconda dei prodotti piu’ colpiti. ma la storia ci insegna che le guerre commerciali non agevolano nessuno, piuttosto potranno generare inflazione e recessione, inoltre favoriscono logiche assistenziali e non stimolano la crescita delle imprese”.  “questa edizione di vinitaly – ha affermato infine il presidente RISSO – rappresenta un luogo simbolico ancora piu’ importante da cui partire per una reazione concreta dal settore vitivinicolo, tra i piu’ rilevanti per l’export italiano. ma nel frattempo sara’ determinante continuare a batterci per ottenere piu’ investimenti nella nostra agricoltura puntando soprattutto sul ricambio generazionale, sull’inclusione dei lavoratori stranieri, sulla formazione delle competenze indispensabili alle nostre imprese per crescere e innovarsi’.”DAZI”ultimo giorno al vinitaly per terra viva con i vini dei propri produttori, un bilancio positivo che ha visto un aumento di partecipazione e di apprezzamento per lo stand, per la qualita’ dei vini e la rappresentanza territoriale, che contraddistingue l’impegno che terra viva ha per le sue aziende agricole, impegno che sara’ rilanciato anche in occasione del II congresso nazionale di terra viva, il 3 giugno a bologna, dove sara’ realizzata la prima mostra mercato di terra viva, con tanti prodotti di eccellenza made in italy in vendita”. lo rende noto un comunicato di terra viva.

DAZI: GRILLI (CONFCOOPERATIVE TOSCANA),
IN REGIONE PROSPETTIVE PREOCCUPANTI

“le misure protezionistiche decise dal presidente degli stati uniti donald TRUMP colpiscono duramente l’economia toscana e in particolare il settore agroalimentare, con effetti pesanti sul vino, comparto chiave anche per la cooperazione. parliamo di migliaia di posti di lavoro e di un tessuto produttivo che tiene insieme intere comunita’, soprattutto nelle aree interne. questo nuovo protezionismo rischia di compromettere relazioni commerciali consolidate e di danneggiare anche i consumatori americani”. lo afferma alberto GRILLI, presidente di confcooperative toscana, al termine dell’incontro promosso oggi a firenze dall’europarlamentare dario NARDELLA (s&d) con i rappresentanti delle categorie economiche regionali. lo rende noto un comunicato stampa di confcooperative toscana. “serve una risposta concreta da parte dell’unione europea, con misure di supporto alle aziende. al tempo stesso – spiega GRILLI – e’ urgente accompagnare le nostre imprese nella diversificazione dei mercati, per non dipendere da un solo sbocco commerciale. le cooperative sono pronte a fare la loro parte, ma e’ il momento che la politica europea si assuma fino in fondo le sue responsabilita’”. “ringrazio NARDELLA – conclude il presidente di confcooperative toscana – per aver promosso tempestivamente questo momento di confronto. e’ importante ora tenerlo vivo, perche’ purtroppo le gravi criticita’ create dai dazi sono destinate a durare e richiederanno risposte politiche strutturali”.

DAZI: IL COMUNICATO DEL GOVERNO SU
INCONTRI CON CATEGORIE PRODUTTIVE

al termine della riunione con le rappresentanze degli imprenditori, palazzo chigi, a diramato questo comunicato: “il ha ricevuto oggi a palazzo chigi i rappresentanti delle categorie produttive per un confronto sul tema dei dazi recentemente introdotti dagli stati uniti. agli incontri, convocati e presieduti dal presidente del consiglio, giorgia MELONI, hanno partecipato, per il governo, i vicepresidenti del consiglio, antonio TAJANI (fi) e matteo SALVINI (lega) (in videocollegamento), i ministri giancarlo GIORGETTI (lega), adolfo URSO (fdi), tommaso FOTI (fdi), francesco LOLLOBRIGIDA e i sottosegretari alla presidenza del consiglio, alfredo MANTOVANO e giovanbattista FAZZOLARI (fdi). il primo tavolo ha visto la partecipazione dei rappresentanti di confindustria e camera nazionale della moda italiana; a seguire sono stati ricevuti i rappresentanti di confapi, cna, confimi industria, confimprese italia, legacoop, confartigianato, conflavoro, confcommercio, confesercenti, casartigiani, e infine le associazioni dell’agroalimentare: coldiretti, confagricoltura, confcooperative, cia-agricoltori italiani, copagri, assolatte, federvini, unione italiana vini, origin italia, federalimentare e filiera italia. agli incontri ha preso parte anche l’agenzia ice. nel corso del confronto, il presidente MELONI e i ministri hanno illustrato le proposte allo studio del governo per sostenere le filiere produttive che potrebbero essere maggiormente danneggiate dall’imposizione dei dazi. governo e rappresentanti delle categorie produttive hanno condiviso la necessita’ di evitare una guerra commerciale tra gli stati uniti e la ue e di scongiurare reazioni emotive che potrebbero amplificare gli effetti delle misure commerciali in discussione. il presidente MELONI ha ricordato, in tal senso, che tra le sfide che l’italia intende esplorare c’e’ quella di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero’. ampio spazio e’ stato riservato all’ascolto delle proposte avanzate dai rappresentanti delle imprese, nella consapevolezza condivisa che ci si trova di fronte a una sfida complessa, che richiede la partecipazione attiva e responsabile di tutti gli attori coinvolti. a tal scopo, il presidente ha proposto alle categorie produttive un patto per far fronte comune rispetto alla delicata congiuntura economica e l’attivazione di tavoli di lavoro per individuare una serie di misure utili a sostenere la competitivita’ del tessuto imprenditoriale italiano, da affiancare alle iniziative che il governo intende portare avanti in ambito europeo. gli incontri si sono svolti all’indomani della riunione del gruppo di lavoro istituito dal presidente MELONI per analizzare le ricadute della situazione sull’economia italiana”.

PRANDINI (COLDIRETTI) “SERVONO DIPLOMAZIA E RISORSE EUROPEE.
SU FONDI ITALIA ALMENO IL 13% ALL’AGROALIMENTARE”

“qualsiasi cifra che sara’ messa a disposizione dovra’ essere distribuita in base alla percentuale di export che il paese fa negli stati uniti” ha detto il presidente di coldiretti ettore PRANDINI che ha partecipato al confronto a palazzo chigi con la presidente del consiglio giorgia MELONI per affrontare l’impatto dei dazi usa sui prodotti agroalimentari italiani. durante il vertice a cui hanno partecipato le rappresentanze agricole, PRANDINI ha illustrato i dati che preoccupano e confermano come il rincaro del 20% deciso dal presidente TRUMP colpisca duramente l’export made in italy, minacciando un comparto strategico per l’economia nazionale, informa un comunicato stampa. “stiamo affrontando un problema che e’ europeo e servono diplomazia e risorse europee. qualsiasi risorsa sara’ messa disposizione a livello nazionale per contrastare questo delicato momento – ha spiegato PRANDINI – dovra’ essere distribuita in base alla percentuale di export per settore e quindi all’agroalimentare chiediamo venga destinato almeno il 13% circa”. PRANDINI ha  sottolineato che i dazi avranno un “impatto che potrebbe superare i 3 miliardi di euro tra mancate vendite, stoccaggi, deprezzamenti e perdita di quote di mercato”. il presidente ha ricordato  che nel solo 2024, “l’agroalimentare italiano ha registrato un valore record di esportazioni verso gli stati uniti pari a 7,8 miliardi di euro. il dazio – ha proseguito – se applicato su questi livelli, rischia di tradursi in una perdita diretta di oltre 1,6 miliardi per gli importatori americani, che inevitabilmente scaricheranno i costi su produttori italiani e consumatori americani”. ecco che allora “e’ la diplomazia che deve giocare un ruolo determinate” con l’europa che deve parlare “con un’unica voce – ha spiegato PRANDINI – senza seguire la logica del contro dazio che non poterebbe da nessuna parte ma rischierebbe di peggiorare una situazione gia’ delicata”. al termine dell’incontro, PRANDINI – sottolinea il comunicato- ha consegnato alla presidente un documento contenete una serie di proposte per mitigare gli effetti delle tariffe finalizzate a sostenere le aziende tra cui quella di potenziare i fondi per l’internazionalizzazione e la valorizzazione dei prodotti autentici contro l’italian sounding e quella di sostenere accordi commerciali internazionali con reciprocita’, per contrastare la concorrenza sleale e altre possibili soluzioni concrete. “e’ il momento dell’unita’ – ha aggiunto il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO – del coraggio e della visione. non possiamo permettere che anni di lavoro sui mercati internazionali vadano perduti per una guerra commerciale che penalizza tutti”.

DAZI: GARDINI (CONFCOOPERATIVE) A GOVERNO, MISURE ANTICRISI UE E SOSTEGNI A IMPRESE E LAVORATORI. NO STOP BCE A RIDUZIONE TASSI. RINVIO SUGAR TAX

«attivare misure di crisi ue, prevedere sgravi fiscali sul costo del lavoro, semplificare accesso a strumenti per l’export e sostenere investimenti nelle rinnovabili». sono le proposte avanzate oggi da maurizio GARDINI, presidente di confcooperative, nell’incontro con il governo sui dazi usa (qui dichiarazione ad agra press prima della riunione https://youtu.be/OYK9LHmdHfo). «no al muro contro muro – sottolinea GARDINI – occorre piuttosto puntare sul dialogo per scongiurare una lunga guerra commerciale che rischia di lasciare sul campo migliaia di imprese e milioni di occupati su entrambe le sponde dell’atlantico. servono risposte immediate e strutturali per difendere il made in italy». «l’innalzamento dei dazi statunitensi sulle importazioni dall’europa minaccia di colpire duramente il settore agroalimentare italiano, con ricadute economiche e sociali che potrebbero superare i 400 milioni di euro di perdite solo nel comparto vitivinicolo e mettere a rischio migliaia di posti di lavoro». «una contrazione del 10% dell’export agroalimentare – ha aggiunto GARDINI – potrebbe comportare la perdita di 18.000 – 20.000 occupati, in modo particolare nelle filiere del vitivinicolo e del lattiero caseario». GARDINI auspica che “la bce non interrompa il percorso avviato di riduzione dei tassi di interesse per non appesantire ulteriormente le condizioni di accesso al credito per le imprese e propone al governo di attivare misure di crisi ue e stanziamento di fondi straordinari per compensare le perdite”. in particolare confcooperative chiede: fondi comunitari con attivazione di misure di crisi ue e stanziamento di fondi straordinari per compensare le perdite rimodulando anche la collocazione di risorse del pnrr su alcune voci di spesa. riduzione dei costi per il lavoro con sgravi fiscali per i settori piu’ colpiti e il rinvio della sugar tax prevista a oggi dal 1 luglio. per l’energia estensione agevolazioni vigenti per le imprese industriali energivore di trasformazione alle imprese agricole che svolgono analoghe attivita’. per la burocrazia semplificazione dell’accesso a strumenti per l’export (es. simest) e rimuozione vincoli nell’uso dei fondi ocm vino.

DAZI: PRANDINI, CI AUGURIAMO CHE CI POSSANO ESSERE ANCHE RISORSE EUROPEE EQUAMENTE RIPARTITE TRA I DIVERSI SETTORI

“siamo il settore che e’ cresciuto in assoluto di piu’ negli ultimi 5 anni, siamo cresciuti piu’ del 65% in termini di vendite sul mercato statunitense, siamo riusciti a contrastare anche l’italian sounding che negli ultimi 5 anni non e’ aumentato”, ha ricordato in una dichiarazione ai giornalisti (https://youtu.be/xX-f_u2j4x0) il presidente di coldiretti ettore PRANDINI entrando a palazzo chigi, per la riunione convocata dalla presidente del consiglio giorgia MELONI sui dazi, . “a fronte di tutto questo ci auguriamo che si possa condurre una trattativa con la diplomazia a livello comunitario. sicuramente i singoli stati membri possono essere di supporto proprio perche’ la diplomazia che verra’ utilizzata sara’ quella europea”, ha aggiunto. “ci auguriamo che ci possano essere anche risorse europee senza andare a gravare sul debito che nel nostro paese e’ gia’ particolarmente rilevante, creando anche un meccanismo di concorrenza sleale tra i singoli paesi in europa, cosa che in questo momento nessuno vuole”, ha continuato PRANDINI. “ci auguriamo che per la percentuale che l’agroalimentare oggi rappresenta le risorse stanziate vengano ripartite in modo equo tra tutti i settori”, ha puntualizzato il presidente di coldiretti specificando che”l’agroalimentare oggi rappresenta piu’ del 12% e quindi il 12% deve arrivare sulle nostre imprese a sostegno di tutti i meccanismi di difesa del mercato che siamo riusciti a costruire con un lavoro che e’ durato per decenni”. “ascoltiamo quello che ci dira’ la presidenza del consiglio, poi commenteremo successivamente”, ha aggiunto sottolineando che “siamo stati tra quelli che hanno chiesto che l’interlocuzione con gli stati uniti fosse condotta dall’europa e sarebbe un bel segnale se anche le risorse a sostegno dei settori produttivi arrivassero dall’europa che deve condurre in termini diplomatici”. “mai rispondere a dazi con dazi perche’ questo penalizzerebbe sia i consumatori statunitensi sia sicuramente i nostri”.

DAZI: CONFAGRICOLTURA A GOVERNO, TRATTARE A LIVELLO UE PER TUTELARE EXPORT IN USA. SOSTEGNO A AZIENDE CON NUOVO PIANO DI FONDI UE

“l’agroalimentare italiano ha raggiunto nel 2024 un valore record di quasi 70 miliardi di euro di export, di cui circa 8 miliardi (oltre l’11%) destinati al mercato statunitense. non parliamo solo di quantita’, ma soprattutto di qualita’ e marginalita’: gli usa rappresentano per molti prodotti agricoli italiani un mercato maturo, che valorizza al massimo il made in italy autentico: vini, formaggi, olii, sughi, pasta, salumi”. lo ha detto il vicepresidente di confagricoltura, sandro GAMBUZZA, durante l’incontro odierno sui dazi a palazzo chigi della presidente del consiglio, giorgia MELONI, con i rappresentanti delle categorie produttive (qui dichiarazione ad agra press prima della riunione https://youtu.be/OYK9LHmdHfo). “il nostro export agroalimentare e’ uno dei capisaldi dell’economia italiana. e’ essenziale – ha detto il vicepresidente della confederazione – evitare che decisioni unilaterali mettano a rischio la competitivita’ delle imprese e il lavoro di intere filiere. chiediamo che l’italia, in sede europea, si faccia promotrice di un’azione forte e coesa, nell’interesse del nostro sistema produttivo e della sua proiezione internazionale”.”l’impatto complessivo e’ difficilmente quantificabile per il settore agroalimentare, ma, tra i dazi e la verosimile riduzione dell’export italiano verso gli usa, si puo’ stimare un danno intorno ai 3 miliardi di euro”. alla luce del nuovo scenario commerciale, GAMBUZZA ha invitato inoltre a una riflessione sulla riduzione del potere d’acquisto dei consumatori statunitensi. nelle trattative con washington, per confagricoltura “e’ importante valutare anche la mitigazione delle barriere non tariffarie e l’inasprimento delle condizioni sui servizi digitali”. “a peggiorare il quadro, ha ricordato GAMBUZZA, si aggiungono tre fattori: l’applicazione differenziata delle aliquote daziarie tra i paesi, ad esempio il 10% per i vini australiani rispetto al 20% applicato ai vini italiani, l’aumento dell’italian sounding, che colpisce direttamente l’identita’ delle nostre produzioni, e il possibile effetto boomerang sul mercato interno con l’ingresso di prodotti extra-ue a dazi ridotti o nulli.confagricoltura ha evidenziato al governo la necessita’ di un nuovo piano europeo con le risorse non utilizzate del pnrr e altri fondi ue per sostenere la competitivita’ delle imprese sul mercato usa ed evitare fughe in avanti dei singoli paesi nelle trattative con gli stati uniti”. lo rende noto un comunicato stampa.

DAZI: FINI (CIA) A GOVERNO, SERVE STRATEGIA DI SISTEMA. FONDO UE “AZZERA TARIFFE” PER SETTORI PIU’ COLPITI. NEGOZIARE FINO ALLA FINE

“negoziare fino alla fine con una sola voce in europa per scongiurare una guerra commerciale; agire sugli ostacoli burocratici e amministrativi che frenano la competitivita’ delle imprese all’interno dell’ue; esplorare e consolidare nuovi mercati oltreoceano; introdurre un fondo comune “azzera dazi” per interventi di compensazione economica e produttiva. sono queste le 4 direttrici della strategia di sistema illustrata dal presidente di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI, all’incontro a palazzo chigi con la presidente del consiglio giorgia MELONI, per fronteggiare gli effetti delle tariffe di TRUMP sul settore agroalimentare made in italy” (qui la dichiarazione ad agra press prima della riunione https://youtu.be/7jaGgRndKvo). lo rende noto un comunicato stampa. “e’ chiaro che la prima azione non puo’ che essere negoziale. serve un’azione diplomatica forte e unitaria dell’europa per trovare una soluzione e non compromettere i traguardi raggiunti finora. in questa partita, l’italia puo’ e deve essere capofila delle trattative per una de-escalation, visto che abbiamo anche piu’ da perdere. gli usa, infatti, con quasi 8 miliardi valgono circa il 12% di tutto il nostro export agroalimentare globale, mettendoci in testa alla classifica dei paesi ue, molto prima di germania (2,5%), spagna (4,7%) e francia (6,7%)”, ha evidenziato FINI. “accanto alla via della diplomazia occorre intervenire sulle dinamiche che, seppur non tariffarie, influenzano le relazioni commerciali. bisogna, quindi, iniziare a eliminare tutti quegli impedimenti di natura burocratica e amministrativa che ostacolano lo sviluppo del made in italy all’interno del mercato comune, semplificando il quadro normativo e i sistemi regolatori europei che frenano la competitivita’ delle aziende”, ha proseguito il presidente di cia. altrettanto strategico “e’ il consolidamento dei mercati extra-ue oltre gli usa che da tempo mostrano interesse crescente verso le nostre produzioni, come il giappone e il canada cosi’ come e’ fondamentale l’esplorazione di nuovi mercati”. un obiettivo non immediato, quello di nuovi sbocchi commerciali, che “deve essere ben supportato da politiche dedicate, come misure di promozione e formazione; strumenti di aggregazione produttiva e organizzativa; interventi per sviluppare la logistica e l’innovazione”. sicuramente “c’e’ bisogno di riprogrammare subito l’ocm vino”, ha spiegato FINI. il presidente di cia ha aggiunto: “e’ assolutamente necessario stanziare risorse adeguate a sostenere gli agricoltori e i territori piu’ esposti ai dazi di TRUMP”. a partire dai produttori di vino (il cui export vale 2 miliardi negli stati uniti), olio (quasi 1 mld), pasta (1 mld) e formaggi (550 milioni) e da regioni come la sardegna (l’export agroalimentare isolano FINIsce per il 49% negli usa) o la toscana (28% del proprio export agroalimentare), precisa la cia. in questo senso, secondo FINI “occorre prevedere l’introduzione di un fondo europeo ‘azzera dazi’ da utilizzare per azioni di compensazione”. interventi “anche in deroga alle regole ue sugli aiuti di stato, che potrebbero concretizzarsi in primis sotto forma di indennizzi per le perdite subite dagli agricoltori. in piu’ l’uso delle risorse comunitarie dovrebbe essere rivolto a ulteriori compensazioni ‘indirette’ che includano, ad esempio, misure per la riduzione dei costi dell’energia e degli altri fattori di produzione, che tanto incidono sulle dinamiche di esportazione delle imprese”, ha concluso il presidente di cia.

DAZI: BATTISTA (COPAGRI) A GOVERNO, AVANTI SU DIPLOMAZIA E DIVERSIFICAZIONE MERCATI, VALUTANDO COMPENSAZIONI E AGEVOLAZIONI FISCALI

“i pesanti dazi del 20% imposti dall’amministrazione usa sulle merci provenienti dall’ue, oltre a rappresentare una pericolosa misura protezionistica, sono una vera e propria sfida che rischia di assestare un colpo durissimo alla tenuta di tutti quei comparti, primo fra tutti l’agroalimentare, che fanno dell’export uno dei loro punti di forza e che hanno proprio negli stati uniti uno dei principali mercati di sbocco; bisogna, quindi, mettere rapidamente in campo una risposta integrata e sistemica, coniugando la necessaria attivita’ diplomatica con interventi di sostegno economico, oltre che di promozione del made in italy e di diversificazione dei mercati”. lo ha ribadito il presidente della copagri tommaso BATTISTA intervenendo oggi a palazzo chigi a un confronto con la presidente del consiglio giorgia MELONI, (qui la dichiarazione ad agra press prima della riunione https://youtu.be/4bWbAbHDgGw). “oltre a valutare il potenziale ricorso al wto, inoltre, e’ fondamentale ragionare con urgenza sulla possibile istituzione di un fondo di compensazione per le perdite dirette delle aziende agroalimentari, prevedendo il possibile coinvolgimento di simest e cdp”, ha suggerito il presidente, invitando il governo a “lavorare anche sul versante delle agevolazioni fiscali, a partire dall’introduzione di un credito d’imposta per le imprese maggiormente colpite e sulla possibile sospensione di alcuni dei gravosi obblighi del green deal”. “gli stati uniti sono un mercato strategico per l’agroalimentare italiano, con esportazioni che nel 2024 hanno superato gli 8 miliardi di euro, pari al 25% del totale comunitario”, ha ricordato BATTISTA, facendo notare che “i dazi rischiano di provocare un calo dell’export stimabile tra il 10% e il 15% nel breve periodo, con punte del 30% per diversi prodotti simbolo della dieta mediterranea, quali vino, formaggi e olio extravergine d’oliva; tutte produzioni che nell’annata appena trascorsa hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli stati uniti, con un aumento complessivo stimabile nell’ordine del 17%”. “senza contare, poi, le ricadute nel medio-lungo periodo, legate al rischio concreto che l’export italiano venga rimpiazzato da quello di altri paesi con dazi piu’ favorevoli e all’ulteriore rischio di vedere arrivare sul mercato comunitario, e di conseguenza nazionale, le produzioni agroalimentari precedentemente esportate negli usa e provenienti da paesi stranieri colpiti da dazi ancora piu’ salati”, ha aggiunto il presidente, secondo cui “e’ prioritario puntare sul canale diplomatico, lavorando per ottenere delle esenzioni mirate per le produzioni nazionali piu’ colpite dall’incremento delle barriere tariffarie, e sul fronte commerciale, favorendo, attraverso appositi investimenti, l’ulteriore diversificazione dei mercati”.

DAZI: BERNI (GRANA PADANO), SIAMO PREOCCUPATI BIZZARRO
IPOTIZZARE IMPATTI RIDOTTI SU PRODOTTI PREMIUM

“‘sta girando una tesi bizzarra che noi prodotti ‘premium’ (parmigiano reggiano e grana padano) non avremmo impatti troppo negativi dai dazi, cosi’ come decisi da TRUMP. questo, almeno per il grana padano, non e’ vero perche’ una fetta importante e’ venduta nel food service che risente molto di piu’ rispetto alla famiglia medio alta spendente americana di rincari significativi dei prezzi dei prodotti inseriti nel loro paniere. oltre essendo prodotto molto stagionato l’invenduto pesa sui magazzini penalizzando quindi il 100% del prodotto immagazzinato’. con queste parole il direttore generale del consorzio, stefano BERNI, ha voluto stigmatizzare ogni teoria fatta circolare in questi giorni che tende a minimizzare l’impatto dei dazi sul grana padano”. lo rende noto un comunicato del consorzio grana padano. “noi del grana padano ne abbiamo avuto inconfutabile prova quando nel 2014 l’embargo russo post invasione in crimea blocco’ completamente le oltre 40.000 forme annuali che si stavano vendendo in russia”, ricorda BERNI, nell’evidenziare che “il danno allora venne quantificato a posteriori in quasi 100 milioni di euro di cui 15 milioni circa per l’invenduto ma gli altri 70/80 per l’abbassamento delle quotazioni di mercato di tutto il formaggio”. nella sua analisi – informa il comunicato – BERNI rileva che “di conseguenza il nostro calcolo e’ che potremmo perdere a causa di questi dazi 35-40.000 forme in usa con un danno diretto per l’invenduto di circa 25 milioni di euro ma con un piu’ rilevante danno indotto sul magazzino in cui attualmente vi sono circa 6 milioni di forme per un valore medio di circa 2,3 miliardi di euro”. “per cui sarebbe sufficiente che il formaggio perdesse appena un 3% del suo valore (solo circa 30 cent al kg) per arrivare ad un danno indotto di 75 milioni di euro”, sottolinea BERNI, che prosegue: “si stima quindi che questi dazi aggiuntivi del 20% potranno gravare sul sistema grana padano per circa 100 milioni di euro nei suoi primi 12 mesi di applicazione. ovviamente se non si trattasse di prodotto a lunga stagionatura il danno indotto sarebbe assai piu’ lieve”. infine, il direttore generale del consorzio grana padano sottolinea che “il sistema grana padano, indipendentemente dall’avvento dei nuovi dazi, sta intensamente e alacremente gia’ impegnandosi fuori dall’italia tant’e’ che nel 2024 il 51,2% della produzione e’ andata oltre confine e altrettanto si sta impegnando in paesi extra usa visto che gli stessi rappresentano neppur l’8% del totale esportato. quindi non possiamo inventarci nulla di aggiuntivo all’estero”. BERNI – conclude il comunicato – chiude con una nota di fiducia: “pero’ come ce la siamo cavata post embargo russo e post dazi 2020 di TRUMP, ce la caveremo anche stavolta ma e’ una grave penalizzazione di cui faremmo molto volentieri a meno”.

DAZI: MARETTI(LEGACOOP AGROALIMENTARE) A HANSEN, A RISCHIO
COOPERATIVE ESPORTATRICI E SOCI CONFERITORI

“al commissario HANSEN abbiamo espresso le nostre preoccupazioni rispetto ai dazi e al fatto che ci sono nostre cooperative che sono esportatrici negli stati uniti per una quota importante del loro fatturato. pensare di accollarsi tutti i dazi rispetto ai costi industriali o di produzione di una cooperativa metterebbe in ginocchio sia le strutture cooperative sia le aziende agricole che conferiscono il prodotto”, ha detto il presidente di legacoop agroalimentare cristian MARETTI durante la visita di HANSEN al padiglione dell’organizzazione al vinitaly. “HANSEN, che ha avuto modo di degustare alcuni prodotti e vini delle filiera cooperative, sulla questione dazi ha sia ribadito l’importanza di muoversi assieme, sia come paese, sia come unione europea, interlocutore che ha la forza per poter negoziare con trump, sia sottolineato l’importanza di trovare nuovi mercati”, ha aggiunto MARETTI. “il commissario inoltre ha parlato della necessita’ di muoversi nella direzione di modificare delle regole che oggi sono dentro l’ocm e approvare prossimi provvedimenti che diano una maggiore flessibilita’ e che facilitino i percorsi dentro il mercato interno europeo. a partire dalle spese della promozione che oggi hanno dei vincoli che rischiano di far buttare via dei soldi o di doverli restituire. in quella che e’ stata una chiacchierata in totale relax, abbiamo espresso apprezzamento per come la nuova commissione europea si muove sul nostro settore con i primi provvedimenti che sono stati presi: uno di questi e’ proprio quello sul vino. confidiamo poi che arrivino anche i fatti per quanto riguarda i soldi che saranno messi su questi capitoli”, ha concluso MARETTI.

DAZI: GIANI (TOSCANA) INCONTRA CATEGORIE E SINDACATI,
OCCORRE REAGIRE SUBITO APRENDOSI AL MONDO

“‘reagire subito, aprirsi al mondo, essere europa e stare uniti. cosi’ la toscana reagisce ai dazi di TRUMP’. lo ha affermato oggi eugenio GIANI che ha presieduto, con l’assessore all’economia leonardo MARRAS ed il direttore generale della regione paolo PANTULIANO, il tavolo con le associazioni di categoria, convocato proprio per affrontare la questione dell’impatto dei dazi sull’economia toscana. un tavolo che il presidente intende fare diventare permanente, con cadenza quindicinale, proprio per creare sinergie e impegni comuni”. lo rende noto un comunicato stampa regionale. “non possiamo permetterci di restare immobili – ha aggiunto GIANI – . i dazi imposti da donald TRUMP stanno mettendo in ginocchio l’economia globale, colpendo duramente anche le nostre imprese. non e’ tempo di attendismi, ne’ di sperare che tutto torni magicamente alla normalita’. e’ il momento di agire, con decisione e con una strategia opposta a quella del protezionismo”.

DAZI: DREI (FEDAGRIPESCA), CAUSERANNO CAOS E CONTRACCOLPO
AI RISULTATI DELLE AZIENDE DEL VINO

“i dazi imposti da TRUMP causeranno un inevitabile caos sui mercati e determineranno un contraccolpo nei risultati economici delle aziende del vino italiano che hanno raggiunto, negli ultimi anni, performance significative sui mercati esteri, con una crescita del 28,5% negli ultimi 4 anni superando gli 8 miliardi di euro, di questi vale circa 2 miliardi l’export delle nostre cantine”, ha detto al vinitaly, durante la presentazione del focus censis-confcooperative ‘l’italia del vino: superfici, costi ed export’, il presidente di fedagripesca confcooperative raffaele DREI, preoccupato che l’irrompere dei dazi possa porre fine alla tendenza positiva dalla domanda estera degli ultimi anni.

DAZI: LAURETI (PD), GOVERNO IN RITARDO
SUL VINO SETTORE PREOCCUPATO

“la 57esima edizione di vinitaly conferma la potenzialita’ del settore del vino e dei distillati, che in italia e in europa rappresenta un asset strategico sul piano del valore culturale, economico e di sviluppo. in italia vitigni locali e autoctoni spesso si accompagnano a nuove sperimentazioni, alimentando il legame con il territorio e la sua storia, trasformandosi in un volano di crescita per le aree interne, incentivando anche la multifunzionalita’ del settore come quella del turismo enogastronomico”. lo afferma in un comunicato camilla LAURETI eurodeputata del partito democratico, componente della commissione agricoltura al parlamento europeo e responsabile dem per le politiche agricole che ha visitato la fiera. “parliamo di un settore che a fronte di difficolta’ importanti – spiega LAURETI – a partire dall’impatto del cambiamento climatico e degli agenti patogeni che esso comporta, ha mantenuto il proprio profilo di eccellenza, emblema del made in italy. per questo oggi il settore e’ preoccupato dalla politica dei dazi di TRUMP: il 2024 si chiudera’ con un valore delle spedizioni negli stati uniti di oltre 1,9 miliardi di euro, il 24% dell’export del vino italiano nel mondo. secondo le prime previsioni, i dazi americani potrebbero costarci dai 323 ai 390 milioni di euro all’anno. come paese e come settore agroalimentare rischiamo di pagare un prezzo alto, soprattutto per i prodotti di fascia media. quello che pero’ serve e’ una risposta unitaria da parte dell’ue, una mediazione con la schiena dritta, oltre all’apertura a nuovi mercati. abbiamo gia’ sprecato tempo prezioso: i dazi erano infatti previsti e il governo non si e’ mosso”.

DAZI: PASCUCCI (CIA TOSCANA), GOVERNO FACCIA
PRESSIONE SU UE PER SOLUZIONE CONDIVISA

“servono risposte appropriate ai dazi previsti dagli stati uniti nei giorni scorsi, da parte dell’europa e del governo nazionale e dove possibile anche dalla regione toscana. bene, intanto l’incontro di oggi convocato dal presidente eugenio GIANI. inoltre, vanno superate le barriere interne ue, semplificare e snellire le procedure, togliere le diffidenze e paletti che l’europa sta mettendo al settore del vino da tempo. sostenere le imprese per mantenere le quote di mercato in america, particolarmente importante per olio, vino, salumi, e formaggi, che per i vini toscani sono percentuali importanti, circa un terzo della nostra produzione va negli stati uniti”. lo ha sottolineato giordano PASCUCCI, direttore cia agricoltori italiani della toscana, intervenendo oggi all’incontro che si e’ svolto in regione toscana dedicato alle conseguenze per l’agroalimentare dai dazi statunitensi. lo rende noto un comunicato stampa di cia toscana che ha apprezzato l’incontro per la tempistica e per i contenuti emersi. “intanto – ha aggiunto PASCUCCI – e’ necessario provare ad aprire nuovi mercati ‘solidi’ per superare l’incertezza della durata dei dazi, e per non rischiare di ritrovare gli spazi di mercato occupati da vini di altre parti del mondo nel momento dell’attenuazione dei dazi di TRUMP. ma e’ necessario anche destinare risorse previste da ocm, come nel caso del vino, e altre misure per il resto dall’agroalimentare, per sostenere le aziende colpite dai dazi in questo momento di incertezza, e complessivamente mostrare una maggiore flessibilita’ e dinamicita’ per tutte le opportunita’ economico – finanziare a sostegno del settore. senza abbassare la guardia sulle pratiche sleali e la reciprocita’ nelle norme di entrata e uscita dalla ue (ad esempio sui mangimi, fertilizzanti, prodotti fitosanitari). ma come urgenza, come ricordato, e’ necessario stimolare il governo a trovare soluzioni condivise in ue”. “la risposta della toscana e’ chiara: aprirsi, investire, innovare” ha detto GIANI. “con un bando da 8,5 milioni di euro – ha spiegato il presidente – la regione ha gia’ aperto le porte alle aziende estere pronte a investire sul nostro territorio. ma non basta. per sostenere le imprese toscane nei mercati internazionali, abbiamo fatto un bando da 12 milioni di euro: risorse fondamentali per partecipare a fiere, avviare campagne di marketing, promuovere i nostri prodotti ben oltre il mercato americano. e c’e’ un altro ulteriore bando da 30 milioni di euro che sara’ dedicato all’innovazione di prodotto o di processi produttivi, per rendere le imprese toscane piu’ competitive e pronte alle sfide globali. in totale, 50 milioni di euro messi subito in campo dalla regione: un piano concreto e tempestivo”. “la toscana – continua il comunicato – non si chiude ma reagisce, investe, costruisce futuro”. “ora piu’ che mai – ha ribadito GIANI – aprirsi e’ l’unico vero atto di forza”.

DAZI: CONFESERCENTI, RISCHIO IMPATTO
11,9 MLD CONSUMI FAMIGLIE

“il terremoto dazi non coinvolge solo le esportazioni. la guerra commerciale tra usa e ue rischia di avere un impatto anche sul mercato interno, riducendo di circa 11,9 miliardi di euro in due anni la crescita dei consumi delle famiglie”. a stimarlo e’ confesercenti con cer.

DAZI: NARDELLA (S&D), OCCORRE RISPOSTA DETERMINATA
E UNITA UE PER DIFENDERE FILIERA AGROALIMENTARE

“durante l’audizione in commissione agricoltura del commissario HANSEN mi sono soffermato sui dazi americani, chiedendo una risposta forte e determinata di tutta la commissione contro l’attacco commerciale americano e ponendo il tema di quale sia la risposta che la commissione intende attuare per il settore agroalimentare e del vino”. lo dichiara in un comunicato dario NARDELLA, europarlamentare pd e coordinatore in commissione agricoltura. “ritengo fondamentale coordinare le misure commerciali – continua NARDELLA – che l’europa assumera’ in questo settore con il pacchetto vino che e’ stato presentato a verona e che diventera’ una proposta di regolazione entro l’estate, cosi’ da integrare le strategie europee del settore con le situazioni contingenti come la guerra commerciale innescata dal presidente usa TRUMP”. “ho trovato la risposta del commissario soddisfacente poiche’ ha assicurato impegno sul fronte della risposta europea e confermando preoccupazione per l’impatto sulla produzione vitivinicola italiana, gia’ colpita dal calo dei consumi e dalla sovrapproduzione”, conclude NARDELLA.

GOVERNO: DAZI, IL COMUNICATO DIRAMATO AL
TERMINE DELLA RIUNIONE DELLA TASK FORCE

si e’ tenuta oggi lunedi’ 7 aprile a palazzo chigi “una riunione presieduta dal presidente del consiglio, giorgia MELONI, per un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli stati uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana. alla riunione hanno partecipato i vicepresidenti del consiglio antonio TAJANI (fi) e matteo SALVINI (lega), il ministro dell’economia e delle finanze giancarlo GIORGETTI (lega), il ministro delle imprese e del made in italy adolfo URSO (fdi), il ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste francesco LOLLOBRIGIDA(fdi) e il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e per il pnrr, tommaso FOTI (fdi), il sottosegretario alla presidenza del consiglio alfredo MANTOVANO. nel corso dell’incontro, i ministri hanno illustrato al presidente del consiglio le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitivita’ delle imprese. proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per domani, martedi’ 8 aprile a palazzo chigi. e’ stato ribadito che una “guerra commerciale” non avvantaggerebbe nessuno, ne’ l’unione europea ne’ gli stati uniti. e’ emersa la necessita’ di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perche’ ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi. si e’ discusso, inoltre, degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del green deal e sulla necessita’ di semplificare il quadro normativo”. lo rende noto il comunicato stampa diffuso al termine della riunione.

DAZI: OGGI POMERIGGIO RIUNIONE
TASK FORCE GOVERNO

oggi alle 17:30, a palazzo chigi si riunisce la task force «anti-dazi» composta dai vicepresidenti del consiglio matteo SALVINI e antonio TAJANI e dai ministri giancarlo GIORGETTI, tommaso FOTI, francesco LOLLOBRIGIDA e adolfo URSO.

DAZI: HANSEN, NON SONO NELL’INTERESSE
DI NESSUNO SPERO PREVALGA BUON SENSO

“tenteremo in ogni modo la de-escalation delle tensioni commerciali con gli stati uniti. i dazi stanno danneggiando agricoltori, business e consumatori in entrambe le sponde dell’atlantico, e non e’ nell’interesse di nessuno. dobbiamo evitare la spinta inflattiva generata dai dazi, spero prevalga il buon senso”: lo ha detto il commissario europeo all’agricoltura e lo sviluppo rurale, christophe HANSEN, per la prima volta in visita a vinitaly, invitato dal ministro all’agricoltura, francesco LOLLOBRIGIDA. ne da’ notizia un comunicato di veronafiere. “l’attuale contesto politico europeo favorira’ il dialogo e i negoziati con altri paesi terzi, inclusa l’india. questa pressione internazionale deve essere usata per aprire nuovi mercati”, ha aggiunto il commissario che ha elencato le principali azioni di “diplomazia agroalimentare”: “a giugno portero’ una delegazione di produttori europei in giappone, un mercato molto florido con cui abbiamo un accordo commerciale. dobbiamo chiaramente lavorare anche su altre parti del mondo, a partire dal mercosur che e’ una destinazione molto interessante anche per i prodotti alimentari di alta qualita’. tra gli altri paesi target l’india, un mercato dal potenziale molto alto ancora da sfruttare per il nostro settore”. in merito al pacchetto vino presentato giorni fa, HANSEN si e’ detto “ottimista, l’iter di approvazione dovrebbe andare veloce, spero entro l’autunno. il pacchetto contiene gia’ delle misure per la semplificazione della promozione”. “in visita a vinitaly insieme ad HANSEN, anche il commissario europeo per la salute e il benessere degli animali, oliver VARHELYI. e’ la prima volta che due commissari europei partecipano congiuntamente a vinitaly, a conferma della centralita’ del salone internazionale dei vini e dei distillati come piattaforma istituzionale di dialogo e confronto tra unione europea, ministeri, associazioni e imprese. nel corso dell’incontro con il presidente di veronafiere federico BRICOLO e il direttore generale adolfo REBUGHINI, i commissari europei hanno manifestato il loro interesse sulle dinamiche di mercato, sulle attivita’ internazionali e sul ruolo di vinitaly come strumento di sistema per la promozione del vino italiano nel mondo. al centro del confronto anche le strategie di investimento per affrontare le trasformazioni del comparto vitivinicolo, con particolare attenzione a sostenibilita’, semplificazione normativa e apertura di nuovi mercati”, conclude il comunicato.

DAZI: COLDIRETTI/FILIERA ITALIA A HANSEN, UE
INVESTA SU FILIERE PER FRONTEGGIARE EFFETTI

“occorre che l’unione europea metta in campo le risorse necessarie per compensare l’impatto dei dazi americani sul vino come sugli altri prodotti agroalimentari e sostenere le filiere produttive di un settore chiave dell’economia. e’ uno dei temi emersi dall’incontro a casa coldiretti tra il commissario europeo all’agricoltura cristophe HANSEN e il presidente ettore PRANDINI, il segretario generale vincenzo GESMUNDO e l’amministratore delegato di filiera italia, luigi SCORDAMAGLIA, che ha seguito la visita del commissario alla salute oliver VARHELYI. presenti tra gli altri anche la vicepresidente del parlamento europeo antonella SBERNA, il presidente di terranostra campagna amica dominga COTARELLA, il presidente della consulta vino di coldiretti francesco FERRERI e felice ADINOLFI direttore del centro studi divulga”. lo rende noto un comunicato della coldiretti che ha sottolineato come sia “necessario in questo momento un’azione unita senza commettere l’errore di rispondere con dazi ai dazi”. “e’ necessario – ha aggiunto coldiretti – che l’ue investa direttamente sui vari settori produttivi senza gravare sul debito dei singoli stati, aumenti gli investimenti nell’internalizzazione e cancelli tanta burocrazia che diventa un vero e proprio dazio”. “quella burocrazia, o peggio tecnocrazia, che si traduce in una normativita’ esasperata e spesso incomprensibile – ha sottolineato GESMUNDO ad HANSEN – che frena gli insediamenti agricoli specie fra i giovani, che ha un ‘costo’ in termini di investimenti psicologici e in risorse umane tali da frenare e condizionare il desiderio di fare impresa. una burocrazia – ha concluso GESMUNDO – incapace di pensare agli effetti drammatici che provoca sulle vite degli agricoltori, costretti a portare un peso enorme sulle loro spalle”. in tale ottica “il dialogo strategico sull’agricoltura rappresenta una grande opportunita’ per rafforzare la cooperazione reciproca tra istituzioni europee e mondo agricolo – ha rilevato HANSEN -. siamo orgogliosi di contribuire a questo processo, consapevoli dell’importanza di temi cruciali come la sicurezza e la sovranita’ alimentare, oggi piu’ che mai al centro dell’agenda politica. non nominiamo piu’ il green deal e farm to fork, perche’ abbiamo aperto una nuova stagione”. “un altro fronte su cui chiediamo attenzione riguarda i giovani agricoltori – ha evidenziato PRANDINI -. coldiretti e’ la prima organizzazione agricola per numero di associati in italia e in europa, ma uno dei nostri impegni maggiori e’ rivolto al ricambio generazionale. se vogliamo un futuro forte per l’agricoltura europea, dobbiamo investire su chi ha il compito di costruirlo. cosi’ come dobbiamo sostenere chi vive nelle aree rurali e di montagna per il loro ruolo essenziale di presidio dell’ambiente e del paesaggio. per questo, nella riforma della pac, chiediamo strumenti specifici e accessibili per i giovani e per chi vive nella aree di montagna e collina”. sul nuovo piano vino della ue e sugli effetti dai dazi e’ intervenuto FERRERI: “e’ fondamentale mantenere una visione chiara dei mercati e delle conseguenze che potrebbero derivare da scelte come l’introduzione di dazi. oltre all’inevitabile aumento dei costi, occorre salvaguardare quindici anni di investimenti che hanno consentito ai nostri prodotti di posizionarsi non solo come vini italiani o europei, ma come simboli di qualita’ e forte identita’ territoriale. in merito alle politiche ue – ha aggiunto – la vera sfida e’ quindi disporre di un sistema che permetta un utilizzo dell’ocm promozione piu’ semplice e dinamico, prevedendo meccanismi meno complessi e piu’ funzionali”. “e’ importante che il nuovo piano ue sul vino abbia incluso anche l’enoturismo come motore del turismo e dello sviluppo delle aree interne e rurali. – ha rilevato COTARELLA -. luoghi che, grazie alla consapevolezza e al lavoro dei nostri agricoltori, non sono piu’ solo spazi produttivi, ma diventano territori di accoglienza, di formazione, di esperienza, capaci di trasmettere i valori profondi della nostra identita’”.

DAZI: MAMMI (EMILIA-ROMAGNA) AD HANSEN, SERVE POSIZIONE
UNITARIA COMMISSIONE E 1 MILIARDO PER PROMOZIONE

“serve una posizione unitaria della commissione europea per reagire ai dazi e creare le condizioni perche’ l’europa risponda con politiche forti e coese all’offensiva economica lanciata dagli usa. da parte nostra, come regione abbiamo chiesto al commissario europeo all’agricoltura christophe HANSEN di aumentare le risorse per la promozione dei prodotti a indicazione geografica fino a 1 miliardo di euro”, ha dichiarato l’assessore all’agricoltura dell’emilia-romagna, alessio MAMMI, che a verona ha incontrato HANSEN e ribadito la posizione della regione riguardo all’introduzione dei dazi, che colpiscono in primo luogo anche l’agroalimentare, uno dei settori pilastro dell’economia emiliano-romagnola. “nel frattempo abbiamo messo a disposizione 7 milioni di euro per la promozione extra ue del vino, e abbiamo intenzione di elevare fino a 5 volte il valore della promozione in territorio ue. e’ il momento di mettere in campo la miglior strategia di difesa per i nostri prodotti, ovvero l’attacco. vanno promossi, diffusi, fatti conoscere in tutto il mondo, sostenendo le imprese e i consorzi in queste importanti attivita’ di promozione”, ha concluso MAMMI.

DAZI: LACTALIS ITALIA, TASSE MINACCIANO MADE IN ITALY
NEL 2024 ESPORTATE 106.000 TONNELLATE FORMAGGI

“il settore caseario italiano continua a conquistare il mondo, e lactalis italia – prima realta’ del settore agroalimentare per presenza e capillarita’ sul territorio italiano con i brand galbani, parmalat, vallelata, zymil, ambrosi e castelli – ne e’ il principale ambasciatore”. lo afferma un comunicato di lactalis italia, che cosi’ prosegue: “con una quota del 16% dell’export caseario nazionale e oltre 106.000 tonnellate di formaggi distribuiti in 112 paesi per un fatturato di oltre 700 milioni di euro, il gruppo rafforza il proprio ruolo di leader nella valorizzazione del made in italy. investimenti mirati, innovazione e un’offerta sempre piu’ diversificata sono le chiavi di una crescita che non si arresta, nonostante le sfide globali. grazie alle sue divisioni ambrosi e castelli, lactalis produce le dop piu’ vendute come parmigiano reggiano, grana padano, gorgonzola e mozzarella di bufala, in ben 12 siti produttivi interamente dedicati, dove si promuovono e tutelano la tradizione e l’eccellenza casearia italiana grazie all’esperienza e competenza dei mastri casari. a livello di comparto, il 2024 ha segnato un record storico per l’export caseario italiano, con oltre 658.000 tonnellate esportate (+10,7% vs 2023) e un valore che supera i 5,4 miliardi di euro. l’apprezzamento per i prodotti caseari italiani e’ cresciuto costantemente, grazie a standard qualitativi elevati, produzioni dop e un forte legame con la tradizione. lactalis italia gioca un ruolo chiave in questa crescita, esportando oltre il 40% della propria produzione e consolidando la propria presenza nei mercati chiave come francia, svizzera, germania e stati uniti, e ampliando la propria rete in asia e america latina. come gli anni passati, anche il 2025 si conferma un anno ricco di investimenti. e’ infatti previsto un piano che ammonta a oltre 68 milioni di euro, a dimostrazione della volonta’ dell’azienda di continuare a crescere e innovare, in italia e sull’export. particolare attenzione e’ dedicata allo sviluppo di nuovi prodotti pensati per i consumatori non solo italiani, ma anche internazionali, come il un particolare formato di parmigiano reggiano a brand galbani studiato per il mercato statunitense o soluzioni innovative come la crema tiramisu’ in pouch e la mozzarella con infusione all’origano per la francia e l’europa. l’obiettivo e’ coniugare tradizione e modernita’, portando l’eccellenza casearia italiana sulle tavole di tutto il mondo. ‘l’export dei formaggi italiani e’ una storia di successo, frutto di qualita’, tradizione e un’incessante capacita’ di innovare. il made in italy e’ un patrimonio che il mondo ci invidia, e che dobbiamo tutelare con investimenti mirati e strategie lungimiranti. per lactalis italia, essere leader nell’export significa non solo promuovere i nostri prodotti, ma anche fare sistema e sostenere l’intera filiera produttiva italiana in un contesto globale sempre piu’ competitivo’, dichiara mauro FRANTELLIZZI, direttore export di lactalis italia. gli stati uniti rappresentano uno dei mercati piu’ strategici per lactalis italia, che vi esporta il 6% del totale dei propri formaggi, con una quota che sale al 10% per parmigiano reggiano. tuttavia, gli effetti dei dazi doganali minaccia pesantemente la competitivita’ del made in italy. ‘la situazione e’ chiara: da oggi i formaggi duri saranno soggetti a un dazio complessivo del 35%, sommando il 15% gia’ esistente a un ulteriore 20%, mentre la mozzarella affrontera’ un dazio totale del 30%. un incremento significativo, che rischia di frenare una crescita finora molto positiva. basti pensare che il grana padano e il parmigiano reggiano hanno chiuso il 2024 negli stati uniti con quasi 20 mila tonnellate esportate, segnando un aumento del 10,3% rispetto all’anno precedente. con questi nuovi dazi, prevediamo un rallentamento, soprattutto per i formaggi duri, e questo ci preoccupa molto – continua FRANTELLIZZI -. l’introduzione di questi dazi portera’ a un aumento del prezzo al consumatore, con possibili ripercussioni sulle vendite e dunque, in questo scenario, diventa ancora piu’ fondamentale fare sistema tra produttori, istituzioni e aziende per difendere il made in italy e rivolgersi a mercati emergenti’. a conferma della volonta’ di lactalis italia di continuare a investire sul territorio italiano e rafforzare la filiera produttiva, un focus centrale della strategia aziendale riguarda la crescita di ambrosi e castelli. queste due eccellenze del settore caseario, entrate a far parte del gruppo negli ultimi anni, sono oggi protagoniste di un importante percorso di sviluppo internazionale. ‘nel 2025 investiremo 15 milioni di euro negli stabilimenti di ambrosi e castelli per continuare a valorizzare la tradizione casearia in strutture sempre piu’ moderne e all’avanguardia – dichiara michele FOCHI, general manager di ambrosi e nuova castelli -. il nostro impegno e’ garantire che i formaggi italiani preservino la loro qualita’ e autenticita’. per questo, continuiamo a investire nella filiera, nell’innovazione e nelle strategie di sviluppo, e anche e soprattutto sulle persone e sui casari, perche’ la manualita’, esperienza e competenza si possano tramandare nel tempo. solo cosi’ possiamo tutelare il prestigio del made in italy e affrontare con successo le sfide del mercato’. con un impegno costante nell’innovazione e nella valorizzazione del prodotto italiano, lactalis italia si conferma un attore chiave nella promozione del made in italy nel mondo, difendendolo dalle minacce globali e rafforzandone la leadership nei mercati internazionali”. maggiori dettagli qui bit.ly/4i2a8Dq

DAZI: MARTINANGELO (AGROCEPI), SI A NEGOZIATI MA NON SACRIFICHIAMO QUALITA’ E SALUBRITA’ NOSTRO AGROALIMENTARE

“i dazi imposti da TRUMP sono un peso ingiusto e gravoso per le nostre esportazioni. siamo favorevoli a un negoziato con gli stati uniti che trovi un punto di caduta accettabile per tutti, del resto sembra evidente che i dazi non stiano facendo bene neanche all’economia americana, anzi”, dichiara corrado MARTINANGELO, presidente di agrocepi. “all’ue chiediamo tre cose: primo, negoziare senza escludere alcun mezzo di pressione, dai contro dazi allo strumento anticoercizione; secondo di non mettere mai sul tavolo delle trattative le regole che garantiscono qualita’ e salubrita’ ai prodotti europei. le cosiddette barriere fitosanitarie sono pensate per proteggere la salute dei consumatori ue, non sono dei dazi; terzo mettere in campo un piano straordinario per l’agrifood che vada oltre la pac e coinvolga tutta la filiera agroalimentare”, sottolinea MARTINANGELO. “al governo italiano chiediamo, oltre che di trattare insieme all’ue, invece di fare ricorso a misure che possano alleviare l’impatto di questa insensata guerra commerciale sulle nostre imprese, soprattutto con politiche fiscali: si potrebbe per esempio abbassare ires per le aziende che fanno export”, conclude il presdiente di agrocepi.

DAZI: MAMMUCARI (UILA), SERVONO NERVI SALDI E VISIONE STRATEGICA
PER VALORIZZARE LAVORO, IMPRESE E SICUREZZA ALIMENTARE

“stiamo vivendo tempi impazziti, tra rischi di guerre commerciali, sequestri ideologici e allarmismi, anche perche’ l’impatto dei dazi, secondo fonti autorevoli, puo’ considerarsi gestibile se si avra’ la capacita’ di mantenere i nervi saldi. serve unita’, coesione e visione da parte della ue per bilanciare in modo equo interessi e valori del lavoro e delle imprese, evitando escalation di prove muscolari gia’ vissute in passato, anche per posizioni estreme ambientaliste e salutiste che hanno distrutto la produzione di filiere strategiche per il nostro paese: dalla pesca allo zucchero al tabacco”, ha dichiarato la segretaria generale uila, enrica MAMMUCARI, intervenendo sul tema dazi nel corso del vinitaly. “da sempre riteniamo il commercio internazionale uno strumento efficace per favorire relazioni stabili e abbassare la conflittualita’ tra i popoli; in gioco non c’e’ solo la capacita’ di esportare produzioni agricole di qualita’, ma anche il comune interesse a promuovere un cibo buono, sostenibile e legale, nel rispetto di una reciprocita’ che tuteli i diritti dei lavoratori e la concorrenza leale tra imprese sul mercato. una visione d’insieme indispensabile per assicurare al contempo una maggiore autonomia produttiva e una transizione socialmente giusta. siamo qui al vinitaly, anche per valorizzare e rafforzare il lavoro congiunto che sindacato e sistema delle imprese quotidianamente svolgono a tutela dell’agricoltura, attraverso contrattazione e bilateralita’ e per ricordare ad istituzioni, politica e consumatori che dentro ad ogni buon bicchiere di vino c’e’ anche la saggezza, la professionalita’ e l’impegno quotidiano di decina di migliaia di lavoratori e lavoratrici. la filiera vitivinicola italiana e’ composta anche da queste competenze straordinarie ed essenziali che oltre ad assicurare vini che fanno bene alla salute, mettono in pratica attivita’ che salvaguardano l’ambiente e il benessere dei nostri territori generando prosperita’ e sicurezza alimentare. e’ quindi piu’ che mai necessaria la massima cautela nell’approccio a questo delicato momento per salvaguardare un patrimonio di ricchezza fatto di imprese e lavoratori”, ha concluso MAMUCARI.

DAZI: UIV, WHISKY E’ FUORI DALLA
LISTA DEI CONTRO-DAZI

con un comunicato uiv fa sapere che “il whisky e’ fuori dalla lista dei contro-dazi previsti dall’unione europea. lo ha annunciato pochi minuti fa il ministro degli esteri, antonio TAJANI (fi), al presidente di unione italiana vini (uiv), lamberto FRESCOBALDI, oggi a vinitaly”.

DAZI: TAJANI, NO A CONTROMISURE UE SU WHISKY
PER SCONGIURARE RITORSIONI SU VINO

“probabilmente oggi il consiglio europeo scegliera’ di ‘scongelare’ una vecchia lista di prodotti americani da sanzionare con l’aumento dei dazi. riteniamo che non debba essere inserito il whisky, che porterebbe a dazi piu’ forti sul vino”: lo ha detto il ministro degli esteri, antonio TAJANI, in collegamento con il vinitaly da bruxelles, dove partecipa alla riunione dei ministri del commercio europei. ne da’ notizia un comunicato di veronafiere. “c’e’ grande unita’ a livello europeo per evitare che ogni stato tratti per se’ . mi pare ci sia convergenza anche da parte della commissione ue sulla necessita’ assoluta di non scatenare una guerra commerciale. la speranza e’ quella di arrivare a zero dazi usa e zero ue, per dar vita a un grande spazio economico libero di mercato ue-usa, per favorire la crescita dell’economia”, ha aggiunto TAJANI che ha anche annunciato anche un nuovo piano per cercare nuovi settori dove aumentare le esportazioni: “organizzeremo iniziative per esplorare nuovi mercati e recuperare tutto cio’ che si puo’ dal danno dei dazi americani. saremo in india questa settimana, anche con la partecipazione del presidente di veronafiere, federico BRICOLO. successivamente a caserta per un business forum con gli olandesi e poi in giappone, in attesa della missione del presidente del consiglio meloni negli usa. l’italia vuole essere protagonista all’interno di una strategia per favorire non soltanto il nostro paese ma l’intera europa”.

DAZI: SCORDAMAGLIA (FILIERA ITALIA), MANTENERE LA
CALMA E NEGOZIARE MA NON SU SALUTE CONSUMATORI

“si sia pronti a trattare e si evitino escalation e contro dazi”. lo dichiara in un  comunicato da vinitaly luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia. “SCORDAMAGLIA – prosegue il comunicato – ha inoltre ricordato come anche la bce abbia evidenziato che l’effetto negativo sul pil europeo dei dazi di TRUMP sia stimabile intorno al -0,3% del pil se non venissero rimossi, ma che se a questo seguissero contro dazi europei sulle merci provenienti dall’usa l’effetto negativo sul pil europeo sarebbe doppio o triplo”. “manteniamo la calma e negoziamo – dice SCORDAMAGLIA – gli effetti negativi sul consumatore americano, sulla produzione americana e sullo stesso bilancio usa giocano a nostro favore: utilizziamo tutti gli strumenti per dialogare e far capire che la spirale dei dazi non giova a nessuno”. ma aggiunge l’amministratore delegato: “allo stesso modo l’apertura negoziale dell’unione europea non puo’ in nessun modo coincidere con lo smantellamento dei rigidi standard che l’europa ha introdotto oltre trent’anni fa a protezione dei cittadini e consumatori europei: parlare di accesso libero alle carni con ormoni, pesticidi da anni vietati in europa o a ogm non autorizzati e’ fuori discussione”. “negoziare si’ – conclude SCORDAMAGLIA – ma non sulle spalle dei cittadini europei”.

DAZI: DIANA (ARANCIA ROSSA SICILIA IGP), FARE SISTEMA CON
UE. CONSORZIO MODELLO PER LOTTA CAMBIAMENTO CLIMATICO

“un successo la partecipazione del consorzio dell’arancia rossa igp alla seconda edizione del salone internazionale degli agrumi in programma a mentone, in costa azzurra, fino al 6 aprile; uno degli appuntamenti di riferimento, seppur cosi’ giovane, per un altro dei mercati europei fondamentali per l’igp siciliana, la francia appunto”. lo rende noto un comunicato del consorzio dell’arancia rossa igp, che cosi’ prosegue: “e in questa occasione il consorzio ha partecipato, con il presidente gerardo DIANA, al momento di confronto dal titolo ‘agrumi e clima: come affrontare la sfida del cambiamento climatico’. ‘un’occasione importante questa di mentone che apre a un confronto con tante realta’ simili alla nostra a livello europeo – ha detto il presidente del consorzio di tutela dell’arancia rossa di sicilia igp, gerardo DIANA, nel suo intervento – in un momento cosi’ delicato dal punto di vista del cambiamento climatico, ma anche degli asset commerciali a livello internazionale e’ fondamentale fare squadra e ritrovare il senso di europa’. la francia rappresenta un mercato molto importante per l’arancia rossa di sicilia igp e avendo prodotti che possono alternarsi nel raccolto puo’ essere considerato un vero e proprio alleato di mercato’. ‘importante essere qui a parlare di terroir, un paese come la francia che ha fatto di questo concetto la base per raccontare e promuovere le proprie eccellenze’, ha proseguito il presidente DIANA che si e’ poi soffermato sui dazi imposti dal governo americano all’europa: ‘i dazi di TRUMP rischiano di danneggiare chi vende il nostro prodotto trasformato non solo in italia, per questo serve a nostro avviso una risposta intelligente unitaria dell’europa’. il focus dell’incontro di venerdi’ 4 aprile e’ stato, come detto, sui cambiamenti climatici e l’impatto sull’agricoltura. un cambiamento che, come sottolineato anche dalle altre realta’ presenti, tocca anche i paesi europei piu’ a nord. due sono le strade da perseguire secondo il consorzio di tutela dell’arancia rossa di sicilia igp, da un lato attraverso i privati, quindi i soci del consorzio, dall’altro con gli enti pubblici ossia regione e consorzi di bonifica. ‘nel primo caso ho riportato ai nostri colleghi come noi agricoltori con grande sforzo abbiamo trovato sistemi per resistere attraverso la creazione di sistemi di irrigazione che consentano un risparmio idrico e in molti casi abbiamo dovuto rinunciare a salvaguardare gli impianti piu’ adulti per garantire l’acqua a quelli piu’ giovani, investendo inoltre in innovativi impianti di irrigazione o attraverso l’utilizzo delle centraline meteo, tensiometri e sonde – ha insistito il presidente gerardo DIANA – dall’altro lato pero’ chiamiamo in causa il sistema pubblico che e’ estremamente lento e che deve fare i conti con tubature obsolete che disperdono troppa acqua; dobbiamo ancora inoltre sottolineare che per le annate 2023 e 2024 sono stati richiesti oneri per i consorzi di bonifica che sarebbero dovuti essere investiti in miglioramento fondiario, evidentemente opere mai realizzate, tanto che per queste due annate alcuni consorzi non sono stati in grado di fornire acqua, di questo la regione deve assumersi le proprie responsabilita”. il successo dell’arancia rossa di sicilia igp a mentone si e’ riscontrato anche a tavola, nella cena di gala e negli show cooking degli chef internazionali, oltre a essere rappresentata con uno stand con prodotti freschi e trasformati. in particolare, hanno apprezzato l’igp siciliana giullaume GOMEZ, chef dell’eliseo, xavier ROUSSEAU, chef della nazionale di calcio francese, christian GARCIA, chef del principe alberto di monaco, marc FLANAGAN, chef del re d’inghilterra, fabrizio BOCCA, cuoco di sergio MATTARELLA e tanti altri”.

DAZI: CAPUA (AGCI AGROLIMENTARE), RISCHIO MA ANCHE
OPPORTUNITA’ PER RAFFORZARE COMPETITIVITA’ EUROPEA

“apprezziamo l’intervento del commissario HANSEN, che ha inaugurato un significativo cambio di passo nelle politiche agricole europee. e’ fondamentale riconoscere il ruolo strategico degli agricoltori e promuovere la cooperazione, la tutela del reddito e lo sviluppo di nuove tecniche genomiche. solo con un impegno concreto possiamo costruire un sistema agricolo resiliente e sostenibile, capace di affrontare le sfide del presente e anticipare le esigenze del futuro, magari trasformando la minaccia in un’opportunita’ di apertura verso nuovi mercati”, ha detto antonello CAPUA, presidente di agci agroalimentare, commentando l’intervento al vinitaly del commissario europeo per l’agricoltura christophe HANSEN nel padiglione masaf. HANSEN ha incontrato istituzioni, operatori del settore vinicolo e giornalisti specializzati per parlare del “pacchetto vino della commissione europea”. “il commissario ha sottolineato l’importanza di un approccio pragmatico alle politiche agricole europee, evidenziando il ruolo degli agricoltori come parte della soluzione alle sfide ambientali e climatiche. HANSEN, che ha concluso il suo intervento con un incoraggiante ‘viva il vino italiano ed europeo’, ha ribadito la necessita’ di sostenere il settore agricolo attraverso incentivi mirati e investimenti in ricerca e innovazione, per garantire un’agricoltura europea forte e competitiva”, ha aggiunto CAPUA. “la nuova politica commerciale statunitense, caratterizzata dall’introduzione dei dazi voluti dall’amministrazione trump, rappresenta indubbiamente una sfida significativa per l’economia europea. tuttavia, anziche’ considerarla esclusivamente come una minaccia, potremmo interpretarla come un’opportunita’ per ripensare e consolidare il nostro modello economico continentale. i nuovi dazi americani ci invitano a una riflessione profonda sulla sostenibilita’ di questo modello nel lungo periodo. forse e’ giunto il momento di sviluppare strategie complementari che possano rafforzare la resilienza dell’economia europea di fronte agli inevitabili cambiamenti dello scenario globale”, ha concluso CAPUA.

DAZI: BMTI, RISCHI MAGGIORI PER
VINI FERMI IMBOTTIGLIATI

“alla luce delle recenti misure adottate dall’amministrazione TRUMP in merito all’imposizione di un ulteriore aumento del 20% sui dazi, bmti ha condotto una prima analisi dei quantitativi e dei valori dei vini importati negli stati uniti dai vari paesi. quello americano rappresenta il principale mercato di destinazione dei vini italiani, con una quota complessiva, nel 2024, del 23,8% sul totale dell’export in valore (elaborazione bmti su dati istat). l’italia, al tempo stesso, con circa 350 milioni di litri esportati negli stati uniti per un valore di quasi 2 miliardi e 400 milioni di dollari nel 2024 e’ il primo paese per quantitativi e il secondo, dopo la francia, per valori”. lo rende noto un comunicato di bmti che cosi’ prosegue. “nel 2024, i vini fermi imbottigliati rappresentano circa i due terzi dei vini esportati dall’italia negli stati uniti, mentre i vini sparkling circa un terzo. per entrambe le categorie, l’italia mantiene la leadership nelle importazioni statunitensi, sebbene con alcune differenze nei valori: per i vini sparkling gli stati uniti hanno importato nel 2024 dall’italia circa i due terzi del quantitativo totale, mentre in termini di valore tale quota si attesta su un 40% pari ad oltre 720 milioni di dollari. notevole la distanza tra il valore unitario dei vini italiani (5,90 $/l) e quelli francesi (23,73 $/l). per i vini fermi imbottigliati, gli stati uniti hanno importato dall’italia nel 2024 circa un terzo del totale, sia in quantita’ che in valore, superando 1,6 miliardi di dollari. la differenza tra il valore unitario dei vini fermi italiani (7,35 $/l) e quelli francesi (12,38 $/l) e’ meno marcata, ma ancora evidente. con l’introduzione del dazio aggiuntivo del 20%, le imprese statunitensi che importano vino dovranno sostenere un aumento dei costi. questa misura avra’ un impatto diretto sul mercato, poiche’ gli importatori potranno farsene carico in toto o in parte, provare a chiedere delle riduzioni dei listini alle imprese esportatrici e/o infine scaricare tali costi sui consumatori finali. in quest’ultimo caso, potrebbero potenzialmente verificarsi ripercussioni sui volumi di consumo e sulla selezione dei prodotti. bmti ha quindi analizzato l’impatto sulla competitivita’ dei paesi concorrenti, con riferimento ai vini fermi imbottigliati e agli spumanti, da cui emerge: vini sparkling, l’accesso al mercato americano rimane sostanzialmente dominato dai paesi ue: 65% italia, 20% francia e 12,5% spagna. a fronte di un’imposizione da parte degli stati uniti di un dazio uguale del 20% sui vini sparkling europei, il paese che potrebbe beneficiare di una posizione vantaggiosa e’ l’argentina che, nel 2024, e’ stato il quinto paese per volumi esportati negli stati uniti e che beneficera’ di un dazio relativamente vantaggioso (10%) rispetto ai competitor europei. tale vantaggio competitivo va comunque letto e dimensionato alla luce dell’attuale peso, decisamente residuale, dei vini sparkling argentini (0,3% del totale) rispetto a quelli italiani ed europei; vini fermi imbottigliati, non e’ un mercato di ‘quasi esclusiva’ competenza europea. tra i primi dieci paesi esportatori, infatti, ce ne sono cinque non europei ed hanno una quota delle importazioni statunitensi sicuramente minoritaria ma non trascurabile come nel caso degli sparkling. in particolare, la nuova geografia dei dazi da’ dei vantaggi competitivi a un gruppo di paesi concorrenti a quelli europei, come australia, nuova zelanda, cile e argentina, che nel 2024 hanno avuto un quantitativo complessivo di circa il 30% dei vini fermi importati dagli stati uniti e che vedranno sui propri vini un dazio aggiuntivo di solo il 10%, contro il 20% che sara’ imposto ai vini europei. in termini di competitivita’ relativa dei vini italiani, quindi, l’introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione statunitense sembra poter essere un rischio maggiore per i vini fermi imbottigliati che, nel mercato statunitense, dovranno far fronte al minore impatto delle tassazioni sul prezzo di vini extraeuropei che gia’ rappresentano una quota importante delle importazioni americane. discorso diverso per i vini sparkling, per i quali, come visto, i principali esportatori nel mercato statunitense sono appartenenti all’ue e quindi soggetti tutti allo stesso dazio aggiuntivo del 20%”. l’analisi completa e’ disponibile al link: https://www.bmti.it/prezzi-uve-vino/43049/

DAZI: MELONI, SONO PREOCCUPATA MA NON NE
FAREI LA CATASTROFE CHE STO ASCOLTANDO

“sui dazi sono ovviamente preoccupata, e’ un problema che va risolto. non ne farei la catastrofe che sto ascoltando in questi giorni e che paradossalmente mi preoccupa piu’ del fatto in se’. parliamo di un mercato importante, quello degli stati uniti, che vale circa il 10% della nostra esportazione. non smetteremo di esportare negli usa, ma attenzione all’allarmismo che sto vedendo in queste ore”: lo ha detto la presidente del consiglio giorgia MELONI, in occasione della visita sull’amerigo vespucci a ortona (chieti). commentando le decisioni prese da TRUMP, MELONI ha affermato inoltre: “possiamo sfruttare la difficolta’ per passi avanti importanti in una fase che lo richiede. dobbiamo lavorare sulla competitivita’ delle nostre imprese. c’e’ un tema aperto rispetto al patto di stabilita’, c’e’ una norma che si chiama clausola generale di salvaguardia che prevede una sospensione, una deroga al patto di stabilita’. forse dovremmo ragionare di quello, o di fare una valutazione ulteriore su come e’ stato indicato il patto di stabilita’. c’e’ una materia energetica che e’ fondamentale: la riforma del mercato elettrico per esempio e’ una cosa importante ma bisogna accelerare. sull’energia forse bisogna essere un po’ piu’ decisi e coraggiosi”. “la possibilita’ di trattare con gli usa sui dazi non e’ questione di speranza. io credo che sia quello che va fatto: per l’interesse nostro, per l’interesse della nostra economia, per l’interesse europeo, per l’interesse occidentale. e quindi perseguo quello che ritengo sia piu’ giusto”, ha detto.  MELONI ha aggiunto: “non penso che in una fase come questa sia piu’ utile divaricare ulteriormente. credo che la cosa utile da fare sia continuare a cercare delle soluzioni comuni perche’ altrimenti, alla fine, ci indeboliamo tutti. poi, ripeto, sono valutazioni che si devono fare con altri interlocutori e vedremo anche qual e’ la posizione degli interlocutori. continuo a credere che in ogni caso in questo momento noi possiamo intanto fare alcune cose a livello europeo che sono molto importanti perche’ ovviamente, se abbiamo una difficolta’, quella difficolta’ deve portarci dall’altra parte a lavorare sulla competitivita’ del nostro sistema produttivo, della nostra industria, delle nostre aziende”.

DAZI: CIA, A RISCHIO AGROALIMENTARE IN 1 PROVINCIA
SU 5 CON EXPORT TOTALE DI 100 MLN VERSO USA

“i dazi imposti dagli stati uniti metterebbero a rischio il settore agroalimentare di una provincia italiana su cinque. nella lista delle province ad alto rischio, a seguito delle barriere protezionistiche annunciate da TRUMP, secondo l’ufficio studi di cia-agricoltori italiani ce ne sono 21, su un totale di 107, le cui esportazioni di food verso gli stati uniti generano un valore superiore ai 100 milioni di euro”. lo rende noto un comunicato della confederazione che cosi’ prosegue: “la piu’ esposta, in questa classifica che guarda ai valori assoluti dell’export, e’ la provincia di salerno con 518 milioni, suddivisi soprattutto in ortofrutta lavorata e conserve di pomodoro, oltre a zucchero, cacao e condimenti vari. segue milano, con 422 milioni di spedizioni verso gli stati uniti, che vedono in primo piano le bevande alcoliche da aperitivo. cuneo e’, invece, regina dell’export di vini con quasi 400 milioni di euro venduti negli usa dalle cantine dell’albese, delle langhe e del roero (barolo e barbaresco, in primis). poco fuori dal triste podio il trevigiano con il prosecco delle colline di valdobbiadene (355 milioni) e la food valley di parma, 306 milioni, nella quale i dazi colpiranno soprattutto i consorzi di parmigiano e prosciutto e le conserve di pomodoro. c’e’, poi, il confronto sui valori percentuali, con un quadro ugualmente allarmante, che mette in risalto le province piu’ vulnerabili, perche’ tanto dipendenti dall’export verso gli stati uniti. se grosseto, infatti, esporta negli usa 236 milioni di olio d’oliva, preoccupa ancor di piu’ che queste spedizioni rappresentino il 71% di tutte le vendite agroalimentari della provincia verso l’estero”. senza contare che “anche con un valore inferiore ai 100 milioni di export, sono tante le province piccole e rurali per le quali l’impatto sull’economia locale sarebbe maggiore rispetto ai territori piu’ ricchi, che riescono a diversificare i loro sbocchi commerciali”, ricorda il presidente nazionale cia, cristiano FINI. “cia – prosegue il comunicato – valuta particolarmente fragili le situazioni di nuoro e sassari, che destinano al mercato statunitense il 65% di tutta la loro produzione agroalimentare, soprattutto quel pecorino romano prodotto per il 90% in sardegna utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack”. “se il prezzo del pecorino romano non sara’ piu’ competitivo, verra’ probabilmente sostituito da altri formaggi di pecora americani – evidenzia FINI – determinando un crollo per l’economia delle province dell’isola che si regge su quella filiera. a preoccupare sara’ il prezzo del latte, che potra’ subire contraccolpi immediati”. “tra le province piu’ esposte fuori dal territorio sardo – conclude il comunicato – ci sono anche catanzaro, dove il mercato statunitense assorbe il 42% della produzione agroalimentare provinciale (ortofrutta lavorata, marmellate e conserve di pomodoro), siena (vino e olio d’oliva) con il 34% e roma (vino, olio d’oliva e di semi) con il 33%”.

DAZI: ROTA (FAI CISL), EUROPA DIA RISPOSTA COESA E
PUNTI A DIVERSIFICARE I MERCATI COME ASIA E INDIA

“l’agroalimentare e’ un asset strategico per il veneto: da domenica saremo per il terzo anno consecutivo al vinitaly, al fianco di terra viva. ricordiamo che tutto l’agroalimentare esportato negli stati uniti vale 7,8 miliardi e che il mercato americano per il nostro vino vale circa 2 miliardi, cioe’ il 25% del totale. sara’ fondamentale la risposta coesa dell’europa, ma sara’ inoltre necessario diversificare i mercati dell’export, guardando ad asia e india. da questo territorio rilancio inoltre la tutela della montagna e della aree interne, dove sarebbe opportuno una sorta di “no tax area” dove si preveda un sistema fiscale agevolato per imprese agricole e artigianali, eventuali start up giovanili, agriturismi”: lo ha detto il segretario generale fai cisl onofrio ROTA, chiudendo i lavori del congresso di fai cisl veneto.

DAZI: BUONGIORNO (UILA PUGLIA), UNA MINACCIA
PER IL LAVORO NEL SETTORE AGROALIMENTARE

“il rischio che i dazi provochino una contrazione dei volumi delle esportazioni puo’ avere impatti negativi sul lavoro del comparto agroalimentare, gia’ intrinsecamente fragile per via della stagionalita’”. lo afferma in un comunicato il segretario generale della uila puglia, pietro BUONGIORNO, unendosi al coro di quanti auspicano un passo indietro dell’amministrazione TRUMP sui dazi. “il comparto agroalimentare possiede una quota di poco inferiore al 10% per quanto riguarda il valore delle esportazioni pugliesi negli stati uniti, parliamo di 650 milioni sui 9 miliardi di euro – dice BUONGIORNO -. ad aggravare il quadro e’ anche l’indice di diversificazione delle esportazioni: se alto connota una concentrazione del valore in poche classi merceologiche e per la puglia si configura al 49,8%. cio’ significa che il nostro sistema economico risulta piu’ esposto alle congiunture negative che queste misure protezionistiche innescano. misure che, di fatto, rischiano di rallentare, un trend positivo di crescita. le ultime proiezioni parlano di una crescita che si avvicinava al 20% rispetto al 2023, basti pensare che la sola filiera olivicola ha fatto registrare un indice positivo pari al +60% rispetto ai 12 mesi precedenti. ma la crescita e’ altrettanto significativa in tutti gli altri comparti: + 11% nel volume delle esportazioni nel settore vitivinicolo e dei farinacei, + 17% in valore per il frutticolo. il momento florido della nostra economia agricola e’ testimoniato anche dai dossier dell’istat che certificano un aumento del valore della produzione agricola, nonostante non ci sia un aumento speculare delle produzioni, segno questo di un posizionamento di mercato solido per le nostre eccellenze, sempre piu’ riconoscibili sui mercati grazie ad una identita’ di prodotto forte e saldamente ancorata ad una narrazione che valorizza la sua qualita’”. il segretario generale della uila puglia, conclude con un appello: “per tutte queste ragioni come organizzazione sindacale, siamo preoccupati della situazione che si sta creando e, altresi’, ci auspichiamo una reazione compatta del sistema italia inteso nella sua interezza. il rischio che questi dazi avvantaggino produzioni estere, anche europee, che si posizionano sul mercato con un prezzo molto piu’ basso, si pensi all’olio spagnolo, puo’ pregiudicare la tenuta di molte filiere. questo puo’ tradursi in un rischio per migliaia di posti di lavoro. non possiamo permettercelo, per questo bisogna agire con equilibrio e lungimiranza”.

DAZI: AGCI AGROALIMENTARE PROPONE DIVERSIFICAZIONE
MERCATI, FILIERE CORTE E MARKETING MIRATO

“diversificazione dei mercati, valorizzazione delle filiere corte per ridurre i costi e migliorare la resilienza del settore agroalimentare ed implementazione di strategie di marketing mirate: sono queste alcune delle possibili soluzioni strategiche proposte da agci agroalimentare, in vista del prossimo vinitaly di verona, per rispondere all’aumento dei dazi doganali che impattano le esportazioni italiane vitivinicole e non solo, e alle sfide significative che il sistema agroalimentare si trova ad affrontare”, informa un comunicato di agci agroalimentare. al vinitaly “agci mettera’ in luce le problematiche legate ai dazi ed il loro effetto sui produttori locali, ponendo l’accento sulla necessita’ di un’azione collettiva per sostenere il nostro patrimonio agroalimentare, in confidente attesa di una risposta unitaria e decisa da parte dell’unione europea, come gia’ annunciato dalla presidente VON DER LEYEN, con misure di sostegno specifiche per sostenere i settori piu’ colpiti dai dazi (come i produttori di vini, olio d’oliva, pasta e sughi pronti), e sempre monitorando il rischio di un massiccio riversamento di prodotti da altri paesi (ad esempio, la cina) che potrebbero approfittare delle tariffe americane. in questo senso, agci agroalimentare presentera’ il proprio pacchetto di risposte commerciali. insieme, possiamo costruire un futuro piu’ solido e sostenibile per l’agroalimentare italiano”, ha dichiarato il presidente di agci agroalimentare, antonello CAPUA. “tra gli altri punti fondamentali che possono contribuire a mitigare gli effetti negativi dei dazi nell’agroalimentare e a promuovere, in generale, una maggiore resilienza del settore, agci agroalimentare segnala: sostegno agli agricoltori (implementare programmi di sostegno finanziario e tecnico per gli agricoltori colpiti dai dazi, come sussidi o prestiti a basso interesse); accordi commerciali alternativi (negoziare nuovi accordi commerciali o rivedere quelli esistenti per garantire condizioni piu’ favorevoli per le esportazioni agroalimentari); promozione dei prodotti locali (investire in campagne di marketing per promuovere i prodotti agroalimentari locali e incentivare il consumo interno); innovazione e ricerca (investire in ricerca e sviluppo per migliorare la competitivita’ dei prodotti agroalimentari, attraverso tecnologie sostenibili e pratiche agricole innovative); collaborazione con altre nazioni (creare alleanze con altri paesi che possono essere colpiti dai dazi, per formare un fronte unito contro le politiche protezionistiche); flessibilita’ nei prezzi (stabilire meccanismi per la flessibilita’ dei prezzi, in modo che gli agricoltori possano adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato); educazione e formazione (fornire formazione agli agricoltori su come gestire le sfide commerciali e migliorare le loro pratiche aziendali); lobbying e advocacy (rafforzare le attivita’ di lobbying per influenzare le politiche commerciali a favore del settore agroalimentare; accordi bilaterali (stabilire accordi bilaterali con paesi che non impongono dazi elevati, per facilitare il commercio; monitoraggio delle politiche commerciali (creare un’agenzia o un gruppo di lavoro per monitorare l’impatto dei dazi e proporre misure correttive tempestive)”, conclude il comunicato.

DAZI: VACCARI(PD), SALVINI VENGA AL
VINITALY A SPIEGARE SUA POSIZIONE

“sui dazi il governo italiano si e’ dimostrato finora una armata brancaleone”. lo afferma il segretario di presidenza della camera e capogruppo pd in commissione agricoltura, stefano VACCARI, che cosi’ prosegue: “prima equidistanza come chiedeva la presidente del consiglio giorgia MELONI, poi i dazi come un’opportunita’ del prode matteo SALVINI, poi siamo passati ad una moderata preoccupazione di fronte al fatto avvenuto, con uno stallo inspiegabile mentre altri paesi europei hanno gia scelto di adottare misure per proteggere imprese e lavoratori colpiti. e oggi la lega con matteo SALVINI che addirittura addossa le responsabilita’ all’europa rea di aver colpito il settore produttivo italiano ed europeo, mentre TRUMP di contro fa bene a difendere le sue imprese. infine la clamorosa proposta: si tratti con TRUMP in via bilaterale. una posizione in linea con le piu’ becere logiche sovraniste in totale dispregio delle richieste di confindustria e delle organizzazioni professionali agricole che sottolineano la necessita’ di rafforzare l’unita’ europea e di avviare, a testa alta, una serrata trattiva con gli stati uniti. SALVINI, con la maglietta di TRUMP e di PUTIN, si presenti domenica davanti ai cancelli del vinitaly e ripeta ai nostri produttori questa boutade propagandistica. difficile pensare che venga portato in trionfo”.

DAZI: MAGI (+EUROPA), MELONI FORTE
CON I DEBOLI E DEBOLE CON I FORTI

“se c’e’ da minacciare qualche migrante, MELONI fa il volto feroce; se c’e’ da affondare i barconi, MELONI e’ in prima linea; se c’e’ da urlare a scandali che non esistono come a bibbiano, MELONI e’ la prima ad arrivare; se c’e’ da mettere in carcere le donne con i loro bambini, MELONI non si fa problemi; se c’e’ sbattere i pugni, MELONI e’ quella che lo sbatte piu’ forte di tutti, almeno a parole. se c’e’ pero’ da rispondere a TRUMP e pianificare una strategia di contrasto ai dazi imposti dal suo alleato americano, MELONI abbassa la testa e si trasforma in un agnellino pasquale, accondiscendente, docile e quasi impaurita. MELONI insomma conferma il modus operandi: forte con i deboli, debole con i forti. e’ cosi’ che si umilia un paese intero, e’ cosi’ che non si tutela l’interesse nazionale, e’ cosi’ che si isola l’italia dal resto d’europa”. lo afferma in un comunicato il segretario di +europa, riccardo MAGI.

COMMISSIONE EUROPEA: DICHIARAZIONE VON DER LEYEN

DOPO ANNUNCIO DAZI USA

dopo l’annuncio del presidente usa donaldo TRUMP di voler imporre dazi del 20% sull’import dalla unione europea la presidente dlla commissione europea ursula von der leyen ha rilasciato questa dichiarazione: “l’annuncio del presidente TRUMP di tariffe universali su tutto il mondo, inclusa l’ue, e’ un duro colpo per l’economia mondiale. mi rammarico profondamente di questa scelta. cerchiamo di essere lucidi sulle immense conseguenze. l’economia globale ne soffrira’ enormemente. l’incertezza aumentera’ vertiginosamente e inneschera’ l’ascesa di ulteriore protezionismo. le conseguenze saranno terribili per milioni di persone in tutto il mondo. anche per i paesi piu’ vulnerabili, che ora sono soggetti ad alcuni dei dazi piu’ elevati degli stati uniti. l’opposto di cio’ che vogliamo ottenere. i dazi danneggeranno anche i consumatori in tutto il mondo. si faranno sentire immediatamente. milioni di cittadini dovranno affrontare bollette della spesa piu’ elevate. i farmaci costeranno di piu’, cosi’ come i trasporti. l’inflazione salira’. e questo sta danneggiando in particolare i cittadini piu’ vulnerabili. tutte le aziende, grandi e piccole, soffriranno fin dal primo giorno. da una maggiore incertezza all’interruzione delle catene di fornitura alla burocrazia gravosa. il costo per fare affari con gli stati uniti aumentera’ drasticamente. e per di piu’, non sembra esserci ordine nel disordine. nessuna via chiara attraverso la complessita’ e il caos che si stanno creando mentre tutti i partner commerciali degli stati uniti vengono colpiti. negli ultimi ottant’anni, il commercio tra europa e stati uniti ha creato milioni di posti di lavoro. i consumatori oltre atlantico hanno beneficiato di prezzi ridotti. le aziende hanno beneficiato di enormi opportunita’ che hanno portato a una crescita e a una prosperita’ senza precedenti. allo stesso tempo, sappiamo che il sistema commerciale globale presenta gravi carenze. sono d’accordo con il presidente TRUMP, che altri stanno traendo un vantaggio sleale dalle attuali regole. e sono pronto a sostenere qualsiasi sforzo per adattare il sistema commerciale globale alle realta’ dell’economia globale. ma voglio anche essere chiaro: ricorrere alle tariffe come primo e ultimo strumento non risolvera’ il problema. ecco perche’, fin dall’inizio, siamo sempre stati pronti a negoziare con gli stati uniti, per rimuovere qualsiasi barriera residua al commercio transatlantico. allo stesso tempo, siamo pronti a rispondere. stiamo gia’ ultimando un primo pacchetto di contromisure in risposta ai dazi sull’acciaio. e ora ci stiamo preparando per ulteriori contromisure, per proteggere i nostri interessi e le nostre attivita’ se i negoziati falliscono. osserveremo attentamente anche gli effetti indiretti che queste tariffe potrebbero avere, perche’ non possiamo assorbire la sovracapacita’ globale ne’ accetteremo il dumping sul nostro mercato come europei promuoveremo e difenderemo sempre i nostri interessi e valori. e ci schiereremo sempre per l’europa. ma c’e’ un percorso alternativo. non e’ troppo tardi per affrontare le preoccupazioni attraverso i negoziati. ecco perche’ il nostro commissario per il commercio, maros Šefčovič, e’ impegnato in modo permanente con le sue controparti statunitensi. lavoreremo per ridurre le barriere, non per aumentarle. passiamo dal confronto al negoziato. infine, vorrei anche parlare direttamente ai miei concittadini europei. so che molti di voi si sentono delusi dal nostro piu’ vecchio alleato. si’, dobbiamo prepararci all’impatto che questo avra’ inevitabilmente. l’europa ha tutto cio’ di cui ha bisogno per superare questa tempesta. siamo tutti sulla stessa barca. se affronti uno di noi, affronti tutti noi. quindi resteremo uniti e ci difenderemo a vicenda. la nostra unita’ e’ la nostra forza. l’europa ha il piu’ grande mercato unico al mondo, 450 milioni di consumatori, che e’ il nostro porto sicuro in tempi tumultuosi. e l’europa stara’ al fianco di coloro che sono direttamente colpiti. abbiamo gia’ annunciato nuove misure per sostenere i settori dell’acciaio e delle automobili. la scorsa settimana abbiamo limitato la quantita’ di acciaio che puo’ essere importata in europa senza dazi doganali. cio’ dara’ piu’ respiro a queste industrie strategiche. ora convocheremo anche dialoghi strategici con il settore siderurgico, automobilistico e farmaceutico. e altri seguiranno. l’europa e’ unita per le nostre aziende, per i nostri lavoratori e per tutti gli europei. e continueremo a costruire ponti con tutti coloro che come noi hanno a cuore il commercio equo e basato sulle regole come base per una prosperita’ condivisa”.

DAZI: DICHIARAZIONE MELONI SU MISURE
INTRODOTTE DA STATI UNITI

dopo l’annuncio del presidente degli stati uniti donald TRUMP di dazi sui prodotti europei la presidente del consiglio giorgia MELONI ha dichiarato: “l’introduzione da parte degli usa di dazi verso l’unione europea e’ una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti. faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli stati uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’occidente a favore di altri attori globali. in ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”.

DAZI: COLDIRETTI, RISCHIO RINCARI DA 1,6 MILIARDI
DI EURO PER I CONSUMATORI AMERICANI

“sarebbe di 1,6 miliardi di euro il costo che graverebbe sui consumatori americani con l’introduzione del dazio al 20% su tutti i prodotti agroalimentari made in italy annunciato dal presidente donald TRUMP, con un calo delle vendite che danneggera’ le imprese italiane, oltre ad incrementare il fenomeno dell’italian sounding. e’ quanto emerge da una stima coldiretti sull’imposizione di tariffe aggiuntive sul cibo made in italy esportato negli usa”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “a cio’ va poi aggiunto il danno in termini di deprezzamento delle produzioni, da calcolare filiera per filiera, legato all’eccesso di offerta senza sbocchi in altri mercati. senza dimenticare l’aumento dei costi di stoccaggio, tanto piu’ sensibili se legati alla deperibilita’ del prodotto. l’altro fattore che preoccupa e’ il pericolo – continua coldiretti – di perdere quota di mercato e posizionamento sugli scaffali conquistati, favorendo la concorrenza da parte di altri paesi colpiti in maniera meno pesante dai dazi. secondo un’analisi l’export agroalimentare made in italy negli stati uniti ha fatto segnare nel 2024 il record di sempre con un valore di 7,8 miliardi e una crescita del 17% rispetto all’anno precedente. ‘questa deve anche essere l’occasione per l’europa, che deve rimanere unita piu’ che mai in questa fase e dialogare con un’unica voce, di mettere in campo un piano di rilancio dei settori produttivi, a partire dalla sburocratizzazione, ma anche iniettando nuove risorse – sottolinea il presidente di coldiretti ettore PRANDINI -. burocrazia inutile che ha rallentato tutto e colpito le nostre aziende in maniera significativa. ci vuole un’iniezione di nuove risorse economiche. investire in digitalizzazione e innovazione e con agricoltura precisione per quanto riguarda il nostro settore. servono nuove risorse per internazionalizzazione e in questo momento diventa fondamentale diversificare i mercati. dobbiamo diventare piu’ competitivi abbassando costi imprese’. ‘dinanzi alla decisione usa e’ di vitale importanza evitare mosse avventate. va messa in in campo la diplomazia’, aggiunge il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO. ‘l’italia e l’europa – conclude GESMUNDO – devono portare avanti il dialogo poiche’ la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti’.”.

DAZI: DREI (FEDAGRIPESCA), INTERVENIRE AL PIU’ PRESTO
CON MISURE PER LA COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE

“‘abbiamo criticato i dazi come strumento di politica economica ma gli usa hanno deciso di adottarli, pur se con percentuali inferiori a quanto minacciato. ora e’ tempo di lasciare alle istituzioni politiche e alla diplomazia europea ed italiana lo studio delle adeguate contromisure ai dazi. al tempo stesso ci preme pero’ sollecitare l’assoluta urgenza di concentrarsi sulle difficolta’ delle aziende, per le quali andranno subito pensate e predisposte misure a difesa della loro competitivita”. e’ questa la prima reazione all’annuncio dei dazi al 20% fatto ieri da donald TRUMP del presidente di confcooperative fedagripesca raffaele DREI”. lo rende noto un comunicato di confcooperative fedagripesca, che cosi’ prosegue: “significativa la quota di export nel mercato a stelle e strisce delle cooperative aderenti a confcooperative: negli usa il fatturato delle cantine cooperative e’ di oltre 570 milioni di euro, il 30% di tutto l’export vitivinicolo nel mercato statunitense (che si attesta su 1,9 miliardi di euro), mentre per un altro settore ad alto valore aggiunto con le sue produzioni dop come i formaggi, le cooperative commercializzano negli stati uniti 122 milioni di euro, il 25% di tutte le vendite di formaggi negli usa, che nel 2024 hanno toccato quota 484 milioni di euro. seguono poi altre filiere e prodotti in cui la cooperazione esporta valori significativi come il pomodoro da industria. ‘la situazione geopolitica internazionale che si e’ venuta a creare apre un reale problema di competitivita’ che coinvolge secondo DREI ‘tutte le aziende del comparto, non solo chi esporta negli stati uniti, perche’ l’effetto depressivo coinvolgera’ l’intero mercato’. ma quali sono le misure per la competitivita’ che possono realisticamente essere attivate in tempi rapidi? il presidente di confcooperative fedagripesca non ha dubbi: in primo luogo, spiega, per quanto riguarda il settore vino ‘occorre destinare maggiori risorse per la promozione, se davvero vogliamo aiutare le aziende ad acquisire nuovi mercati. andra’ fatto inoltre un grande lavoro di sburocratizzazione nelle procedure per l’accesso ai bandi. all’europa chiediamo misure per la promozione piu’ snelle e in generale risposte piu’ efficaci rispetto al passato perche’ quelle attuali risultano un po’ timide rispetto all’urgenza di aggredire nuovi mercati’. mentre sul piano nazionale, l’auspicio e’ che non si finisca per assumere provvedimenti che mirino alla riduzione del potenziale produttivo per tutelare il patrimonio vitivinicolo italiano. ‘produrre di meno non puo’ essere la soluzione per essere piu’ competitivi sui mercati e non dobbiamo farlo’, spiega DREI. piu’ in generale, per altri settori fortemente orientati alle esportazioni, le istituzioni secondo il presidente DREI ‘dovranno concentrarsi maggiormente nei rapporti internazionali per promuovere rapporti bilaterali con altri paesi extra-ue, anche attraverso nuovi accordi di libero scambio al fine di migliorare canali commerciali gia’ consolidati o aprire altri mercati in cui oggi e’ difficile conquistare quote di mercato. il settore lattiero-caseario rischia di veder compromessa la stabilita’ della tutela delle dop con il conseguente proliferare dell’italian sounding’.”.

DAZI: GIANSANTI(CONFAGRICOLTURA), COLPITI NOSTRI SETTORI
DI PUNTA SERVE RISPOSTA UE UNITARIA E DECISA

“‘come italia usciamo sicuramente penalizzati dall’introduzione dei dazi da parte degli stati uniti, in particolar modo per quanto riguarda i prodotti di fascia media: penso ad alcuni vini, all’olio d’oliva, alla pasta e ai sughi pronti’, ha dichiarato massimiliano GIANSANTI, presidente di confagricoltura, intervenuto alla trasmissione di rai uno porta a porta, condotta da bruno VESPA, e andata in onda mercoledi’ sera subito dopo l’annuncio ufficiale del presidente degli stati uniti, donald TRUMP, dell’introduzione di dazi del 20% sui prodotti provenienti dall’unione europea”. lo rende noto un comunicato di confagricoltura. “la risposta non puo’ che essere unitaria, europea, convinta, come annunciato dalla presidente VON DER LEYEN nella conferenza di stamane”, ha aggiunto GIANSANTI, secondo cui sono “fondamentali le misure previste per sostenere i settori piu’ colpiti”. “non dimentichiamo, infatti, che rischiamo anche un massiccio riversamento di prodotti da altri paesi che subiranno le tariffe americane, per esempio la cina”, ha evidenziato il presidente di confagricoltura. “in linea con quanto dichiarato dalla presidente VON DER LEYEN nella prima mattina di oggi, confagricoltura ribadisce la necessita’ di un’azione dell’unione tempestiva e coesa per salvaguardare la competitivita’ del sistema agroalimentare, italiano ed europeo, sui mercati internazionali”, conclude il comunicato.

DAZI: FINI (CIA), SERVE RISPOSTA NEGOZIALE IMMEDIATA
UE E RIDEFINIZIONE POLITICHE DI GLOBALIZZAZIONE

“la scure di TRUMP e’ arrivata, con l’annuncio di dazi al 20% che colpiranno indistintamente tutti i prodotti europei, a partire dall’agroalimentare made in italy. per questo serve subito una risposta ferma e immediata dell’ue per aprire una trattativa e scongiurare una guerra commerciale con un’escalation devastante in cui perderebbero tutti. e’ quanto afferma il presidente nazionale di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI”. lo rende noto un comunicato di cia. “la politica dei dazi e’ sbagliata e controproducente”, ribadisce FINI, che prosegue: “adesso non bisogna andare in ordine sparso ma agire uniti come europa, con un approccio non di sudditanza. occorre un’azione diplomatica rapida, forte e decisa”. “va recuperato, insomma, quel sogno europeo di coesione che aveva animato i padri fondatori e che si e’ via via sgretolato, con gli stati membri sempre piu’ arroccati su posizioni e interessi nazionalistici, ritrovando un approccio condiviso e mirato per reagire alle forzature di TRUMP”, sottolinea il comunicato. allo stesso tempo “e’ necessario ridefinire le politiche di globalizzazione, che evidentemente stanno mostrando tutte le loro crepe, anche attraverso il ruolo del wto”, conclude FINI.

DAZI: MARETTI (LEGACOOP AGROALIMENTARE), DURO COLPO
PER VINO E ALTRI PRODOTTI DELL’AGROALIMENTARE

“i dazi del 20% sul vino ue, e quindi anche italiano, potrebbero essere un duro colpo per il commercio con gli usa, un mercato che vale 4,88 miliardi di euro e che rappresenta il 28% del valore totale delle esportazioni di vino ue’. e’ questo il commento di cristian MARETTI, presidente di legacoop agroalimentare, all’annuncio arrivato ieri dal presidente americano donald TRUMP dell’imposizione di nuovi dazi reciproci”. lo rende noto un comunicato di legacoop agroalimentare. “un duro colpo non soltanto per il vino, ma anche per altri settori dell’agroalimentare, come il lattiero caseario con i formaggi a pasta dura con i dazi che passano dal 15 al 35%, che trovano negli stati uniti in mercato importante di riferimento”, evidenzia MARETTI. “l’italia esporta negli stati uniti prevalentemente vino per quasi 2 miliardi di euro, olio e pasta circa 1 miliardo ciascuno, e formaggi per 550 milioni”, ricorda il comunicato, che conclude: “a risentire di questo aumento ‘saranno le filiere italiane, ma anche i consumatori americani – afferma MARETTI – che dovranno fare i conti con l’aumento dei prezzi delle bottiglie nei supermercati e nei ristoranti. questo si tradurra’ in un calo delle esportazioni, che gia’ nelle scorse settimane hanno subito un’importante battuta d’arresto, e che potrebbe mettere a rischio la tenuta economica di molte aziende agricole e in una diminuzione dei consumi negli usa. con questi dazi a perderci saranno tutti'”.

DAZI: BATTISTA (COPAGRI), RISCHIO PESANTE MA BISOGNA
EVITARE ALLARMISMI E PUNTARE SU DIPLOMAZIA

“l’introduzione da parte degli stati uniti di dazi del 20% sulle merci provenienti dall’ue rischia di assestare un colpo durissimo alla tenuta del comparto agroalimentare, che fa dell’export uno dei suoi punti di forza e che ha proprio negli stati uniti uno dei principali mercati di sbocco, secondo solo alla germania”. lo sottolinea in un comunicato il presidente della copagri tommaso BATTISTA all’indomani delle pesanti barriere tariffarie annunciate dall’amministrazione statunitense, che entreranno in vigore dal prossimo 5 aprile. “guardando ai numeri, parliamo di circa 58 miliardi di euro di tariffe aggiuntive che andranno a gravare sull’export nazionale, colpendo circa tre quarti delle esportazioni italiane verso gli stati uniti e andando a danneggiare in maniera sostanziale l’interscambio commerciale agroalimentare con il nostro paese”, evidenzia il presidente, ricordando che “le esportazioni agroalimentari dell’italia verso l’america ammontano a quasi 8 miliardi di euro, pari al 25% di quelle comunitarie e a circa un decimo dell’export agroalimentare complessivo del belpaese, che a fine 2024 ha sfiorato i 70 miliardi di euro in valore”. “ad essere principalmente colpite saranno le produzioni di punta del made in italy agroalimentare, a partire dai vini e dagli spumanti e passando per l’olio extravergine d’oliva, la pasta, i formaggi e i salumi; tutti prodotti che nell’annata appena trascorsa hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli stati uniti, con un aumento complessivo stimabile nell’ordine del 17%”, prosegue BATTISTA. “per il solo comparto agroalimentare, le perdite nel breve periodo, sulla base di elaborazioni della copagri, sono stimabili nell’ordine del 10-15%, percentuali sulla quali andranno pero’ a pesare le ricadute nel medio-lungo periodo, legate al rischio concreto che l’export italiano venga rimpiazzato da quello di altri paesi con dazi piu’ favorevoli; senza contare, poi, l’ulteriore rischio di vedere arrivare sul mercato comunitario, e di conseguenza nazionale, le produzioni agroalimentari precedentemente esportate negli usa e provenienti da paesi stranieri colpiti da dazi ancora piu’ salati”, aggiunge il presidente. “nell’esprimere, quindi, la nostra netta e totale contrarieta’ a ogni guerra commerciale che metta a serio rischio la stabilita’ e l’andamento dei mercati mondiali, con ripercussioni dirette sul reddito dei tanti produttori agricoli che hanno gia’ programmato e impostato le loro linee di produzione, nonche’ investito significativamente sull’internazionalizzazione verso il mercato americano, non possiamo che condividere l’invito del ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA ad evitare pericolosi allarmismi, confidando nel lavoro della diplomazia e nell’operato delle istituzioni nazionali e comunitarie, che gia’ dalle prime ore di oggi hanno iniziato a lavorare sulle azioni da intraprendere in seguito agli annunci dell’amministrazione statunitense”.

DAZI: SCORDAMAGLIA (FILIERA ITALIA), PENSARE
A MISURE FISCALI SU ECONOMIA DIGITALE USA

“si prevedono riduzioni di almeno il 10% per l’export agroalimentare italiano verso gli stati uniti, ma se si vuole rispondere si smetta di guardare solo alle merci americane importate e si cominci a pensare a un piano di misure fiscali sull’economia digitale americana”. lo afferma in un comunicato luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia commentando i dazi del 20% imposti dall’amministrazione TRUMP sulle merci ue. “oggi non e’ facile stimare l’impatto che le nuove politiche americane avranno sul nostro export perche’ vanno considerate non solo le misure americane, ma anche la portata delle risposte europee”, aggiunge SCORDAMAGLIA. “secondo un’analisi filiera italia – continua il comunicato – sono attesi cali per l’agroalimentare del 10-12% in termini di fatturato e del 20% in volume su un export che oggi si attesta sui 7,8 miliardi di euro, in un contesto in cui comunque l’italian sounding resta una minaccia con 4 prodotti su 5 venduti con un richiamo all’italianita’ senza esserlo”. e se l’invito al buon senso resta sempre valido SCORDAMAGLIA commenta l’inasprimento delle misure americane con queste parole: “se l’ue vuole difendersi deve guardare all’economia dematerializzata, campo in cui gli stati uniti sono in attivo: la strategia non dovrebbe essere quella di tassare cio’ che passa dalle frontiere ma tutto cio’ che transita attraverso download, web, applicazioni e software”. infine SCORDAMAGLIA ricorda che TRUMP ha gia’ promesso compensazioni importanti agli agricoltori americani e alle imprese colpite da eventuali ritorsioni per i dazi, basti pensare che nel 2019 furono stanziati per i soli farmer americani 23 miliardi di dollari per compensare le ritorsioni scatenate dai dazi. “e questa e’ la via da seguire anche dalla commissione europea – conclude SCORDAMAGLIA – che invece ricordiamo per gli eventuali danni derivanti all’agricoltura europea dall’accordo mercosur e’ riuscita a promettere a malapena 1 miliardo di euro: con queste risorse ridicole e provocatorie l’europa non puo’ tenere il punto”.

DAZI: MASCARINO (FEDERALIMENTARE), SITUAZIONE PREOCCUPANTE
GOVERNO CI CONVOCHI PER GESTIRLA INSIEME

“i dazi dell’amministrazione di TRUMP ci preoccupano e non poco. il +20% di tasse, che si sommano a quelle gia’ previste per le nostre esportazioni, unite alla possibilita’ di averne ulteriori di tipo verticale su alcuni nostri prodotti merceologici come il vino, rischiano di avere effetti devastanti lungo tutta la catena del valore che come federalimentare stimiamo in un -10% sui fatturati e un -30% nei volumi dell’export”. lo dichiara in un comunicato il presidente di federalimentare, paolo MASCARINO. “il momento e’ molto delicato, come industria alimentare siamo consapevoli che ogni decisione dovra’ essere presa a livello europeo. il negoziato, cosi’ come ha sostenuto il presidente di confindustria emanuele andrea ORSINI (fi) – prosegue MASCARINO – dovra’ essere prudente e fermo, evitando di innescare una guerra dei dazi fra ue e america che sarebbe ancora piu’ drammatica con scenari ritorsivi che potrebbero peggiorare ulteriormente i dazi al nostro settore. dobbiamo trattare con gli stati uniti perche’ e’ un mercato per noi fondamentale, e al tempo stesso dobbiamo diversificare le destinazioni del nostro export cosi’ da compensare le nostre eventuali perdite derivanti dal mercato americano. quindi – aggiunge – ben vengano da parte dell’europa proposte in tal senso”. “federalimentare e’ convinta – conclude MASCARINO – che sara’ decisivo poterci presentare in ue con una proposta univoca e pragmatica che metta al centro gli interessi nazionali e del nostro comparto alimentare, trainante per l’economia del paese. per questa ragione, cosi’ come e’ avvenuto in spagna e francia, chiediamo al governo di essere convocati insieme a confindustria per gestire insieme e al meglio questa situazione”.

DAZI: BERTINELLI, DANNO PER TUTTI. NEGOZIEREMO PER FAR CAPIRE CHE PARMIGIANO REGGIANO NON E’ IN REALE CONCORRENZA CON PARMESAN

“apprendiamo dai media che gli usa hanno introdotto tariffe aggiuntive pari al 20%. si tratta di una tariffa fissa su tutte le importazioni che colpisce anche il nostro prodotto”. lo ha affermato il presidente del consorzio parmigiano reggiano nicola BERTINELLI in seguito all’annuncio del presidente usa donald TRUMP di voler imporre dazi del 20% sull’import dalla unione europea. “i dazi sul nostro prodotto passano quindi dal 15% al 35%”, ha precisato BERTINELLI, che ha proseguito: “di certo la notizia non ci rende felici, ma il parmigiano reggiano e’ un prodotto premium e l’aumento del prezzo non porta automaticamente ad una riduzione dei consumi. lavoreremo per cercare con la via negoziale di fare capire per quale motivo non ha senso applicare dazi a un prodotto come il nostro che non e’ in reale concorrenza con i parmesan americani. ci rimboccheremo le maniche per sostenere la domanda in quello che e’ il nostro primo mercato estero e che rappresenta oggi il 22,5% della quota export totale. il parmigiano reggiano copre circa il 7% del mercato dei formaggi duri a stelle e strisce e viene venduto a un prezzo piu’ che doppio rispetto a quello dei parmesan locali. noi non siamo affatto in concorrenza coi formaggi locali: si tratta di prodotti diversi che hanno posizionamento, standard di produzione, qualita’ e costi differenti: e’ pertanto assurdo colpire un prodotto di nicchia come il parmigiano reggiano per proteggere l’economia americana”. “nel 2019, quando TRUMP introdusse tariffe aggiuntive pari al 25%, il parmigiano reggiano fu il prodotto piu’ colpito con un incremento del prezzo a scaffale dai 40 ai 45 dollari al chilo”, ricorda BERTINELLI, che continua: “fortunatamente i dazi sono poi stati sospesi il 6 marzo del 2021 e non ci hanno creato problemi in termini di vendite. gli americani hanno continuato a sceglierci anche quando il prezzo e’ aumentato. negli stati uniti chi compra il parmigiano reggiano fa una scelta consapevole: ha infatti un 93% di mercato di alternative che costano 2-3 volte meno”. “imporre dazi su un prodotto come il nostro aumenta solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali”, spiega il presidente del consorzio parmigiano reggiano, che conclude: “e’ una scelta che danneggia tutti. oggi, il vero nemico dei produttori di latte non sono le loro controparti estere, ma i prodotti che vengono chiamati ‘latte’ o ‘formaggio’ pur non avendo alcuno legame con terra e animali, come i cibi a fermentazione cellulare”.

DAZI: BERNI (GRANA PADANO), ITALIA E UE ADOTTINO
MISURE A TUTELA EXPORT PRODOTTI COLPITI

“con 215.000 forme esportate e una crescita del 10,53% rispetto al 2023, gli stati uniti hanno rappresentato nel 2024 il terzo mercato per il grana padano dop, la denominazione di origine protetta piu’ consumata al mondo”. lo afferma un comunicato del consorzio grana padano, che cosi’ prosegue: “l’introduzione dei nuovi dazi imposti dal presidente TRUMP, che fanno lievitare il prezzo del formaggio del 20%, mette seriamente a rischio il consolidamento di questo mercato e le prospettive future dell’export negli usa. ‘finora, su ogni forma di grana padano esportata negli stati uniti era applicato un dazio pari al 15% del valore fatturato per circa 2,40€ al kg – spiega stefano BERNI, direttore generale del consorzio -. con l’aumento del 20%, il prelievo allo sbarco in usa salira’ a quasi 6 euro al kg al consumo che si amplificheranno ulteriormente, con inevitabili conseguenze sui prezzi americani. il 39% esibito ieri sera sulle tabelle di TRUMP non e’ vero per quanto riguarda il caseario perche’ il dazio all’ingresso in ue di formaggi americani e’ di circa 1,8€ al kg, quindi inferiore a quanto noi da sempre paghiamo, e con i nuovi dazi diventerebbe appena 1/3 di quanto noi dovremo pagare da oggi in poi. quindi, almeno per noi, e’ un’inesattezza colossale che il dazio aggiuntivo sia la meta’ del dazio addebitato ai formaggi usa perche’, ripeto, a noi oggi costa il triplo per entrare negli usa rispetto a quello che i formaggi usa pagano per entrare da noi’. BERNI sottolinea l’urgenza di un intervento politico e diplomatico: ‘le istituzioni italiane ed europee devono attivarsi immediatamente per contrastare questo contraccolpo, adottando tutte le misure necessarie a tutelare le esportazioni dei prodotti colpiti da questi dazi ingiustificati e per noi assai penalizzanti. siamo sconcertati perche’ ogni qualvolta c’e’ tensione internazionale i formaggi di qualita’ vengono colpiti oltre misura. e’ successo nel 2014 con l’embargo russo post invasione in crimea e da allora non esportiamo piu’ un solo kg in russia. e’ successo dall’ottobre 2019 al febbraio 2021, nell’ultimo tratto del governo TRUMP, potrebbe succedere in cina tra poco ed e’ successo di nuovo in usa oggi’. secondo gli esperti del settore, questa misura favorira’ soprattutto la diffusione negli usa di prodotti ‘italian sounding’, che sfruttano nomi e suggestioni della tradizione italiana senza offrire le stesse garanzie di qualita’ e autenticita’”.

DAZI: LOLLOBRIGIDA, EVITARE ISTERISMI E GUERRA COMMERCIALE. CI STIAMO CONCENTRANDO SU TABELLE DI TRUMP PER COMPRENDERNE GLI EFFETTI

durante il punto stampa in occasione della presentazione di macfrut il ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA ha parlato dei dazi usa (qui il video con dichiarazione integrale https://youtu.be/WDGqjHtp7bU). ha detto il ministro. opportuno “evitare isterismi. ci stiamo concentrando sulle tabelle di TRUMP per comprenderne gli effetti prevedibili. dobbiamo evitare una guerra commerciale. valuteremo all’interno dell’unione europea, che detiene la delega al commercio, come procedere e continueremo a ragionare con il nostro alleato strategico. TRUMP e’ stato eletto con un programma che prevedeva queste misure, quindi non sono una sorpresa. dobbiamo valutare insieme un bilanciamento. non vogliamo rinunciare al mercato americano, che rappresenta il nostro secondo mercato dopo quello europeo. i dazi esistono da sempre perche’ fanno parte di un sistema di regolamentazione del mercato, anche l’unione europea li applica nei confronti di paesi terzi. il primo a parlarmi di dazi non e’ stata l’attuale amministrazione TRUMP, ma la precedente amministrazione, che minaccio’ di imporli per costringermi a rimuovere la protezione sul parmigiano reggiano. gli stati uniti sono un alleato fondamentale e bisogna rispettare la democrazia: chi vince le elezioni in america e’ il nostro interlocutore. per esempio, noi blocchiamo l’importazione di ogm dagli stati uniti perche’ l’unione europea ha scelto di esserne immune, e io sostengo questa decisione. il popolo americano e’ come una famiglia per l’unione europea: ci ha permesso di essere liberi e per questo abbiamo molte ragioni per essergli grati. i dazi differenziati ci obbligano a calcolare l’export delle singole nazioni per comprendere le eventuali perdite, non possiamo affidarci a dati di cui non si conosce la provenienza”.

DAZI: ZINGARETTI (PD), TRATTARE UNITI PERCHE’ PIU’
FORTI, MELONI RISCHIA DI ESSERE COMPLICE DI TRUMP

“i dazi che ha messo donald TRUMP sono un colpo drammatico alle nostre imprese, all’economia e al mondo del lavoro”. lo dichiara in un comunicato stampa nicola ZINGARETTI, capodelegazione pd al parlamento europeo. “e’ chiaro – prosegue – che ora bisogna trattare e trovare una soluzione, ma non si deve trattare con il cappello in mano chiedendo l’elemosina. bisogna trattare come europei uniti e quindi piu’ forti. questa forse e’ la colpa piu’ grande di giorgia MELONI, che dice di essere un pontiere con gli stati uniti d’america, ma in realta’ rischia di diventare complice della politica di TRUMP contro gli interessi del made in italy. questo atteggiamento sbagliato e’ anche figlio delle divisioni della maggioranza e del governo. ma ora basta. bisogna mettere al primo posto gli interessi italiani delle imprese, dei lavoratori e delle lavoratrici. e bisogna dare una svolta alla politica del governo italiano, insieme all’europa, per essere piu’ forti e difendere il nostro sistema produttivo e le famiglie delle italiane e gli italiani. con molta enfasi avevano istituito il ministero del made in italy ora si impegnino davvero a difenderlo”.

DAZI: ITALMOPA, RISVOLTI MOLTO PESANTI
PER INDUSTRIA MOLITORIA ITALIANA

“italmopa, l’associazione industriali mugnai d’italia, aderente a federprima e a confindustria, esprime profonda preoccupazione nei riguardi della decisione assunta dall’amministrazione statunitense di applicare dazi tous azimuts anche sui prodotti importati dall’unione europea”. lo rende noto un comunicato stampa dell’associazione. “con tale decisione, l’industria molitoria nazionale viene colpita sia direttamente con l’applicazione di dazi sulle nostre farine e semole esportate verso gli stati uniti, sia indirettamente in quanto tali dazi saranno comminati anche ad altri prodotti del ‘made in italy’ alimentare quali, a mero titolo esemplificativo, la pasta alimentare o i prodotti della biscotteria e i lievitati, per i quali le farine e le semole risultano essere l’ingrediente principale – evidenzia andrea VALENTE, presidente italmopa -. non possiamo pertanto che augurarci che a fronte del rischio di un’escalation della guerra commerciale alimentata da reciproche e crescenti ritorsioni, che potrebbero prossimamente riguardare anche le nostre importazioni di materia prima frumento della quale siamo strutturalmente deficitari, prevalga, da ambedue le parti, la volonta’ di privilegiare un approccio di natura negoziale”. “nel 2024 – continua il comunicato – le esportazioni italiane di farine e semole di frumento tenero e di frumento duro verso gli stati uniti hanno raggiunto complessivamente 46.500 tonnellate, con una crescita del 24% rispetto al 2023 e del 135% nell’arco dell’ultimo decennio, ponendo gli stessi stati uniti ai vertici dei paesi extra ue destinatari dei nostri sfarinati”.

DAZI: EMILIA-ROMAGNA, DANNEGGIATO EXPORT DA 10,5 MLD
EURO L’ANNO DI CUI 986 MLN PER AGROALIMENTARE

“con i dazi annunciati dal presidente degli stati uniti, donald TRUMP, in emilia-romagna e’ danneggiato un export da oltre 10,5 miliardi di euro: quello americano e’ infatti il primo mercato di destinazione delle esportazioni di beni da parte delle imprese emiliano-romagnole, superando anche la germania. per l’emilia-romagna, il suo sistema economico e le sue filiere manifatturiere, potremmo essere alla vigilia di uno scenario drammatico, con ricadute durissime, visto il legame commerciale e di interscambio profondo con gli stati uniti. stiamo parlando di grandi gruppi cosi’ come di aziende artigiane e di migliaia di posti di lavoro. e’ per questo che chiediamo con forza al governo italiano di guidare la delegazione europea in una trattativa nel difendere gli interessi del paese, con voce forte e unica. ma anche di reagire con intelligenza affermando tutti i modelli di sviluppo sanciti nella bussola competitiva che si sta discutendo in europa, senza indugio e senza titubanze”. e’ la posizione, molto preoccupata, della regione emilia-romagna, espressa dal presidente, michele de PASCALE, che segue da vicino il ‘dossier dazi usa’ insieme al vicepresidente con delega allo sviluppo economico, vincenzo COLLA, e all’assessore all’agricoltura e ai rapporti con la ue, alessio MAMMI. lo rende noto un comunicato regionale che cosi’ prosegue: “nel 2024, l’emilia-romagna ha rappresentato, con un export di beni verso gli usa di quasi 10,5 miliardi di euro, pari al 16,2% del totale delle esportazioni italiane nel mercato americano (64,8 miliardi di euro), la seconda regione per valore assoluto dopo la lombardia (con il 21,2% dell’export nazionale negli stati uniti), prima di toscana (15,8%) e veneto (11,2%). per la regione gli stati uniti rappresentano il 12,5% dell’export regionale complessivo (83,6 miliardi di euro). oltre 6mila le imprese interessate. i principali settori per valore di export sono: i mezzi di trasporto/automotive (quasi 3,3 miliardi di euro esportati, pari al 31% dell’export regionale verso gli usa), i macchinari e gli apparecchi industriali (3,1 miliardi di euro, pari al 29%), l’industria alimentare e delle bevande (986 milioni di euro, pari al 9,4%). senza contare l’impatto e le ripercussioni sulla farmaceutica (circa 650 milioni di euro, pari al 6,2%)”. “al momento non e’ possibile stimare, neanche con approssimazione, l’impatto di questi costi sui volumi futuri di beni provenienti dall’emilia-romagna e importati dagli stati uniti – aggiungono de PASCALE, COLLA e MAMMI -. pero’ cresce la preoccupazione dopo l’introduzione di nuovi dazi del 20% su tutti i prodotti provenienti dall’ue con destinazione stati uniti: il costo complessivo dei prodotti esportati dalle imprese dell’emilia-romagna potrebbe crescere tra 2,1 e 2,7 miliardi di euro. costi che si scaricherebbero innanzitutto sugli importatori/consumatori americani: questo si configura come una tassa aggiuntiva sul valore di un bene importato, pagata dall’importatore americano a vantaggio del governo federale”. “l’elevata internazionalizzazione del sistema emiliano-romagnolo potrebbe amplificare l’impatto negativo dei dazi. pero’ un tessuto produttivo solido e ben inserito nelle catene internazionali, quale quello dell’emilia-romagna, puo’ essere nelle condizioni di mettere in atto strategie efficaci per mitigare l’aumento delle tariffe, con una diversificazione dei mercati come quelli dell’oriente, come dimostrera’ anche la presenza del sistema economico dell’emilia-romagna all’expo di osaka, in giappone. ora – concludono – ci aspettiamo un’italia protagonista in europa nel difendere gli interessi del sistema manifatturiero italiano a tutela del made in italy”.

DAZI: CALZOLARI (GRANAROLO), PENSIAMO DI POTER RADDOPPIARE
CAPACITA’ PRODUTTIVE STABILIMENTO USA

in relazione ai dazi annunciati ieri da donald TRUMP anche sull’agroalimentare – informa un comunicato di granarolo – il presidente gianpiero CALZOLARI ha affermato: “granarolo in connecticut ha uno stabilimento che produce mozzarelle, ricotte, mascarpone, burrate di qualita’. lo abbiamo rilevato tre anni fa e ora lo abbiamo allineato ai nostri standard di qualita’ e sicurezza alimentare. a prescindere dai dazi di TRUMP oggi pensiamo di poter raddoppiare le capacita’ produttive dello stabilimento'”.

DAZI: DALLA BERNARDINA (CAI AGROMEC), AGROALIMENTARE
PENALIZZATO LE ISTITUZIONI NON CI LASCINO SOLI

“esprimiamo forte preoccupazione per i dazi imposti ieri dall’amministrazione TRUMP sull’unione europea, che rischiano di avere pesanti ripercussioni sull’intera filiera agroalimentare”. lo afferma in un comunicato gianni DALLA BERNARDINA, presidente di cai agromec, commentando la decisione degli stati uniti ed evidenziando le difficolta’ che il settore agricolo e agromeccanico dovranno affrontare. “queste misure colpiscono un comparto gia’ messo a dura prova dai cambiamenti climatici e dalle difficolta’ economiche – prosegue DALLA BERNARDINA – e aggravano ulteriormente una situazione complessa, con costi in crescita e margini sempre piu’ ridotti per gli operatori del settore. e’ assolutamente necessario che gli agromeccanici non vengano lasciati soli”. “le imprese agromeccaniche – continua il comunicato – svolgono un ruolo essenziale nell’agricoltura moderna, fornendo servizi indispensabili per l’innovazione e la sostenibilita’ delle aziende agricole”. “e’ giunto il momento di riconoscere e valorizzare il nostro ruolo all’interno della filiera agricola, affinche’ venga rispettato e sostenuto adeguatamente”, sottolinea il presidente di cai agromec. secondo DALLA BERNARDINA, il problema deve essere affrontato con una visione piu’ ampia a livello europeo, considerando non solo i costi dei prodotti e il valore delle produzioni, ma anche il contributo fondamentale delle imprese agromeccaniche. “a rimanere scoperto, troppo spesso, e’ proprio chi fornisce i servizi agli agricoltori, permettendo loro di essere competitivi sul mercato. serve – conclude DALLA BERNARDINA – un intervento deciso per tutelare il nostro settore, senza il quale l’intera agricoltura rischia di soffrire conseguenze irreparabili”.

DAZI: RISSO (TERRA VIVA CISL), TRUMP SI ISPIRI A REAGAN
CHE RITENEVA INUTILI LE GUERRE COMMERCIALI

“diventa essenziale fare fronte comune per far sentire la voce delle aziende agricole che rappresentiamo. I dati ispi fanno notare che sia per l’italia, come per l’ue, le esportazioni verso gli stati uniti pesano circa il 3% del pil. l’italia e’ pero’ piu’ esposta sui prodotti finiti (19% delle sue esportazioni, contro l’11% europeo) e nell’alimentare (11% contro il 5%). l’impatto dei dazi andra’ quindi calibrato a seconda dei prodotti piu’ colpiti. in totale si prevedono 64 miliardi di perdita per l’europa e 4 miliardi per l’agricoltura, con le aziende agricole che ridurranno di conseguenza le prospettive di impiego e lavoro. TRUMP non ha fatto un atto di pace, anzi ha dichiarato una vera e propria guerra commerciale; avrebbe dovuto ispirarsi a REAGAN, anch’egli repubblicano, che riteneva le guerre commerciali e i dazi inutili e dannosi per la crescita delle imprese. adesso non ci resta che valutare l’impatto delle misure e reagire proteggendo le nostre aziende. saremo a vinitaly nei prossimi giorni che rappresentera’ quest’anno un luogo simbolico importante da cui partire per una reazione concreta dal settore vitivinicolo, uno dei piu’ importanti per l’export italiano”: lo ha detto il presidente nazionale di terra viva cisl claudio RISSO durante il congresso regionale del veneto dell’organizzazione, commentando l’annuncio dei dazi usa.

DAZI: CANER (VENETO), NECESSARIO DIVERSIFICARE PROGRESSIVAMENTE I MERCATI. PORRO’ QUESTIONE IN CONFERENZA REGIONI

il comparto vitivinicolo “affronta i dazi usa con la giusta dose di preoccupazione e ottimismo. il mercato statunitense del vino per noi vale 593 milioni di euro, siamo il primo esportatore nazionale e gli usa per il veneto sono il primo cliente. ma oggi di fronte ai dazi credo sia necessario diversificare progressivamente i mercati, guadagnando spazi in altri paesi. e’ una questione che porro’ quanto prima in sede di conferenza delle regioni”, ha dichiarato l’assessore all’agricoltura del veneto federico CANER.

DAZI: COPA E COGECA LANCIANO L’ALLARME
E CHIEDONO ALLENTAMENTO TENSIONI

“ieri sera il presidente degli stati uniti donald TRUMP ha annunciato il nuovo reciprocal tariffs act, che impone un’ulteriore imposta del 20% sulle merci dell’ue, che entrera’ in vigore nei prossimi giorni”. lo rende noto un comunicato di copa-cogeca, che cosi’ prosegue: “l’ue e gli stati uniti condividono un rapporto commerciale agricolo di lunga data e reciprocamente vantaggioso, basato su punti di forza complementari. l’introduzione di dazi aggiuntivi minaccia di interrompere le catene di approvvigionamento globali, far aumentare i prezzi e limitare l’accesso al mercato per gli agricoltori e le cooperative agricole su entrambe le sponde dell’atlantico, con conseguenze economiche significative per il settore agricolo. copa e cogeca esprimono profonda preoccupazione per l’annuncio di ieri del presidente degli stati uniti donald TRUMP che portera’ a un’escalation delle tensioni commerciali tra due partner commerciali chiave, che minacciano di minare un settore che si basa sulla stabilita’ e su mercati aperti e prevedibili. il presidente della copa, massimiliano GIANSANTI, nella sua reazione iniziale ha sottolineato che ‘gli agricoltori e le cooperative agricole europee stanno gia’ affrontando sfide crescenti, dall’aumento dei costi di produzione alle pressioni legate al clima. queste nuove tariffe aumenteranno ulteriormente l’incertezza e la tensione finanziaria nel nostro settore, colpendo sia i produttori che i consumatori. garantire la nostra sicurezza alimentare deve essere la bussola dell’europa in questi tempi difficili, poiche’ la nostra sicurezza nazionale comune inizia da li’. esortiamo i responsabili politici di entrambe le parti a cercare il dialogo ed evitare un conflitto commerciale su vasta scala’. riflettendo ulteriormente sull’annuncio di ieri, il presidente della cogeca lennart NILSSON ha aggiunto: ‘le misure commerciali di ritorsione non andranno a vantaggio degli agricoltori ne’ nell’ue ne’ negli stati uniti. al contrario, limiteranno le nostre opportunita’, aumenteranno i prezzi e indeboliranno la resilienza delle imprese agricole. chiediamo a entrambe le amministrazioni di dare priorita’ ai negoziati e di esplorare tutte le vie diplomatiche prima di ricorrere a misure che potrebbero avere conseguenze di lunga durata’. copa e cogeca esortano vivamente i responsabili politici dell’ue e degli stati uniti a esaurire completamente gli sforzi diplomatici nei prossimi giorni. entrambe le parti devono lavorare in modo costruttivo per affrontare le rimostranze senza mettere a repentaglio i vantaggi commerciali esistenti, garantendo che gli agricoltori e le cooperative agricole possano continuare a contribuire alla sicurezza alimentare e alla resilienza economica su entrambe le sponde dell’atlantico”.

DAZI: CARLONI (LEGA), UE NON PENSI A COME RISPONDERE,
VERO PROBLEMA PER AGRICOLTURA SONO EUROFOLLIE

“gli agricoltori italiani lo sanno bene: il vero problema che rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema sono le eurofollie, a partire da tasse e burocrazia. lo abbiamo visto nel caso del caffe’ e dei contributi per far chiudere le imprese. sarebbe meglio che bruxelles, invece di pensare a come rispondere agli stati uniti, si facesse un sano e profondo esame di coscienza su come ha provato a mettere in ginocchio l’agricoltura europea con green deal e sciocchezze simili”. lo afferma in un comunicato stampa il presidente della commissione agricoltura della camera mirco CARLONI (lega).

DAZI: FEDERVINI, GRAVISSIMO COLPO A LIBERO
SCAMBIO IMPATTA SU 2 MLD EXPORT ITALIA

“federvini esprime profondo rammarico e forte preoccupazione a seguito della decisione assunta dall’amministrazione statunitense di applicare dazi sui prodotti importati dall’unione europea. una scelta che rappresenta un grave passo indietro nei principi di libero scambio internazionale e che danneggera’ pesantemente l’interscambio transatlantico, con effetti particolarmente dannosi sulla competitivita’ delle imprese del settore agroalimentare”. lo rende noto un comunicato della federazione che cosi’ prosegue: “il solo comparto di vini, spiriti e aceti italiani vale oltre 2 miliardi di euro di esportazioni verso gli stati uniti e coinvolge 40mila imprese e piu’ di 450mila lavoratori lungo l’intera filiera. la misura avra’ impatti rilevanti anche su consumatori e operatori oltreoceano: sono migliaia gli addetti delle societa’ statunitensi coinvolti nell’importazione e distribuzione di questi prodotti, e l’aumento dei prezzi non sara’ limitato ai dazi imposti, ma si estendera’ a tutta la catena commerciale. dalle tavole dei consumatori statunitensi scompariranno molte etichette, non sostituibili da produzioni locali, mentre in italia e in europa si profila una grave crisi produttiva e occupazionale”.

DAZI: SQUERI (STERILTOM), STATI UNITI MERCATO IMPORTANTE
PER POMODORO INDUSTRIA RISCHI OCCUPAZIONALI E PRODUTTIVI

“i dazi aggiuntivi del 20% annunciati dall’amministrazione TRUMP rischiano di essere per il pomodoro da industria una mannaia che potrebbe metterci in ginocchio”. lo dichiara in un comunicato alessandro SQUERI, direttore generale di steriltom, societa’ di produzione di polpa di pomodoro per il settore food service e industriale. “come ha detto il presidente di confindustria, emanuele ORSINI, e’ importante che la trattativa fra unione europea e stati uniti sia ferma e prudente. in questo scenario di grande incertezza – conclude SQUERI – auspichiamo che il governo possa con visione e pragmatismo incidere positivamente sui tavoli negoziali europei, favorendo una de-escalation e tutelando l’italia, l’export e i migliaia di posti di lavoro che rischiano di scomparire”.

DAZI: UIV, TASSAZIONE AL 20% MINACCIA EXPORT
ITALIANO PIU’ DI QUELLO FRANCESE E SPAGNOLO

l’inasprimento dei dazi statunitensi sul vino italiano, fissati al 20%, potrebbe causare perdite annue per 323 milioni di euro, mettendo a rischio 364 milioni di bottiglie. l’italia, che rappresenta il 24% dell’export vinicolo verso gli stati uniti, risulta piu’ esposta rispetto a francia (20%) e spagna (11%). lamberto FRESCOBALDI, presidente di unione italiana vini (uiv), propone un accordo con i buyer americani per evitare che il rincaro si traduca in un aumento dei prezzi sugli scaffali, penalizzando la competitivita’ del prodotto italiano. anche paolo CASTELLETTI, segretario generale di uiv, sottolinea l’urgenza di strategie mirate per tutelare il settore, che rappresenta un pilastro dell’export agroalimentare italiano.

DAZI: BALDRIGHI (ORIGIN ITALIA), PROTEGGERE
SISTEMA IG IN SEDI INTERNAZIONALI

“chiediamo un intervento urgente all’europa e all’italia affinche’ difendano con forza il sistema delle ig nelle sedi internazionali, per sostenere un comparto economico strategico e proteggere le 300mila imprese italiane e i loro 900mila occupati che aderiscono al sistema delle dop-igp in italia”, ha dichiarato cesare BALDRIGHI, presidente di origin italia.

DAZI: MATTARELLA, TASSAZIONE ERRORE PROFONDO, DA UE RISPOSTA COMPATTA, SERENA, DETERMINATA

i dazi statunitensi sono un «errore profondo». dal canto suo l’europa deve studiare «una risposta compatta, serena, determinata». questa l’opinione del presidente della repubblica, sergio MATTARELLA, espressa nei colloqui con l’omologo estone alar KARIS.