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“il governo sta lavorando per azzerare i dazi reciproci sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero’ e tra questi ci sara’ anche l’olio”, ha detto il capo di gabinetto del ministro del made in italy adolfo URSO federico EICHBERG intervenendo oggi all’incontro organizzato da assitol in occasione della giornata nazionale del made in italy 2025. nel corso del convegno l’associazione ha messo in evidenza il ruolo di alcune figure essenziali per il successo del nostro olio extra vergine d’oliva. al termine del convegno anna CANE, presidente del gruppo olio d’oliva di assitol, ha rilasciato un intervista ad agra press su dazi e formazione professionisti industria olearia disponibile qui https://youtu.be/sbncvlwq0ci. “le alte professionalita’ dell’industria olearia sono parte di quel patrimonio di creativita’ e genio italiano rappresentato dal made in italy. e’ alle competenze e alla passione di queste figure altamente qualificate, infatti, che si deve il successo dell’olio extra vergine d’oliva, in italia e nel mondo”, sottolinea l’associazione che lancia l’idea di un riconoscimento “morale” a questi professionisti che per il ministro del made in italy adolfo URSO (fdi) hanno creato e donato uno speciale olio extra vergine, denominato “maestria italiana”, a simboleggiare la passione e la competenza dei maestri italiani del blend. “quest’anno – ha spiegato CANE – invece di concentrarci sui prodotti, abbiamo voluto celebrare i professionisti dell’industria olearia, altamente specializzati e spesso sconosciuti al grande pubblico, che sono il cuore pulsante di questo settore”. sono tre le figure alle quali, per il loro ruolo, l’associazione ha dato ampio spazio: l’esperto della materia prima, il maestro del blend, l’esperto dei nuovi mercati. “si tratta di figure nate e sviluppate nel corso del tempo dalle imprese olearie, che ancora oggi coltivano e formano direttamente questi talenti. questi professionisti sono poche decine in italia, la loro e’ una formazione specifica e continua, che si adatta alle evoluzioni del mercato e dei consumi. valorizzarli significa rafforzare la filiera e lavorare per il suo futuro”, ha sottolineato CANE. “grazie alle loro competenze e al loro impegno, oggi l’industria olearia e’ in grado di resistere alle incertezze dell’economia e della geopolitica. la crisi climatica degli ultimi anni ha rappresentato l’incognita piu’ pesante. l’italia, purtroppo, ha dovuto affrontare lo scenario piu’ difficile anche nell’ultima campagna, che ha registrato il 30% in meno di olio d’oliva. cio’ ha creato tensioni sui prezzi e ha ridotto del 10% i consumi di olio d’oliva. il settore occupa, tra dipendenti diretti e indotto, 15mila persone, per un fatturato di circa 4 miliardi e una produzione industriale pari a un milione di tonnellate, suddivise tra mercato italiano ed esportazioni”, ha indicato CANE. l’associaizone puntualizza che: “l’europa resta il primo sbocco del nostro olio d’oliva con il 75% degli scambi all’estero, seguito dal nord-america e poi dall’asia orientale e centrale. la ue rappresenta inoltre il 50% dei consumi di olio, grazie soprattutto a spagna e italia. sul podio dei consumatori piu’ forti, pero’, sono approdati da qualche anno gli stati uniti, che promettono di diventare il primo consumatore al mondo entro il 2030”. “gli studi effettuati e le mie attivita’ di insegnamento e confronto con gli studenti in alcune universita’ italiane e straniere sono state sicuramente importanti nella mia formazione, ma per questo lavoro ci vuole molto altro. la giusta lettura di un nuovo mercato, infatti, si basa su un approccio di lavoro flessibile e curioso. l’esperto di nuovi mercati deve possedere apertura internazionale e mentalita’ multiculturale”, ha dichiarato l’esperto dei nuovi mercati emanuele SIENA, direttore marketing internazionale di salov. il manager ha presentato due diversi casi di successo: brasile e filippine: “sono due esempi agli antipodi, incentrati su due culture alimentari totalmente diverse dalla nostra. si tratta, pero’, di mercati molto vasti: il brasile conta su una popolazione di 211 milioni di persone, le filippine su 115 milioni. altro dato in comune, che rende piu’ difficile proporre l’olio d’oliva in questi paesi, e’ il fatto che i consumatori locali collegano il prodotto a portogallo e spagna, non all’italia. per attrarre i consumatori, ci siamo immersi nelle loro abitudini quotidiane, cercando un legame tra le loro tradizioni e le nostre. ha funzionato. proponendo l’olio extravergine con i piatti locali, siamo riusciti ad arrivare sulle tavole dei brasiliani. nelle filippine, invece, il nostro grimaldello e’ stato il pesto, declinato in modi diversi nelle loro ricette. un lavoro di ricerca e di adattamento che non e’ certo immediato”, ha riferito SIENA. conoscenze tecniche e capacita’ artigianali sono invece gli ingredienti della storia di marzia MIGLIORINI, maestra del blend di carapelli firenze, che in un video ha mostrato come opera in concreto una figura come la sua. “la mia professione richiede grande passione ed impegno, molte competenze, lavoro di squadra e continuo aggiornamento. il maestro del blend accosta oli di diverse cultivar e origine per crearne uno con caratteristiche sue distintive. tuttavia, per il mio ruolo non esiste un percorso accademico, molte cose le ho imparate in azienda”, ha spiegato. “cultivar e provenienze diverse offrono una grande ricchezza di gusti ed aromi: il mio lavoro consiste proprio nel saper interpretare le diverse caratteristiche degli oli per creare prodotti con profili unici che rispondano alle preferenze dei consumatori” ha sottolineato emanuele ZAMPETTI, esperto della materia prima e direttore selezioni e acquisti di costa d’oro definendosi “un diplomatico della materia prima” e spiegando che “oggi chi svolge la mia attivita’ non si occupa piu’ solo di selezione della materia prima e acquisti, si e’ evoluto, trasformandosi in un ruolo che richiede un costante scambio di informazioni e una grande capacita’ di anticipare le tendenze di mercato. potrei definirmi un analista di mercato artigianale: ogni giorno raccolgo e analizzo dati, cercando di arrivare primo, sfruttando la mia esperienza, l’intuito e la conoscenza diretta sviluppati negli anni di esperienza sul campo”. “il contatto umano rimane centrale: conosco chi ci fornisce l’olio, so chi c’e’ dietro ogni partita che selezioniamo. la sostenibilita’ ha cambiato profondamente il nostro settore e il mio ruolo. non parliamo piu’ solo di fornitori, ma di veri e propri partner con cui costruire un percorso comune, basato su fiducia e condivisione di valori”, ha concluso ZAMPETTI. andrea PONTARELLI, preside dell’istituto agrario “giuseppe garibaldi” di roma, ha ribadito l’importanza di percorsi scolastici professionalizzanti, in accordo con le tendenze del mercato. da questo punto di vista, l’istituto, il piu’ antico d’italia, – sottolinea assitol – “e’ un esempio da imitare: agricoltura di precisione, tecniche d’assaggio, droni e marketing fanno parte, a pieno titolo, della cassetta degli attrezzi del perito agrario”. “la formazione, persino negli istituti tecnici, e’ spesso scollata dal mondo reale. al contrario, la scuola dovrebbe essere al servizio del mondo produttivo. l’impresa e’ quindi corresponsabile dell’offerta formativa ed e’ chiamata a dare indicazioni precise sulle necessita’ del suo mercato del lavoro. il dialogo tra scuola e imprese, va istituzionalizzato, deve diventare la base delle scelte formative”, ha sottolineato il dirigente scolastico . “siamo stati i primi in italia a creare un percorso ad hoc per il tecnico superiore di filiera olearia, una figura capace di progettare e gestire i processi nel frantoio. ora stiamo lavorando alla formazione di tecnici e manager per le aziende olearie”, ha concluso. il futuro, insomma, si scrive a scuola. “abbiamo voluto dare un volto e una voce ai professionisti dell’industria olearia – ha osservato CANE – ognuno ha il suo percorso, la sua storia, perche’ e’ una figura speciale, unica nel suo genere. finora, le imprese hanno fatto tutto da sole, ma, in futuro, si rischia di disperdere competenze fondamentali per il settore, soprattutto in un mondo sempre piu’ globalizzato, in cui la fuga dei cervelli, anche nell’industria olearia italiana, comincia a preoccupare”. per questa ragione assitol ritiene che l’olio d’oliva debba essere maggiormente presente nei programmi della scuola degli istituti tecnici e del liceo del made in italy. “al ministro URSO e alle istituzioni nazionali chiediamo di riconoscere e valorizzare, attraverso azioni specifiche, queste straordinarie professionalita’ che, a tutti gli effetti, non si limitano a creare il made in italy, ma ad esserne parte integrante. a tale scopo, siamo disponibili a collaborare con tutti per sostenere progetti formativi in grado di orientare e formare i futuri professionisti dell’industria olearia”. il convegno si e’ quindi concluso con l’impegno reciproco tra l’associazione e l’Istituto agrario sull’avvio di un progetto di formazione specifico sulle professionalita’ del settore oleario.