VINCENZI (ANBI), TRADITA EREDITA’ CASSA MEZZOGIORNO. PER ACQUA AL SUD SI A INFRASTRUTTURE E MANUTENZIONE NO A DISSALATORI

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“quanto sta accadendo in sicilia, dove convivono drammaticamente siccita’ ed alluvioni, ripropone un tema annoso, frutto di decenni di colpevoli non-scelte bipartisan: quanto costa all’isola la mancata economia delle manutenzioni?”. a chiederlo – informa un comunicato – e’ il presidente di anbi francesco VINCENZI, che prosegue: “il sud e’ stato destinatario di lungimiranti interventi, realizzati attraverso la cassa del mezzogiorno che, pur criticabile per altri aspetti, finanzio’ la realizzazione di invasi per combattere il rischio siccita’ in quei territori. a tali investimenti, pero’, non e’ seguita negli anni la necessaria cura, cosi’ da arrivare all’eclatante caso della diga trinita’, nel trapanese, di cui e’ stato ordinato il parziale svuotamento, con lo sversamento a mare di milioni di metri cubi d’acqua, a causa del rischio di cedimenti strutturali. negli stessi anni non si e’ provveduto neppure alla realizzazione dei necessari schemi idrici per trasportare l’acqua nei territori come dimostra il caso del molise sovrabbondante d’acqua e della confinante capitanata di puglia in emergenza idrica, anche per l’uso potabile.” “di fronte alla crisi climatica – aggiunge massimo GARGANO, direttore generale di anbi – se da un lato occorre avviare urgentemente il piano invasi, da tempo proposto con coldiretti per aumentare la resilienza idrica dei territori come ora sollecitato anche dalla commissione europea, dall’altro bisogna procedere con l’efficientamento della rete idraulica, che nell’italia meridionale prevedeva, secondo il piano redatto da anbi, l’investimento di circa 1,9 miliardi di euro per 222 interventi, la pulizia di 45 invasi ed il completamento di altri 10; ne deriverebbero circa 9.500 posti di lavoro, dando risposta infrastrutturale ad un’emergenza, che non puo’ certo essere risolta con il posizionamento di alcuni dissalatori, esempio di un paese pronto a trovare le risorse in emergenza, ma incapace ad investire in prevenzione”.