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“i dati dall’analisi sul biologico dall’osservatorio sana 2025 sono sicuramente positivi sia in termini di superfici bio che di operatori coinvolti, ma non dobbiamo sederci sugli allori. il settore va sostenuto e tutelato sia nelle politiche che nelle risorse dedicate alla ricerca e all’innovazione per arrivare ad una sau (superficie agricola utilizzata) del 25% in tutto il paese. penso soprattutto ad alcune filiere nelle quali dobbiamo implementare le quote produttive, riducendone l’import”. lo ha detto oggi il presidente di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI, al convegno rivoluzione bio, prezioso momento di incontro e dibattito sui temi piu’ caldi per la filiera del biologico italiano. lo rende noto un comunicato stampa della confederazione. “le aziende biologiche sono piu’ grandi e piu’ giovani rispetto a quelle convenzionali – ha sottolineato FINI -, la superficie media nazionale delle aziende bio (29 ettari) e’ quasi il doppio di quella media delle aziende agricole italiane; anche rispetto al tema del ricambio generazionale, la percentuale di aziende bio condotte da giovani e’ molto piu’ alta rispetto a quella che si registra nel panorama nazionale, anche se ancora molto da fare nelle aree interne perche’ non c’e’ omogeneita’ su tutto il territorio”. cia sottolinea anche la necessita’ di una maggiore semplificazione burocratica, come ad esempio per l’iter autorizzativo delle tecniche di bio-controllo”. “tra i tanti indicatori gli positivi c’e’ anche il consumo fuori casa, tendenza che va dunque consolidata e incoraggiata”, ha concluso FINI. per cia “bisogna, ora, trovare risposte adeguate da un rinnovato quadro di sostegno finanziario da parte dell’ue e con la contestuale piena attuazione di quanto previsto nel piano di azione nazionale sul biologico”.