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“venti ettari al giorno persi, al ritmo 2,3 metri quadrati ogni secondo: nel giro di dodici mesi appena, in italia, le nuove coperture artificiali si sono mangiate altri 72,5 chilometri quadrati di suolo. e’ il dato che salta agli occhi leggendo l’edizione 2024 del rapporto di ispra consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici (shorturl.at/aHG2D)”. lo rende noto un comunicato di slow food italia, che cosi’ prosegue: “il consumo di suolo avanza, anche se non ve ne sarebbe affatto bisogno, visto che la popolazione che vive in italia continua a diminuire. nel rapporto si scoprono cose interessanti, ad esempio che, tra il 2006 e il 2023, il 12,5% del consumo totale di suolo e’ imputabile agli impianti fotovoltaici a terra: il dato e’ estremamente rilevante, tanto piu’ se si mette a confronto con le altre voci come la costruzione di edifici e fabbricati (16% del totale) o strade pavimentate (8%). nel 2023, gli ettari consumati per far posto a impianti fotovoltaici a terra e’ aumentato del 60% rispetto all’anno precedente (421 ettari rispetto ai 265 ettari della rilevazione del 2022). veneto, piemonte e sicilia guidano questa classifica tanto triste quanto assurda, se si pensa che (sempre dall’analisi di ispra) installando pannelli fotovoltaici ‘sui tetti degli edifici e dei fabbricati esistenti, esclusi i centri storici dei principali comuni e tutti i centri e agglomerati urbani minori’, si raggiungerebbe la soglia di energia rinnovabile prevista dal piano nazionale integrato energia e clima. non solo: nel 2023, altri 504 ettari di suolo consumato sono imputabili alla logistica e alla grande distribuzione. si tratta di un’altra assurdita’, se si pensa all’abbondanza di capannoni gia’ costruiti e attualmente vuoti. e’ sufficiente spostarsi nelle periferie industriali di qualsiasi citta’ italiana per rendersi conto dell’offerta di spazi oggi inutilizzati. ‘alla luce di questi dati, slow food italia – dichiara barbara NAPPINI, presidente dell’associazione – chiede alle istituzioni e agli organi di governo: provvedimenti per frenare il consumo di terreno agricolo; l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici e delle strutture gia’ esistenti, salvaguardando il terreno fertile; la realizzazione di un censimento degli spazi commerciali di grande dimensione oggi inutilizzati, promuovendone il riutilizzo. non possono e non devono essere le esigenze di bilancio, per altro comprensibili, degli enti locali a indirizzare le politiche in materia di urbanistica, tanto piu’ che i costi legati alla perdita dei servizi ecosistemici sono nettamente superiori a qualsiasi onere di urbanizzazione’. infine, slow food italia rivolge un appello ai cittadini: se si dispone di una porzione di terra, anche se di dimensioni esigue o in ambito urbano, la si destini a un piccolo orto o a una siepe fiorita con essenze amiche degli impollinatori, lasciando i pannelli sul tetto. anche cosi’ si cambia il mondo: stop alla speculazione, stop al consumo di suolo”.