CEREALI: CONFAGRICOLTURA VENETO, AGRICOLTORI ALLO STREMO, MALE ANCHE BIETOLE E SOIA

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“situazione sempre piu’ grave e preoccupante nel settore dei seminativi. le coltivazioni di grano, orzo, mais, girasole, soia, bietole sono sempre piu’ in crisi a causa dei cambiamenti climatici che incidono negativamente sulle rese e sulla qualita’ delle produzioni, del mercato che non premia la merce nazionale, dell’inesorabile rialzo dei costi dei mezzi tecnici, del calo dei sostegni ue che non ripagano nemmeno gli oneri dovuti ai vincoli imposti e alla burocrazia”. e’ il grido di allarme dei rappresentanti di settore di confagricoltura veneto: chiara DOSSI della provincia di rovigo, carlo PASTI della provincia di venezia, paolo BARETTA e giuliano BONFANTE della provincia di padova, che si sono riuniti per fare il punto sulla campagna agraria che si sta concludendo. lo rende noto un comunicato stampa della federazione regionale che cosi’ prosegue: “l’11 novembre, che tradizionalmente conclude la stagione, dovrebbe essere il momento della soddisfazione per aver portato a termine un anno di lavoro. invece, per i produttori di cereali e di colture industriali, e’ diventato il momento triste in cui si fa la conta delle perdite: ‘quest’anno e’ un vero e proprio disastro, dal quale non sappiamo come uscire. una minaccia concreta per la tenuta delle nostre aziende agricole’, dicono gli esponenti dell’associazione agricola. il grano, sia tenero che duro, nella nostra regione ha registrato un calo delle rese del 25% e una qualita’ mediocre per l’eccesso di piogge del periodo primaverile. se i raccolti di mais precoce sono andati abbastanza bene, quelli delle varieta’ piu’ tardive hanno risentito negativamente delle alte temperature del mese di agosto e di settembre. la soia presenta rese molto variabili, dai 25 ai 50 quintali per ettaro. la si sta raccogliendo con difficolta’ per le incessanti piogge del mese di novembre, che hanno provocato un aumento consistente dello scarto e delle impurita’. delle bietole meglio non parlare: un anno con una resa media di saccarosio inferiore a 60 quintali per ettaro non si era mai visto prima. tutto cio’ al netto delle produzioni di quei territori che sono stati soggetti ad allagamenti e grandinate, produzioni in qualche caso perse per intero e che, purtroppo, non troveranno ristoro”. “una tale situazione produttiva, unitamente ad una situazione di mercato ostile e all’aumento incessante dei costi colturali, sta generando perdite nei bilanci delle aziende agricole e l’azzeramento del reddito degli agricoltori”, precisa BONFANTE.