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“gli agriturismi italiani rappresentano una risorsa strategica per il settore agricolo e turistico, offrendo multifunzionalita’, sostenibilita’ e una risposta concreta ai problemi dello spopolamento delle aree interne”. e’ quanto emerso dall’intervento di sergio MARCHI, direttore generale dell’istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ismea) durante il convegno ‘agriturist racconta l’agriturismo italiano: passato, presente e futuro’, organizzato da agriturist ieri alla fattoria di maiano, a fiesole (fi). lo rende noto un comunicato stampa di confagricoltura toscana. “nel 2022 – ha detto MARCHI – le aziende agrituristiche autorizzate in italia erano 25.849, un aumento del 23,7% rispetto al 2013. queste strutture rappresentano il 2,3% del totale delle aziende agricole italiane e generano un valore complessivo di quasi 1,9 miliardi di euro, pari al 2,6% del prodotto agricolo nazionale. i numeri confermano come gli agriturismi siano una risorsa fondamentale per il sistema agricolo e turistico del nostro paese”. secondo i dati ismea, tutte le tipologie di servizi agrituristici sono cresciute nell’ultimo decennio: l’alloggio e la ristorazione segnano entrambi un aumento del +23%, mentre le degustazioni hanno registrato un impressionante +75%. “questa diversificazione dei servizi non solo contribuisce a incrementare i ricavi – ha spiegato il dg di ismea – ma amplia anche le opportunita’ per offrire esperienze uniche e autentiche ai turisti”. la capacita’ ricettiva del comparto e’ in costante espansione: “gli agriturismi italiani oggi offrono 535.000 posti a sedere (+32% rispetto al 2013), 297.000 posti letto (+32%) e 14.500 piazzole di sosta (+77%). questa crescita non e’ solo numerica – ha detto MARCHI – ma testimonia l’importanza del settore nel fornire un’alternativa valida sia per contrastare l’overtourism nelle citta’ d’arte sia per rivitalizzare le aree rurali”. la presenza degli agriturismi e’ diffusa in modo capillare su tutto il territorio nazionale: “il 63% dei comuni italiani ospita almeno un agriturismo , percentuale che sale all’85% nelle regioni del centro italia, come la toscana, e al 98% in alcune province – ha sottolineato MARCHI -. il 31% delle strutture si trova in aree montane e il 53% in aree collinari, dimostrando come gli agriturismi siano veri e propri presidi del territorio, capaci di mantenere vivo il tessuto socioeconomico e culturale anche nei luoghi piu’ marginalizzati”. anche la domanda agrituristica e’ in aumento, con numeri che superano ampiamente quelli pre pandemia: “nel 2023 gli arrivi totali sono cresciuti dell’11% rispetto al 2022, con un incremento del 18% per i turisti stranieri e del 5% per quelli italiani. per la prima volta – ha spiegato il dg di ismea – gli ospiti stranieri hanno superato gli italiani, raggiungendo quota 2,3 milioni. i pernottamenti complessivi, invece, sono aumentati del 7%, con un dato particolarmente significativo per gli stranieri (+11% rispetto al 2022)”. “gli agriturismi italiani – ha concluso MARCHI – sono un modello di eccellenza. non solo rappresentano un’importante fonte di reddito per le aziende agricole, ma contribuiscono a preservare il paesaggio, a mantenere vive le tradizioni locali e a offrire esperienze uniche ai turisti. inoltre, grazie alla crescente adozione di pratiche sostenibili, come l’uso di energie rinnovabili e il riciclo dei materiali, sono un esempio virtuoso di come il turismo possa integrarsi con la tutela dell’ambiente e lo sviluppo del territorio”.