CONSO, PRESIDENTE FORAGRI, VOGLIAMO ESSERE LA “CASA” DELLA FORMAZIONE PER CHI LAVORA IN AGRICOLTURA

di Letizia Martirano

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Dal 23esimo rapporto INAPP e ANPAL sulla formazione continua si evince che Foragri è un importante punto di riferimento per il mondo agricolo. Proprio per questo vogliamo difendere la nostra specificità Noi siamo e vogliamo rimanere il fondo di formazione di riferimento per tutto il mondo dell’agricoltura.  A dirlo e’ il presidente di Foragri Vincenzo Conso, all’indomani del primo Forum “La formazione per Chi, la formazione per Cosa: Certificare le competenze per lo sviluppo dell’Agricoltura digitale”

Perche’ la certificazione delle competenze è un obiettivo cosi’ importante per Foragri?

Il tema della certificazione delle competenze e la sua centralità rinnovata non è una invenzione di questa presidenza. Fin dalla sua costituzione quindici anni fa, Foragri ha sempre dedicato particolare attenzione a questo aspetto e al finanziamento di percorsi formativi ad hoc che prevedessero al loro termine l’attestazione/certificazione delle competenze acquisite. Si tratta di un sistema fondamentale per un settore dove la maggior parte delle competenze si matura “sul campo” in maniera non formale e informale. Non si tratta di un processo facile. In molti casi le imprese e i lavoratori stessi non hanno la percezione dell’esistenza e del valore di queste competenze informali che vanno perciò Individuate, Validate e infine Certificate. Come diciamo in Foragri, IVC.

Qual il plus dell’azione di Foragri?

Il pregio dell’azione di Foragri è nella capacità, molto rara nel mondo degli enti bilaterali, di riuscire ad arrivare fino all’ultima fase della certificazione. Riusciamo a farlo solo grazie ad un lavoro costruito “dappertutto e rasoterra”, per citare l’amico Giuseppe De Rita, reso possibile da apposite convenzioni stipulate con il sistema regionale. Foragri ha l’orgoglio di essere all’avanguardia di questo percorso.

Cosa rappresenta da questo punto di vista la collaborazione con Eban, l’ente bilaterale agricolo nazionale?

La partnership strategica che portiamo avanti assieme ad EBAN ha contribuito in questo senso ad integrare anno dopo anno l’Atlante del Lavoro INAPP per la parte relativa ai settori agricolo e della pesca, dove una particolare attenzione viene dedicata proprio alla sperimentazione dei percorsi IVC. L’attività svolta è stata presentata in due Position paper  editi dal Fondo che sono liberamente scaricabili dal nostro sito istituzinoale. Il primo si intitola “Position Paper – Attestazione degli apprendimenti acquisiti – La sperimentazione For.Agri” e descrive il processo di attestazione/certificazione seguito ponendo alcune questioni di carattere generale sulla operatività del sistema. Nella seconda edizione del “Position Paper” viene presentata, invece, l’attività svolta dal Fondo per la certificazione delle competenze acquisite per via informale e non formale, secondo quanto stabilito dai percorsi IVC come da Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 5 gennaio 2021.

Ci sono situazioni particolarmente vituose?

In particolare, voglio citare il grande e innovativo lavoro portato avanti ad esempio con la Regione Piemonte e con cinque aziende agroalimentari del territorio. Si tratta della prima attività di questo tipo finanziata da un Fondo Interprofessionale. Questa sperimentazione ha portato a conseguire la certificazione delle competenze di alcuni lavoratori dipendenti in un’azienda consentendo loro di acquisire in questo modo la Qualifica di Addetto banconiere-macelleria. Si è trattata di un’esperienza molto positiva sia per i lavoratori – che hanno vista riconosciuta la loro professionalità – sia per l’azienda che ha potuto così valorizzare il proprio capitale umano. Anni e anni di esperienza lavorativa e di corsi di formazione non formalmente riconosciuti sono stati così finalmente valorizzati e messi a disposizione in un mercato del lavoro in continuo cambiamento. Attraverso gli avvisi 2021 e 2022, il Fondo ha inoltre permesso una linea di finanziamento specifica per incentivare queste esperienze anche su altri territori (es. Lazio, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia), dando la possibilità alle aziende aderenti al Fondo di vedere finanziati i servizi IVC per i dipendenti. Attraverso tali Avvisi, il Fondo ha rafforzato la cooperazione con le regioni interessate, collaborando al completamento delle procedure di implementazione e all’aggiornamento dei repertori regionali delle qualifiche afferenti al settore agricoltura e contribuendo al completamento delle procedure e alla messa a regime il servizio IVC. 

Ci sono delle novita’ legislative che possono sostenere il vostro lavoro?

Non possiamo che essere assolutamente soddisfatti dell’arrivo in porto del decreto del Ministro del Lavoro del 9 luglio 2024, in attuazione del decreto interministeriale del 5 gennaio 2021. Con questo testo, si aprono finalmente nuovi spazi di collaborazione e sinergia nell’ambito della formazione aziendale tra il sistema di formazione professionale e il mondo economico e sociale di cui Foragri è un autorevole esponente. Il ruolo dei Fondi interprofessionali come Foragri è ora di fondamentale importanza nell’accompagnare una riforma complessiva del sistema nazionale di certificazione delle competenze e delle politiche attive del lavoro.

Che vantaggio ricavano le aziende dalla formazione professionale?

La certificazione delle competenze costituisce un asset importante non solo per la professionalità dei lavoratori ma anche per le aziende. Non tutte le formazioni, infatti, sono uguali. Certificare una competenza attraverso un percorso formativo ad hoc significa per l’azienda essere sicura non solo che la formazione che sta erogando al proprio collaboratore sia funzionale al proprio fabbisogno ma anche che essa aderisca a standard qualitativi trasparenti e nazionali. La certificazione delle competenze rappresenta quindi la nuova frontiera della formazione finanziata in agricoltura.

Foragri si occupa anche di lavoratori migranti?

Il mercato del lavoro agricolo di oggi richiede di far incrociare centinaia di migliaia di cittadini in attesa di un’offerta di lavoro e migliaia di imprese agricole che non trovano manodopera qualificata. La sfida ora è aiutare questo processo, verso la migliore occupabilità possibile dei lavoratori e sostenendo lo sviluppo economico delle imprese agroalimentari. A partire da una rinnovata convinzione nella centralità della Persona – sia essa imprenditore o lavoratore – vogliamo rilanciare per questo il problema dell’integrazione dei migranti. Lo diciamo ad alta voce se serve: lasciateci fare formazione ai lavoratori migranti! Insieme agli Enti bilaterali agricoli del territorio infatti potremmo – in sinergia – mettere in campo un grande piano formativo che aiuti l’integrazione e l’emancipazione di questi lavoratori che spesso nel paese d’origine hanno acquisito esperienze lavorative proprio nel settore agroalimentare. 

Qual e’ l’obiettivo?

Il passo successivo non può che essere a questo punto un grande progetto formativo a livello europeo che consenta alle certificazioni che vengono rilasciate dagli enti formativi riconosciuti dai Paesi membri di avere una validità in tutta l’area Schengen. Solo in questo modo infatti il lavoratore potrà dirsi veramente competitivo in un mercato unico e l’impresa potrà contare su un sistema definitivamente condiviso per la selezione del proprio personale.  Istituzioni e parti sociali devono farsi promotori di questa iniziativa, anche per la sua capacità strategica di essere volano straordinario di integrazione e di emancipazione per i lavoratori coinvolti. Nel “cambiamento d’epoca” che siamo chiamati a vivere, l’agricoltura italiana sta vivendo un salto di qualità. Dai cambiamenti tecnologici fino alla necessità di un profondo ricambio generazionale, il settore necessita di investimenti coraggiosi in formazione continua e certificata da parte delle aziende e dei lavoratori. Foragri vuole essere la “casa” della formazione per queste Persone. Al centro metteremo sempre i loro bisogni formativi e le necessità dei territori, consapevoli che solo dalla formazione può venire l’emancipazione dei lavoratori e il successo delle imprese. Così, insieme, porteremo il nostro contributo per una nuova, migliore, agricoltura italiana.