(riproduzione riservata)
“con oltre 2 milioni di cinghiali che scorrazzano ancora su tutto il territorio nazionale e operazioni di contenimento che procedono a rilento, non ci puo’ essere freno alla peste suina africana”, afferma in un comunicato cia-agricoltori italiani, rilevando che “in pochi giorni sono saliti a 6 i focolai di psa negli stabilimenti nazionali e hanno coinvolto emilia-romagna, piemonte e lombardia, regione che da sola conta piu’ del 50% degli allevamenti suinicoli totali”. “siamo molto preoccupati. lo scenario si e’ notevolmente complicato, e’ successo cio’ che era prevedibile, vista l’eccessiva presenza dei cinghiali soprattutto nelle zone coinvolte. ora chiediamo celerita’ nelle risposte. il comparto suinicolo, infatti, e’ gia’ in forte sofferenza e adesso bisognera’ prevedere risorse importanti per consentire tenuta e ripresa delle aziende. gli indennizzi sono fermi allo scorso novembre ed e’ sempre piu’ necessario supportare quelle imprese che continuano a lavorare con enormi difficolta’ a causa delle misure sanitarie imposte. servono subito ristori per coprire tutti i danni indiretti subiti con il blocco sanitario delle movimentazioni e anche con il deprezzamento dei capi”, ha dichiarato il presidente di cia, cristiano FINI. “in piu’, occorrono ulteriori risorse per le misure di prevenzione, che ad oggi sono risultate insufficienti, oltre a un maggiore coordinamento e uniformita’ nella strategia di controllo della psa. il problema e’ nazionale e auspichiamo, quindi, che il direttore generale della sanita’ animale, giovanni FILIPPINI, che subentra al commissario vincenzo CAPUTO dopo le recenti dimissioni, agisca con urgenza attraverso misure straordinarie, superando i vincoli burocratici e accelerando gli abbattimenti per fermare i contagi. non si puo’ piu’ aspettare, l’allerta e’ massima per gli allevatori. la peste suina rischia davvero di mettere ko un settore chiave del made in italy agroalimentare, che genera oltre 13 miliardi tra produzione e industria”, ha concluso FINI.