ISTAT, AREE INTERNE SEMPRE PIU’ ABBANDONATE MA QUALITA’ DELLA VITA MIGLIORE

(riproduzione riservata)

il documento “la demografia delle aree interne: dinamiche recenti e prospettive future” diffuso dall’istat analizza l’evoluzione demografica nelle aree interne italiane, caratterizzate da piccoli comuni con limitata accessibilita’ ai servizi essenziali. le aree interne, secondo la nuova mappatura del ciclo di programmazione 2021-2027 della strategia nazionale delle aree interne (snai), comprendono oltre 4mila comuni e ospitano circa un quarto della popolazione italiana. dal 2014 ad oggi – rileva l’istituto di statistica – queste aree hanno subito un calo demografico significativo a causa dell’invecchiamento della popolazione e delle migrazioni, con una riduzione del 50% rispetto a un calo del 14% nei centri. il mezzogiorno ha registrato le perdite piu’ marcate, con una diminuzione del 63% della popolazione nelle aree interne, mentre il nord e il centro hanno visto diminuzioni piu’ contenute. il documento evidenzia anche il tasso di crescita naturale negativo, particolarmente acuto nei comuni periferici e ultraperiferici. inoltre, i flussi migratori interni ed esterni continuano a influenzare negativamente queste aree, con un’alta percentuale di partenze verso i centri e l’estero, soprattutto dal mezzogiorno. a fronte di tutti questi dati negativi e nonostante la desertificazione dei servizi, nota l’istat, la qualita’ della vita nelle aree ultraperiferiche sembra migliore rispetto ad altre tipologie di comuni, suggerendo un’inversione di tendenza nella speranza di vita.