ISTAT, CRESCONO GLI ITALIANI CHE TEMONO IL DISSESTO IDROGEOLOGICO SOPRATTUTTO IN MARCHE, TOSCANA E EMILIA ROMAGNA

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l’Istat ha diffuso oggi un interessante report sulle PREOCCUPAZIONI AMBIENTALI DEGLI ITALIANI NEL 2023 da cui emerge che i cambiamenti climatici sono al primo posto confermando un primato ormai decennale. seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria, avvertiti dal 49,9% della popolazione. piu’ distaccate, ma rilevanti, ci sono la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti e quella per l’inquinamento delle acque. effetto serra e buco nell’ozono sono percepiti come ulteriori fattori di rischio ambientale a livello globale; tuttavia, si registra una diminuzione di oltre 4 punti percentuali tra quanti lamentano questi come tra i primi cinque problemi ambientali. in fondo alla graduatoria vi sono le preoccupazioni per l’inquinamento elettromagnetico, per le conseguenze del rumore sulla salute e per la rovina del paesaggio. la preoccupazione per l’effetto serra, che nel 1998 coinvolgeva quasi sei persone su 10, cala rispetto al primo anno di rilevazione di circa 25 punti percentuali. in senso inverso, il timore per i cambiamenti climatici, indicato nel 1998 dal 36,0% delle persone, sale al 58,8% nell’ultimo anno (+22,8 punti percentuali). l’inquinamento dell’aria rappresenta, invece, una preoccupazione costante per un cittadino su due da oltre 20 anni. l’attenzione al DISSESTO IDROGEOLOGICO, sebbene sia scesa molto nell’arco temporale in esame (dal 34,3% nel 1998 al 26,5% della popolazione di 14 anni e piu’ nel 2023), registra un aumento di oltre 4 punti percentuali sul 2022. le conseguenze delle alluvioni nelle marche e in toscana del maggio 2023 potrebbero aver innescato un aumento del livello di preoccupazione espresso dai cittadini nei confronti del dissesto idrogeologico; a conferma di cio’ nelle marche si riscontra un aumento sul 2022 pari a 11 punti percentuali mentre in toscana, umbria ed emilia romagna la crescita e’ di circa 6 punti. rispetto all’inquinamento del suolo, dell’acqua e alla distruzione delle foreste, il problema piu’ sentito e’, negli anni in esame, l’inquinamento delle acque che interessa in maniera costante circa il 40% delle persone. la DISTRUZIONE DELLE FORESTE, che preoccupava nel 1998 il 25,2% della popolazione, scende al 20,3% nel 2023. si mantiene abbastanza costante la percentuale di coloro che ritengono l’inquinamento del suolo tra le cinque preoccupazioni prioritarie in tema di ambiente (da 20,3% a 21,5%). si conferma, nel 2023, la polarizzazione tra nord e mezzogiorno del paese rispetto alle preoccupazioni per le tematiche ambientali. ad esempio, si rileva una differenza di circa 10 punti percentuali rispetto al tema dei cambiamenti climatici che preoccupa il 61,2% degli abitanti del nord rispetto al 51,9% di quelli del mezzogiorno. anche l’inquinamento delle acque rientra tra i temi particolarmente sentiti dagli abitanti delle regioni settentrionali (40,9%) e molto meno da quelli delle regioni meridionali (34,0%).all’opposto, richiamano l’attenzione soprattutto dei residenti del centro e del mezzogiorno le tematiche legate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti le persone di 14 anni e piu’ che vivono in centri dell’area metropolitana esprimono una preoccupazione maggiore rispetto a chi abita nei comuni di piccole dimensioni rispetto a produzione e smaltimento dei rifiuti, inquinamento dell’aria e inquinamento acustico. risiedere nei piccoli comuni, aumenta, invece, la sensibilita’ rispetto al dissesto idrogeologico (25,9%, mentre nei comuni dell’area metropolitana e in quelli medio grandi questa percentuale e’ del 23,9%). l’eta’ rappresenta un’importante determinante della variabilita’ delle preoccupazioni ambientali. i giovani fino a 24 anni sono piu’ sensibili delle persone piu’ adulte per quanto riguarda la perdita della biodiversita’ (il 31,9% tra i 14 e i 24 anni contro il 18,5% degli over55enni), la distruzione delle foreste (24,6% contro 18,4%) e l’esaurimento delle risorse naturali (29,2% contro 21,3%). anche nel 2023, gli ultracinquantacinquenni si confermano piu’ preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (29,8% contro 21,5% degli under25) e L’INQUINAMENTO DEL SUOLO (21,9% contro 18,3%). tra i giovani sotto i 24 anni, ad esempio, le ragazze sono preoccupate piu’ spesso dei loro coetanei per i cambiamenti climatici (+5,8 punti percentuali), la perdita di biodiversita’ (+8,8 punti) e la distruzione delle foreste (+3,8 punti). la quota di cittadini che esprime preoccupazione per lo stato dell’ambiente cresce all’aumentare del titolo di studio. l’analisi dei comportamenti ecocompatibili e degli stili di vita e di consumo e’ di grande interesse per capire come i cittadini si rapportino all’ambiente. positivo e’ il fatto che sempre maggiore attenzione venga dedicata a comportamenti finalizzati alla conservazione delle risorse naturali. i residenti nel mezzogiorno si distinguono invece per l’elevata frequenza di ACQUISTO DI ALIMENTI E PRODOTTI LOCALI (28,8% contro 20,0% del nord). le donne sono mediamente piu’ attente a mantenere comportamenti ecocompatibili. le differenze piu’ evidenti si colgono soprattutto sui comportamenti di acquisto: sussistono oltre 11 punti percentuali di differenza nel leggere abitualmente le etichette degli ingredienti (41,4% delle donne rispetto al 29,9% degli uomini); piu’ bassa ma rilevante la differenza tra chi acquista come prassi alimenti o prodotti biologici (16,0% delle donne rispetto all’11,7% degli uomini) e prodotti a chilometri zero (25,6% rispetto a 21,4%). le donne sono inoltre in media piu’ accorte a non sprecare acqua (72,3% rispetto al 67,2%) ed energia (74,9% rispetto al 70,5%). il titolo di studio posseduto si rivela una condizione determinante anche per l’analisi dei comportamenti ecocompatibili dei cittadini. al crescere del livello di istruzione aumentano le quote di coloro che abitualmente li adottano.