ELEZIONI EUROPEE: LETTERA APPELLO DEL PRESIDENTE DELLA CIA FIN AI CANDIDATI

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“alla vigilia delle elezioni europee arriva da cia-agricoltori italiani l’ultima chiamata ai candidati. una lettera appello del presidente nazionale, cristiano FINI, per ripartire dall’agricoltura puntando, soprattutto, sullo sviluppo delle aree rurali, assicurando un reddito equo ai produttori, garantendo la salvaguardia della dieta mediterranea e rinnovando un dialogo costante con le organizzazioni di rappresentanza”. lo rende noto un comunicato di cia. “a breve sara’ il tempo di una nuova europa, quella delle opportunita’ da cogliere davanti al prossimo parlamento, e a una commissione rinnovata, in primis per l’agricoltura”, scrive FINI, che cosi’ prosegue: “in vista di questa imminente stagione e’ bene che l’italia ricordi a se stessa valori e principi che non possono prescindere dalla sua storia e identita’, ancor piu’ perche’ oggetto, negli ultimi anni in modo importante, delle battaglie piu’ decisive portate avanti dalle organizzazioni di rappresentanza. la possibilita’ di poterle guidare, ancora, spiega il peso del ruolo giocato fino a oggi e l’onere di continuare a impegnarsi per i diritti dei cittadini e dei lavoratori, per un paese intero che, nel tempo, ha saputo inquadrare e valorizzare le sue eccellenze, tra tutte il made in italy enogastronomico e la dieta mediterranea. in particolare, riallacciamo quel filo che e’ unico tra il valore del cibo italiano e di un modello nutrizionale patrimonio unesco, e l’attivita’ produttiva nei campi e nelle stalle. parla di un legame indiscutibile con un territorio specifico di tutta una penisola, dove agricoltori e allevatori sono garanti dell’approvvigionamento alimentare, ma anche custodi del paesaggio, di quella sostenibilita’ ambientale, economica e sociale, che tiene in piedi un paese intero, per il 58% costituito da aree interne. campagne, terreno di lotte e conquiste sindacali che hanno visto in prima linea l’alleanza nazionale dei contadini, oggi cia-agricoltori italiani. la difesa, tanto attuale, dell’economia agricola e delle zone rurali, come il superamento della mezzadria nel secondo dopo guerra, sono la testimonianza principale di un’evoluzione culturale e associativa che ha segnato il futuro del comparto agricolo e accompagnato il processo di modernizzazione dei movimenti sindacali. un percorso di crescita complesso e faticoso che ha visto cia protagonista e, che ha portato all’affermarsi dell’imprenditoria agricola, strutturata e competente, in grado di abbracciare l’avvento della concorrenza e delle relazioni commerciali con l’estero. una transizione, anche questa, con gli agricoltori al centro e la conquista, sul lungo periodo, di un riconoscimento globale del settore: qualita’ e distintivita’ delle produzioni che trovano nella dieta mediterranea la massima espressione. ecco abbiamo un dovere morale rispetto a questi traguardi, non a caso per cia basilari. difenderli vuol dire tutelare e valorizzare le peculiarita’ delle materie prime del nostro territorio, ma anche un sistema alimentare che promuove uno stile di vita sano ed equilibrato, garantito dalla sostenibilita’ degli ecosistemi, equita’ sociale ed economia. con questa consapevolezza e con questo approccio dobbiamo salvaguardare le filiere del cibo italiano e, soprattutto, la dignita’ professionale di quasi 800 mila aziende agricole del nostro paese che ne sono il motore. la sovranita’ alimentare e’ nelle mani dell’agricoltura, perche’ il mondo la puo’ riconoscere solo nella valorizzazione a tavola delle materie prime, esaltate da piatti tipici di ciascuna regione d’italia. lo sforzo diplomatico a livello internazionale deve impegnarci, a difesa di questi principi che sono la linfa intangibile di 64 miliardi di fatturato, a tanto ammonta l’export agroalimentare italiano, ma anche il senso vero di interventi da attuare in sostegno della competitivita’ sui mercati esteri, mettendo al bando le importazioni sleali e promuovendo la reciprocita’ delle regole commerciali, ovvero il rispetto degli standard ambientali e sanitari, come delle norme sul lavoro”. dunque, conclude il presidente di cia nella lettera appello: “l’europa che ci aspettiamo e’ quella pronta, gia’ da domani, a rinnovare il confronto puntuale e costruttivo con la nostra organizzazione, per dare alle aree interne, alla sua agricoltura e zootecnia, fatta anche di piccoli allevatori di montagna, risorse e politiche adeguate a garantire loro un reddito equo e dignitoso. senza sostenibilita’ economica del settore, non ci puo’ essere ne’ quella ambientale, ne’ quella sociale”.