RISTORAZIONE COLLETTIVA: UNITA’ D’INTENTI TRA ANIR CONFINDUSTRIA, ANGEM E CONFCOOPERATIVE

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“il tavolo della ristorazione collettiva si e’ riunito a roma nei giorni scorsi per discutere del grave momento di difficolta’ che il settore sta affrontando e per prepararsi in vista delle sfide sul mercato, soprattutto pubblico, e sulle dinamiche sociali che riguardano le imprese, le rappresentanze del settore e gli addetti impiegati nel settore”. lo rende noto un comunicato congiunto di anir confindustria, angem e confcooperative, che cosi’ prosegue: “l’incontro si e’ svolto tra imprese e delegazioni delle associazioni di categoria della ristorazione collettiva di anir confindustria, angem e confcooperative. una grande novita’ che rende strategico il percorso di lavoro individuato, un percorso aperto al contributo di tutti gli operatori, a cui stanno partecipando anche numerose imprese del settore. le associazioni presenti al tavolo, attraverso tutti i canali disponibili e con diverse modalita’ di coinvolgimento, hanno piu’ volte segnalato la grave crisi in cui versa il comparto. una crisi senza precedenti che, in questi ultimi quattro anni, ha messo in discussione la tenuta economica delle imprese e l’equilibro economico di quasi tutti i contratti in essere, con l’inevitabile effetto di privilegiare la tenuta patrimoniale delle imprese e il mantenimento dell’occupazione rispetto ad investimenti, ancor di piu’ indifferibili, necessari per la valorizzazione del comparto. piu’ volte sono stati sottolineati gli effetti della pandemia e le devastanti conseguenze per le imprese della ristorazione collettiva, con il conseguente mancato recupero delle ingenti perdite di volumi produttivi e di redditivita’; a differenza di cio’ che e’ successo per le imprese operanti in altri segmenti dello stesso generale settore della ristorazione, che rispondono a caratteristiche e logiche del mercato profondamente diverse. dopo la pandemia, l’avvento del terribile conflitto bellico russo-ucraino ha prodotto, a sua volta, effetti negativi e tensioni senza precedenti, in particolare per il comparto delle mense: un’inflazione salita alle stelle e un rincaro dei costi delle materie prime alimentari e dell’energia. conseguenze ancora piu’ rilevanti in un mercato in prevalenza costituito da appalti pubblici, regolato da norme che rendono insignificanti, e comunque del tutto inadeguati, i vigenti meccanismi di revisione dei prezzi. ai gia’ citati rincari si sono, inoltre, sommati spesso gli incrementi esponenziali e le difficolta’ di reperimento delle materie prime alimentari, fattori conseguenti alla normativa dettata dai criteri ambientali minimi, tali da alterare, nel quadro riferito, la correlazione esistente tra i bisogni del mercato e la produzione primaria. a fronte di quanto descritto e delle notevoli difficolta’, ancora esistenti, ad immaginare interventi normativi che abbiano il dovuto carattere di urgenza, si vorrebbe sensibilizzare e stimolare tutti gli attori coinvolti, affinche’ assumano il medesimo senso di responsabilita’ che le imprese hanno dimostrato e concretamente attuato, continuando ad erogare servizi pubblici essenziali a condizioni di nessuna o addirittura negativa redditivita’. riteniamo che solo attraverso norme e interventi contrattuali mirati, il comparto possa tornare a livelli di redditivita’ accettabili. per tale ragione si intende avviare un confronto specifico sulla ristorazione collettiva, aperto al contributo di aziende e associazioni di categoria, di cui questo incontro e’ solo una prima tappa. perche’ il settore trovi condizioni che rendano il comparto pienamente competitivo, con aziende, lavoratori e parti sociali che concorrono ad un dialogo rivolto alla crescita e allo sviluppo del comparto. il confronto si e’ avviato affrontando una vasta gamma di temi: a partire dai principali asset competitivi del settore, che sono dovuti al comparto produttivo e di servizi che caratterizza la ristorazione collettiva, alle politiche del lavoro che riguardano il labour intensive e il suo impatto sociale. per arrivare a quelli piu’ specifici relativi alla mancanza di prezzi di riferimento sul mercato adeguati: l’urgenza di una correzione del codice appalti vigente, che penalizza le aziende di servizi nel vedersi riconosciuta la revisione dei prezzi; la definizione di nuovi cam (criteri ambientali minimi) anche alla luce dei nuovi rating esg delle imprese; l’aumento del costo del lavoro e tutte le implicazioni che ha sulle imprese e sui lavoratori. l’incontro rappresenta solamente la prima tappa di un impegno comune per la moderna competitivita’ di un settore vitale per l’economia italiana”.