VINITALY: AGEA, TAVOLA ROTONDA SU IMPATTO SETTORE VINO SU SVILUPPO LOCALE TERRITORI

(riproduzione riservata)

“abbiamo una storia da raccontare e partiamo dal nostro territorio”, ha detto salvatore CARFI’, direttore dell’area coordinamento di agea, aprendo la tavola rotonda ‘vino e territorio. l’impatto culturale, economico e sociale del settore vitivinicolo sullo sviluppo locale’, che si e’ svolta nel padiglione istituzionale del masaf al vinitaly. lo rende noto un comunicato di agea che cosi’ prosegue: “e’ stato presentato il quadro quanto piu’ rappresentativo del settore vitivinicolo, grazie alla partecipazione delle principali organizzazioni di rappresentanza del settore agricolo (cia, confagricoltura, coldiretti, copagri) e vitivinicolo (federdoc e confcooperative). non solo un momento di riflessione e di analisi sulla funzione del settore vitivinicolo quale leva di sviluppo locale, a 360°, ma una proposta concreta”. “la valorizzazione del vino e’ storia d’identita’ e come tale abbiamo il compito, come ente pubblico, di rispettare territori e produzioni inserendoli nel nostro modello di sviluppo. uno sviluppo che – continua CARFI’- vede l’agenzia anche come accompagnatrice del settore privato”. accompagnare il settore – specifica agea – consiste nell’essere attenti ascoltatori delle varie esigenze e attori proattivi nel rendere operative soluzioni condivise e certe. e’ su questi temi che si sono confrontati i vari relatori. “i consumatori cambiano e occorre consolidare i mercati, mantenere il posizionamento e condividere regole chiare per poter essere efficienti e sempre piu’ presenti sui nuovi mercati”, ha affermato francesco FERRERI, coordinatore nazionale consulta vino di coldiretti. luca RIGOTTI, coordinatore nazionale del settore vino di federagripesca-confcooperative, ha dato spunti di riflessione sul binomio vino-salute: “c’e’ l’esigenza di una nuova cultura da diffondere verso i consumatori per un bere consapevole e un consumo moderato. e in questo senso, la pa e’ di fondamentale importanza”. il presidente di federdoc, giangiacomo GALLARATI SCOTTI BONALDI, ha spiegato come il successo di un sistema paese nasca dalla sinergia tra territori e amministrazione: “occorrono interpretazioni univoche e rapide per una corretta programmazione che deve necessariamente avere contezza delle regole in campo. solo cosi’ si crea quel circolo virtuoso che puo’ dare garanzie a tutta la filiera e che ci puo’, come italia, portare alla ribalta dello scenario internazionale”. alessandro CUSCIANNA di copagri ha detto: “parlare con una sola voce, ecco come dobbiamo muoverci. e, in questa direzione, dobbiamo considerare anche le nuove scelte dei consumatori. riscoprire il vino in tutte le sue declinazioni deve partire dalla riscoperta dell’identita’ perche’, se non abbiamo chiarezza del prodotto e delle aree territoriali da cui proviene, non riusciamo ad andare da nessuna parte. e in questa conoscenza includo anche le regole, necessariamente chiare e condivise”. l’intervento di fabio CHESSA, responsabile biologico di cia, e’ ruotato intorno ai dati: “i numeri che dobbiamo governare danno un senso al patrimonio vitivinicolo insito in agea. e il dato educativo rientra a pieno titolo in questo patrimonio. ecco perche’ abbiamo bisogno di strutture sinergiche per migliorare la comunicazione all’interno delle varie realta’”. vincenzo LENUCCI, responsabile delle politiche di filiera di confagricoltura, ha ribadito come “l’espressione del fabbisogno e la soddisfazione dello stesso siano il volano attraverso cui possiamo evitare localismi e rafforzare il locale. occorre l’interlocuzione di tutta la filiera, partendo ovviamente dall’amministrazione”. nelle conclusioni CARFI’ ha sintetizzato come l’impegno da parte dell’amministrazione sia costante e mirato a far si’ che la richiesta di efficienza ed efficacia sia sostenuta in particolare dalla messa a disposizione della metodologia utilizzata soprattutto in termini di manuali di controllo. “non sembri un paradosso ma far conoscere i controlli che l’agenzia deve effettuare per ottenere prove documentali chiare, mette i produttori nelle condizioni di poter realizzare quel self control del processo che mira a facilitare i finanziamenti senza decurtazioni ed evitare la richiesta di rettifiche finanziare che spesso crea difficolta’ a valle di tutto il processo di erogazione. in passato queste sono state fonte di disallineamento e di debolezze dell’amministrazione. oggi, non possiamo piu’ permetterci di ripetere gli stessi errori”, ha concluso CARFI’.