VINCENZI (ANBI), COMPLESSITA’ CRISI CLIMA COINVOLGE TUTTI, C’E’ BISOGNO DI RISPOSTE SISTEMICHE ANCHE SU TERRITORIO

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“assieme a raffreddori ed influenze, nonche’ al rischio di gelate per le colture, lo sbalzo termico verso il basso dei giorni scorsi ha portato una benefica discesa nelle temperature dei mari italiani, ricondotte a livelli piu’ in linea con le medie del periodo. secondo i dati del programma europeo copernicus e dell’european centre for medium-range weather forecasts (ecmwf), a livello mondiale si registrano, da oltre un anno, le acque marine piu’ calde di sempre, cosi’ come conferma il report ‘european state of the climate 2023′ per quelle, che bagnano i confini esterni del vecchio continente”. lo rende noto un comunicato stampa di anbi, l’associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue. “un aspetto della crisi climatica poco percepito dall’opinione pubblica e’ la sua complessita’: la biosfera e’ unica e l’alterazione di un elemento influisce sull’equilibrio generale – evidenzia francesco VINCENZI, presidente di anbi – per questo, confinare la siccita’ come un problema meramente agricolo e’ un gravissimo errore, perche’ molteplici sono i servizi ecosistemici apportati: dall’equilibrio ambientale all’attrattivita’ turistica”. “secondo il report dell’osservatorio anbi sulle risorse idriche – prosegue il comunicato – chi non pare beneficiare dell’instabilita’ climatica di questi giorni sono la sicilia e la calabria dove, ad esempio, il fiume lao e’ al 43% della portata media di questo periodo e l’ancinale tocca addirittura -95% (fonte: centro funzionale regionale protezione civile calabria); entrambe le regioni sono caratterizzate da enormi deficit idrici, a causa di molti mesi privi di significative precipitazioni. in puglia, nei giorni scorsi, si sono registrate piogge sull’alto salento (quasi 10 millimetri) e sul leccese (fino a mm. 5), ma i bacini del tavoliere trattengono il 37% di acqua in meno rispetto al 2023, cioe’ mancano oltre 112 milioni di metri cubi. non va meglio in basilicata, dove e’ impietoso il confronto tra la quantita’ d’acqua invasata quest’anno e negli anni passati: nella seconda meta’ di aprile 2023, rovesci torrenziali avevano fatto confluire ben 14 milioni di metri cubi d’acqua nei bacini della regione; attualmente le disponibilita’ idriche sono piu’ che dimezzate (-54%) ed il deficit, nonostante un recente apporto di piogge (mln. mc. 2,74), si attesta a quasi 124 milioni di metri cubi (fonte: autorita’ bacino distrettuale appennino meridionale). notizie preoccupanti arrivano anche dall’abruzzo, dove il deficit pluviometrico registrato nei primi 4 mesi del 2024, unitamente alla poca neve caduta sull’appennino, ha pressoche’ dimezzato la quantita’ d’acqua trattenuta nel bacino di penne, il principale ad uso irriguo, dove mancano all’appello circa 3.600.000 metri cubi; fiducia si ripone nello scioglimento del manto nevoso ora presente a campo imperatore (cm. 34) e che potrebbe incrementare la portata del fiume tavo, che alimenta l’invaso. nel lazio il livello del lago di bracciano rimane, come un anno fa, 1 metro al di sotto dello zero idrometrico, mentre continua a calare il piccolo lago di nemi, ora 34 centimetri sotto il livello del 2023. il fiume tevere rimane largamente sotto media, cosi’ come decrescente e’ il livello dell’aniene, mentre incrementi si registrano nei flussi della fiora. in umbria crescono le portate dei fiumi velino e topino, mentre cala il chiascio e l’altezza idrometrica del lago trasimeno scende a -cm. 1,28”. “e’ la persistente condizione di allarme ecosistemico nel principale lago dell’italia centrale, l’immagine di un paese che, al di sotto degli appennini, non riesce a recuperare il deficit idrico, dovuto a mesi di insufficienti apporti pluviali. e’ quantomai urgente prepararsi a gestire, in maniera condivisa e nel rispetto delle priorita’ di legge, una condizione d’emergenza che, seppur in maniera non uniforme, appare inevitabile nei mesi a venire”, commenta massimo GARGANO, direttore generale di anbi. “restano modesti, nonostante gli incrementi registrati questa settimana, i livelli dei fiumi nelle marche. a far da contrappeso – continua il comunicato – rimangono i circa 53 milioni di metri cubi invasati nei bacini e che, pur essendo inferiori a quelli del 2023 caratterizzato da fenomeni meteorologici estremi nei primi 4 mesi dell’anno, rappresentano una garanzia d’approvvigionamento per i mesi piu’ caldi e secchi. sull’appennino di toscana e’ apparsa tardivamente la neve, che era mancata in inverno: cm. 44 sull’abetone, oltre 30 centimetri in garfagnana, mentre sull’amiata il manto e’ superiore ai 20 centimetri. ricchi d’acqua sono i principali alvei con l’eccezione dei bacini piu’ a sud (ombrone, albegna, ecc.). in liguria tornano a crescere le portate dei fiumi vara e magra, mentre registrano un abbassamento quelle dell’entella e dell’argentina. in emilia romagna, oltre mezzo metro di neve e’ ora presente sui monti bolognesi, reggiani e parmensi (cm. 63 a lagdei), mentre su quelli romagnoli la cumulata si attesta tra i 15 ed i 30 centimetri. in veneto, il bilancio idrico resta ampiamente positivo, nonostante drastiche riduzioni di portata per i fiumi adige, piave, livenza, mentre bacchiglione, brenta e muson dei sassi scendono addirittura sotto media. anche in lombardia le riserve idriche restano largamente confortanti (+45% sulla media), seppur il fiume adda cali, pur mantenendo una portata superiore a quella degli scorsi 7 anni. ad eccezione del lago di como, i grandi bacini naturali del nord restano vicini al colmo: maggiore 97,7%; sebino 93,6%; benaco 98,6%. i fiumi sono in calo anche in piemonte ad iniziare dal po, che resta comunque sopra la media, mentre tanaro e stura di lanzo tornano sotto. in valle d’aosta, infine, il manto nevoso supera i 2 metri e mezzo nelle stazioni sopra i m. 2200; terminati temporaneamente gli apporti dalla fusione nivale, dovuta all’anomalo anticipo d’estate della scorsa settimana, le portate dei corsi d’acqua hanno subi’to una decisa contrazione: a nus, la dora baltea in 7 giorni e’ passata da mc./s 29 a mc/s 6,50 (fonte: centro funzionale regionale valle d’aosta)”.