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“e’ iniziata nelle sette provincie del veneto la discussione per rinnovare i contratti provinciali nel settore agricolo. la contrattazione coinvolge, un numero di imprese iscritte nel registro delle camere di commercio, pari a 59.000 unita’. in aumento le societa’ di capitali (1.486 imprese, +7,3%) e le societa’ di persone (circa 10.947, +0,9%), in calo invece le ditte individuali (46.100 unita’, -2,6%), che rappresentano circa il 78% delle imprese”. lo rende noto un comunicato di uila veneto che cosi’ prosegue: “saranno protagonisti della contrattazione territoriale, dati istat, in media circa 63.250 lavoratori, in calo del -5% rispetto allo stesso periodo del 2022. a diminuire sono soprattutto i dipendenti agricoli (-19,6%), mentre al contrario sono in crescita gli occupati indipendenti (+3,9%), in controtendenza sia con la realta’ nazionale che del nord-est. diminuiscono soprattutto gli occupati maschi (-11,8%), mentre invece aumentano le donne (+31,5%). i temi principali che saranno oggetto di confronto per il rinnovo del contratti provinciali, riguardano in particolar modo la sicurezza sul lavoro con la creazione in tutte le provincie del veneto, attraverso gli enti bilaterali costituiti nei precedenti rinnovi contrattuali, del delegato alla sicurezza ( rlst). con questo scelta vogliamo dire basta al tragico numero di morti in agricoltura che colpisce pesantemente ed in modo indistinto lavoratori e titolari di aziende agricole. il veneto si qualifica purtroppo come maglia nera per le morti e per gli incidenti sul lavoro in agricoltura e come sindacato pensiamo serva un presidio costante realizzato dal delegato alla sicurezza nei territori che attraverso l’informazione, la formazione e il supporto tecnico, sviluppi prevenzione e consapevolezza dei rischi e dei pericoli esistenti nel lavoro agricolo. il secondo aspetto fondamentale di questi rinnovi contrattuali riguardera’ il reddito dei lavoratori, cioe’ le retribuzioni degli operai agricoli e le prestazioni aggiuntive in tema di sostegno sociale. lavorare in agricoltura non puo’ essere la cenerentola del mondo del lavoro in termini retributivi per i lavoratori. la crescita dei prezzi delle produzioni agricole sui mercati, la qualita’ delle produzioni e i nuovi sistemi tecnologici a servizio del lavoro agricolo debbono tradursi in una importante risposta a favore delle retribuzioni dei lavoratori. la fuga dalle campagne di molti lavoratori bracciantili sia italiani che stranieri ha una unica matrice, retribuzioni e servizi insufficienti a rendere il lavoro nei campi attrattivo. non e’ piu’ sufficiente per una persona, lavorare a contatto con la natura e con la riduzione della fatica come avvenuto in questi ultimi anni. servono retribuzioni e sussidi adeguati, affinche’ lavorare in campagna divenga un valore, per la persona, per la propria famiglia e per la comunita’. questa e’ la scommessa che vogliamo fare insieme ai produttori agricoli e alle loro associazioni. insieme dobbiamo difendere e valorizzare l’agricoltura nel veneto. sta per finire il tempo dei sussidi indistintamente dalla qualita’ delle produzioni e dei prodotti, serve una agricoltura eco-sostenibile, lo sfruttamento del lavoro e del caporalato dobbiamo superarlo redistribuendo la ricchezza prodotta a favore del lavoro, riducendo la filiera dove la grande distribuzione e il trasporto oggi la fanno ancora da padroni”.