il presidente della corte costituzionale augusto BARBERA ha tenuto questa mattina una conferenza stampa dopo aver svolto, a palazzo della consulta, la relazione annuale https://www.cortecostituzionale.it/annuario2023/pdf/Relazione_annuale_2023.pdf alla presenza del capo dello stato e delle piu’ alte cariche. il presidente ha aperto la relazione con un riferimento alle calamita’ naturali che hanno colpito l’italia nel 2023 sottolineando queste sono derivate derivanti dai cambiamenti climatici e anche dall’incuria di molte amministrazioni. tuttavia – ha osservato BARBERA – la riformulazione degli articolo 9 e 41 con l’introduzione della tutela dell’ambiente sono “segno di maggiore consapevolezza”. un altro tema toccato dal presidente ha riguardato il contenzioso stato-regioni che – ha detto – ha registrato un decremento del contenzioso presumibilmente imputabile ai meccanismi di raccordo politico fra governo e regioni sebbene – ha poi aggiunto in conferenza stampa non si tratti di “un primo assaggio di autonomia differenziata”. molteplici i temi toccati dal presidente che ha sottolineato come “in un sistema costituzionale fondato sulla separazione dei poteri, al rigoroso rispetto delle decisioni delle magistrature deve corrispondere l’altrettanto rilevante rispetto delle decisioni delle sedi parlamentari, espressione della sovranita’ popolare”. la corte – ha aggiunto BARBERA – deve rispettare l’ampia sfera di discrezionalita’ del legislatore nell’attuazione delle politiche delle quali il parlamento risponde direttamente agli elettori, e puo’ intervenire soltanto ad assicurare il rispetto dei limiti sostanziali fissati dalla costituzione a quanto puo’ essere deciso dalle maggioranze parlamentari. in particolare, ha aggiunto , “questa corte e’ chiamata ad essere ‘custode della costituzione’, ma e’ tenuta ad essere altrettanto attenta a non costruire, con i soli strumenti dell’interpretazione, una fragile ‘costituzione dei custodi’”. e cio’ soprattutto in riferimento a materie in cui le norme costituzionali sono oggetto di una evoluzione interpretativa; penso in primo luogo i diritti civili. e in proposito vanno ricordate alcune innovazioni che nella storia della repubblica, sono state proprio il “frutto di importanti pronunce della corte a cui hanno fatto seguito non meno rilevanti decisioni legislative”. in ogni caso, il presidente BARBERA ha sottolineato che “a fronte di una persistente inerzia legislativa, la corte non puo’ comunque rinunciare al proprio ruolo di garanzia, che include anche il compito di accertare e dichiarare i diritti fondamentali reclamati da una ‘coscienza sociale’ in costante evoluzione”. nel tracciare un bilancio dei rapporti tra la corte e il parlamento, sempre rispettosi dei tempi e delle modalita’ con cui le camere esercitano la propria funzione, il professor barbera ha aggiunto che “non si puo’ non manifestare un certo rammarico per il fatto che nei casi piu’ significativi il legislatore non sia ancora intervenuto” davanti alle sollecitazioni dei giudici costituzionali, “rinunciando a una prerogativa che gli compete e obbligando questa corte a procedere con una propria e autonoma soluzione, inevitabile in forza dell’imperativo di osservare la costituzione”. “con riguardo all’attivita’ complessiva della corte, puo’ nascere, in casi eccezionali, l’esigenza di modulare gli effetti temporali della pronuncia di accoglimento, in un’ottica di collaborazione con il legislatore nell’attuazione della costituzione: infatti, contenendo l’impatto della decisione in una precisa dimensione temporale, si agevola un intervento legislativo per una disciplina ricostruttrice che si faccia carico dei problemi relativi all’equilibrio di bilancio e alla ragionevole durata dei processi, interessi anch’essi di rilevanza costituzionale”. a tal proposito nella relazione vengono richiamate esperienze di altri paesi e della stessa corte di giustizia che, seppure in via eccezionale, gia’ modulano gli effetti temporali delle decisioni. a conclusione della relazione annuale, il presidente BARBERA ha anche affrontato il tema dei lavori della corte e, con particolare attenzione, si e’ soffermato sulla circostanza che fino a ora non si e’ avvertita l'”esigenza di introdurre forme di dissenting opinion, anche sulla scorta di effetti negativi riscontrati in altri paesi; su tutti, l’indebolimento dell’autorevolezza della decisione”. “tutte, comunque, legittime le opinioni a riguardo – ha avvertito infine BARBERA – ma, in assenza di una diversa normativa, vanno assolutamente evitate le opinioni dissenzienti espresse a posteriori dai singoli giudici e deve essere comunque salvaguardato – lo sottolineo, con forza! – il ‘segreto’ della camera di consiglio, volto non a garantire sorpassati ‘arcana imperii’, ma necessario per assicurare la stessa indipendenza della corte costituzionale”.