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“il piemonte e’ la regione nella quale si conservano, e si usano per la produzione di vini a denominazione di origine, il maggior numero di vitigni tradizionali e rari, di antica tradizione, che costituiscono un autentico patrimonio di biodiversita’”. lo afferma un comunicato della regione piemonte, nel rendere noto che “venerdi’ 23 febbraio, dalle ore 14, ad acqui terme (al), hotel meridiana, sala congressi, si terra’ il convegno “i vitigni minori del piemonte”, organizzato dall’accademia di agricoltura di torino, oicce (organizzazione interprofessionale per la comunicazione delle conoscenze in enologia), ugivi (unione giuristi della vite e del vino), in collaborazione con l’assessorato agricoltura e cibo della regione piemonte e al quale partecipera’ l’assessore regionale all’agricoltura e al cibo marco PROTOPAPA”. “saranno affrontati numerosi aspetti della coltivazione dei vitigni minori, in particolare: la caratterizzazione viticola e ampelografia di alcuni vitigni minori e relativi aspetti agroecologici e di biodiversita’; la valorizzazione enologica dei vitigni minori; esempi virtuosi di valorizzazione commerciale e comunicative dei vitigni minori; protezione intellettuale dei nomi dei vitigni, marchi collettivi e iscrizioni al registro”, informa il comunicato. “il consiglio nazionale delle ricerche (in seguito istituto per la protezione sostenibile delle piante) inizio’ uno studio sistematico di tali vitigni per conoscerne il patrimonio genetico con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio genetico dei vitigni tradizionali, talora autoctoni, reperibili nei territori vitati piemontesi, talvolta nelle valli montane, autentica miniera per la grande varieta’ di viti coltivate”, spiega il comunicato, che conclude: “le conclusioni sul lavoro svolto costituiscono un importante patrimonio di conoscenza per la viticoltura che potra’ essere utilizzato anche per attivita’ di miglioramento genetico delle piante del futuro, grazie alle particolari resistenze dei vitigni autoctoni e alle loro caratteristiche di adattabilita’ alle future condizioni climatiche piu’ sfavorevoli”.