INTERVENTO DEL PRESIDENTE MATTARELLA IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DEL GIORNO DELLA MEMORIA

(riproduzione riservata)

si e’ svolta al palazzo del quirinale, alla presenza del presidente della repubblica sergio MATTARELLA, la celebrazione del “giorno della memoria”. “‘la storia della deportazione e dei campi di concentramento non puo’ essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che e’ incisa nella coscienza umana’”. con queste parole, un sopravvissuto all’inferno di auschwitz, primo LEVI, scolpiva, nel 1973, il giudizio sulle radici e sulle responsabilita’ prime dello sterminio organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il piu’ grave compiuto nella storia dell’umanita’”. si apre con queste parole il discorso pronunciato da MATTARELLA che cosi’ prosegue: “il piu’ abominevole dei crimini, per gravita’ e per dimensione – il genocidio di milioni di persone innocenti – commesso a meta’ dello scorso secolo nel cuore della civile europa, dove gia’ da molto tempo gli ideali di liberta’, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, e venivano proclamati e largamente praticati. il senso di incredulita’ registrato di fronte a quanto accaduto in quegli anni sventurati, accanto al pudore dei sopravvissuti, rinchiusisi, in un primo momento, nel silenzio, traeva la sua origine anche da una concezione ottimistica della storia e della natura dell’uomo. l’uomo del novecento – immerso nel tempo della ragione, della fiducia incondizionata nell’avanzamento della scienza, della cultura, della tecnica – mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a un tornante cosi’ tragico; mai avrebbe concepito la possibilita’ di una simile regressione: mentre si confidava – come veniva conclamato – in un’alba radiosa per l’umanita’, si trovo’ improvvisamente precipitato nelle tenebre piu’ fitte. auschwitz spalancava – e spalanca tuttora – i suoi cancelli su un abisso oltre ogni immaginazione. un orrore assoluto, senza precedenti – cui null’altro puo’ essere parificato – ideato e realizzato in nome di ideologie fondate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo, della prevaricazione. un orrore che sembrava inconcepibile tanto era lontano dai sentimenti che normalmente si attribuiscono al genere umano. eppure auschwitz e tutto il meccanismo di sterminio – che ha inghiottito milioni di ebrei, e anche appartenenti al popolo romani’, omosessuali, dissidenti, disabili, testimoni di geova – sono stati concepiti e realizzati da menti umane. menti che, per quanto perverse, hanno sedotto, attratto e spinto alla complicita’ centinaia di migliaia di persone, trasformate in “volenterosi carnefici” secondo la lucida definizione di daniel GOLDHAGEN. eppure le ideologie di superiorita’ razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalita’ e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, virus che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa. ‘siamo uomini – ammoniva ancora primo LEVI – apparteniamo alla stessa famiglia umana a cui appartennero i nostri carnefici”, dimostrando “per tutti i secoli a venire quali insospettate riserve di ferocia e di pazzia giacciano latenti nell’uomo dopo millenni di vita civile.’ nel buio piu’ fitto, nella lunga e oscura notte dell’umanita’, prendendo a prestito un’immagine di elie WIESEL, tante piccole fiammelle hanno indicato una strada diversa dall’odio e dalla oppressione. sono stati i “giusti”, secondo una terminologia cara al popolo ebraico perseguitato. persone che, per motivazioni diverse, hanno rischiato la propria vita e talvolta l’hanno perduta per mettere in salvo cittadini ebrei dalla furia omicida nazifascista. un lungo elenco di nomi, quasi ottocento – come abbiamo ascoltato – quelli finora accertati in italia, una costellazione di luci e di speranza che continua a rassicurare sul destino dell’umanita’. persone tra le piu’ disparate: donne e uomini, laici e religiosi, partigiani, appartenenti alle forze dell’ordine, funzionari dello stato, intellettuali, contadini. accomunati dal coraggio, dalla rivolta contro la crudelta’, dal senso di umanita’. c’e’ chi ha nascosto e protetto, chi ha falsificato documenti e liste, chi ha aiutato a espatriare. migliaia di gesti, grandi e piccoli, di ribellione contro il conformismo e contro l’ideologia imperante. abbiamo ricordato quest’oggi qualche nome: da giorgio PERLASCA a gino BARTALI e gli altri che, nel video e nelle letture, sono stati riproposti alla nostra riconoscenza. desidero citarne alcuni altri che hanno condiviso il tragico destino della deportazione delle persone che hanno tentato di salvare odoardo FOCHERINI, amministratore del giornale cattolico avvenire d’italia; torquato FRACCON, partigiano, morto a dachau insieme al figlio; il domenicano, padre giuseppe GIROTTI; calogero MARRONE, capo ufficio anagrafe del comune di varese, giovanni PALATUCCI, reggente della questura di fiume; andrea SCHIVO, agente di custodia nel carcere san vittore di milano. scoperti e arrestati dai nazifascisti hanno concluso la vita nei lager tedeschi. di fronte alla barbarie, di fronte all’ingiustizia, tutte queste persone non hanno girato la testa, non hanno volto lo sguardo altrove. hanno sconfitto, innanzitutto dentro loro stessi, la paura, l’inerzia complice, l’indifferenza che, come ci ricorda spesso liliana SEGRE – cui rivolgo un pensiero affettuoso a ottant’anni della sua deportazione – e’ la piu’ perniciosa delle colpe. i “giusti” hanno dimostrato, a rischio della propria vita e di quella delle loro famiglie, che il senso di umanita’, se rettamente coltivato, resiste in ogni condizione e supera persino i confini del tempo e della morte. ci hanno insegnato, anche di fronte a tragedie immani, il valore salvifico dei gesti di coraggiosa solidarieta’. perche’, per ripetere anch’io questa mattina il celebre detto del talmud, “chi salva una vita salva il mondo intero.” l’esempio dei giusti rischiara la nostra via e il nostro percorso. e consente di ritessere quella trama di fiducia nel genere umano che con la costruzione dei campi di sterminio sembrava per sempre distrutta. tuttavia, di fronte a questi esempi di altruismo, di coraggio, di abnegazione, risaltano ancor di piu’ i crimini commessi da altri uomini e altre donne, in nome di regimi dittatoriali e brutali. celebrare doverosamente i giusti non deve far dimenticare i tanti, troppi ingiusti: i pavidi, i delatori per denaro, per invidia o per conformismo; i cacciatori di ebrei; gli assassini; gli ideologi del razzismo. non c’e’ torto maggiore che si possa commettere nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone indistinto le responsabilita’ o compiere superficiali operazioni di negazione o di riduzione delle colpe, personali o collettive. non si deve mai dimenticare che il nostro paese, l’italia, adotto’ durante il fascismo – in un clima di complessiva indifferenza – le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla repubblica di salo’ collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei. un portato inestinguibile di dolore, di sangue, di morte sul quale mai dovremo far calare il velo del silenzio. i morti di auschwitz, dispersi nel vento, ci ammoniscono continuamente: il cammino dell’uomo procede su strade accidentate e rischiose. lo manifesta anche il ritorno, nel mondo, di pericolose fattispecie di antisemitismo: del pregiudizio che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore la nostra costituzione dispone con chiarezza: tutti i cittadini sono portatori degli stessi diritti. la presenza ebraica e’ stata fondamentale per lo sviluppo dell’italia moderna e nella formazione della repubblica. le comunita’ ebraiche italiane sanno che l’italia e’ la loro casa e che la repubblica, di cui sono parte integrante, non tollerera’, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti. anche ai nostri giorni, la ruota della storia sembra talvolta smarrire la sua strada, portando l’umanita’ indietro, a tempi e stagioni che mai avremmo pensato di dover rivivere. le conquiste della pace e delle liberta’ democratiche sono esaltanti e vanno salvaguardate di fronte a risorgenti tentazioni di risolvere le controversie attraverso il ricorso alla guerra, alla violenza, alla sopraffazione. parole d’ordine, gesti di odio e di terrore sembrano di nuovo affascinare e attrarre, nel nostro continente ma anche altrove. su questo occorrerebbe compiere un’approfondita riflessione: indagando le motivazioni che spingono numerose persone a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie nefaste e minacciose, che hanno portato all’umanita’ soltanto dolore, distruzione, morte. va richiamata, a questo riguardo, l’importanza decisiva della cultura, dell’istruzione. di quanto – ad esempio – sono preziose le collaborazioni di studio e ricerca tra le universita’, sempre positive; sempre fonte di avanzamento di civilta’, al di sopra di ogni frontiera. sempre affermazione del carattere della cultura, che unisce e non puo’ separare. il fanatismo, religioso o nazionalista, che, mosso da antistoriche e disumane motivazioni, non tollera non soltanto il diritto ma neppure la presenza dell’altro, del diverso, ritiene di poter imporre la sua visione con la forza, la guerra e la violenza, violando i principi fondamentali del diritto internazionale e della civilta’ umana. siamo di fronte a un nuovo “crinale apocalittico” per usare un’espressione cara a giorgio la pira.in alcune zone del mondo, in un’epoca cosi’ travagliata come la nostra, sembra divenuta impossibile non soltanto la convivenza, ma persino la vicinanza. assistiamo, nel mondo – ripeto -, a un ritorno di antisemitismo che ha assunto, recentemente, la forma della indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell’aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l’umanita’, avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini, persino neonati. immagine di una raccapricciante replica degli orrori della shoah. siamo convinti che i giacimenti di odio siano stati ingigantiti da parole e atti spietati, persino blasfemi. il sogno di una pace, sancita dal reciproco riconoscimento e rispetto delle tre religioni monoteiste figlie di abramo, appare lontano – forse come non e’ mai stato in tempi recenti – ma rimane l’orizzonte di un riscatto di questa parte del mondo, e non soltanto di questa. guardiamo a israele come paese a noi vicino e pienamente amico, oggi e in futuro, per condivisione di storia e di valori. siamo e saremo sempre impegnati per la sua sicurezza. sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di hamas. l’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di gaza. anzitutto per l’irrinunziabile rispetto dei diritti umani di ciascuno, ovunque. e anche perche’ una reazione con cosi’ drammatiche conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio.puo’ accrescere gli ostacoli per il raggiungimento di una soluzione capace di assicurare pace e prosperita’ in quella regione, cosi’ centrale nella storia dell’umanita’ e cosi’ martoriata. coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si puo’ negare a un altro popolo il diritto a uno stato. ci ostiniamo a rimanere fiduciosi nel futuro dell’umanita’. nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini. i giusti, con il loro coraggio, con la loro speranza e il loro sacrificio ci indicano la direzione e ci esortano ad agire, con determinazione e a tutti i livelli, contro i predicatori di odio e contro i portatori di morte. i giusti italiani sono tra le radici migliori della nostra repubblica. per questo li celebriamo e li onoriamo, tutti insieme, come popolo italiano e come comunita’, oggi, nel giorno della memoria”.