CIA TOSCANA, A FIRENZE ASSEMBLEA REGIONALE CON GIANI, LA PIETRA, SACCARDI, BERNI, FINI

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“costi di produzioni alle stelle, costi della produzione primaria fuori controllo; danni da selvatici e ungulati, crisi di mercato, aree interne abbandonate, emergenza idrica. abbiamo visto scomparire l’agricoltura di montagna e lo spopolamento delle aree interne. subiamo da sempre una marginalita’ minore rispetto ai nostri competitor della filiera agroalimentare; crisi di mercato, inflazione e speculazione. abbiamo bisogno di un piano strategico nazionale che vada su proposte mirate rivolte ad una attenzione del ruolo dell’agricoltore all’interno della filiera, del bisogno di avere acqua per usi agricoli e civili, che incida sulla promozione e aiuti le aziende ad entrare nei mercati, a gestire la selvaggina, un piano che con concretezza vada a gestire i fondi a disposizione”. a sottolinearlo e’ valentino BERNI, presidente cia agricoltori italiani della toscana in apertura dell’assemblea regionale dal titolo ‘salvaguardare l’agricoltura per salvare il futuro’ che si e’ svolta oggi a firenze. lo rende noto un comunicato stampa di cia toscana che cosi’ prosegue: “la regione negli ultimi 10 anni (censimento istat 2020) ha perso oltre 20mila aziende agricole (passando da 72.686 a 52.146, pari a -28,3%); ha perso 640.111 ettari di sau (superficie agricola utilizzata) pari al -15,1%e 187mila di superficie agricola totale (sat), mentre la superficie boscata e’ passata al 33,6% rispetto alla sau (toscana al terzo posto dietro al trentino e liguria). le societa’ di persona sono il 7,9% e gestiscono il 22,2% della superficie agricole; le societa’ di capitali sono il 2,7% e gestiscono il 11,9% della sau”. “sulle filiere agroalimentare – ha detto BERNI – bisogna implementare l’aggregazione di filiere aiutandole nella crescita con investimenti mirati riqualificanti anche e soprattutto partendo da piccoli investimenti atti ad inserire le piccole aziende in questo tipo di percorso e migliorare l’assetto organizzativo. inoltre, le continue limitazioni ue nell’utilizzo degli agrofarmaci, mettono fuori competizione i nostri agricoltori rispetto a quelli extra ue”. “i prezzi di alcuni prodotti simbolo del made in italy agroalimentare – prosegue il comunicato – di fronte alla fiammata del ‘carrello della spesa alimentare’, hanno visto i listini crollare. in un anno prodotti agricoli, cibi e bevande sono aumentati sullo scaffale dell’11%. nello stesso periodo anche il prezzo della pasta di semola di grano duro e’ cresciuto al consumo dell’11%. e mentre si verificava cio’, il prezzo del grano duro made in italy e’ crollato del 40%. una situazione paradossale che impone un cambio di passo da parte delle istituzioni per tutelare gli agricoltori e il loro reddito lungo la filiera. i margini per il raggiungimento dell”obiettivo ci sono. dal campo alla tavola i prezzi crescono in media a tre cifre. per fare qualche esempio: prendendo a riferimento il periodo agosto-settembre 2023: per un kg di pomodori 1,13 euro all’agricoltore e 3,73 euro il prezzo finale al consumatore, aumento del +230%. aumento del 246% anche per il latte: all’allevatore vanno 0,52 euro mentre il consumatore per comprare quel latte spende 1,80 euro”. sulla carenza di risorsa idrica il presidente della cia toscana ha sottolineato: “dobbiamo avere acqua a disposizione ad un prezzo adeguato per garantire la competitivita’ delle nostre aziende; dobbiamo fare le grandi opere che servono anche per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici tra bombe d’acqua a periodi di siccita’”. per quanto riguarda l’emergenza ungulati e selvatici, BERNI ha affermato: “il problema va affrontato subito e risolto, devono essere utilizzati i mezzi appropriati a risolvere questa situazione non piu’ sostenibile, non vogliamo proclami ma azioni mirate e dirette, controllo analisi rapida e successive soluzioni se non sono appropriate le precedenti. la gestione della caccia e’ un problema serio che riguarda tutte le aziende e ne mina la redditivita’, gli animali devono essere riportati sotto la soglia di incidenza del danno strutturale che hanno creato e stanno creando alle aziende. il lupo e’ diventato ormai da tanti anni un problema serio, non si e’ fatto nulla su questo problema per arginare la situazione, non e’ piu’ procrastinabile la messa in atto di misure volte a ridurre la presenza di predatori nei nostri territori ne va della presenza dei nostri allevatori e dell’incolumita’ delle persone che vivono le aree rurali; non prendiamo neppure posizione sui canidi”. sul consumo di suolo, ha detto BERNI: “dobbiamo fare una legge che blocchi il continuo consumo: non possiamo rimandare una legge che vada a fermare il consumo di suolo, che blocchi le speculazioni ideate dall’agri-fotovoltaico e dall’incapacita’ di recuperare le aree urbane e industriali”. sulle aree interne: “serve una legge che incentivi il presidio del territorio soprattutto di quelle aree marginali che hanno bisogno della presenza dell’uomo per mantenere un equilibrio delicato”. per quanto riguarda la promozione, ha aggiunto BERNI: “per rendere una piccola azienda redditizia dobbiamo guidarla e accompagnarla fino alla vendita dei propri prodotti e la difficolta’ inizia proprio in quel momento. ma una concorrenza forte e spietata da anni e’ presente nel mercato e non lascia scampo: lo stato e la regione devono incentivare con iniziative di filiera corta comunita’ del cibo a creare sostenibilita’ per i piccoli agricoltori”. sulla gestione dei fondi comunitari: “la strada e’ semplice e chiara, mi sembra gia’ tracciata: i fondi di sviluppo servono per sviluppare le aziende e visto che le aziende sono per il 90% medio piccole dobbiamo indirizzare gli investimenti per far sviluppare le aziende e non per creare sussistenza che porta l’azienda a un inesorabile declino. abbiamo bisogno di una classe dirigente politica che si assuma le proprie responsabilita’ che dialoghi con i cittadini e si confronti con le parti sociali e che entri nel merito delle problematiche”. e’ intervenuto il presidente della regione toscana, eugenio GIANI: “un momento importante anche perche’ abbiamo la partita dei fondi europei dove la regione toscana ha sull’agricoltura piu’ di 1 miliardo di euro di disponibilita’ nell’arco dei sei anni che si indirizzano rispetto a quelli che sono gli investimenti e i supporti ad una attivita’ sempre importante. attraverso l’agricoltura c’e’ la possibilita’ di vedere una prospettiva di forte sviluppo. e’ evidente che dobbiamo esservi vicino nelle condizioni di lavorare e operare e conseguentemente, l’incontro di oggi ha una finalita’ propositiva di grande significato. tante le questioni, ma posso assicurarvi una sensibilita’ e un interesse ed una testimonianza di ringraziamento nei confronti della cia perche’ questa e’ una organizzazione forte, seria, che sa rappresentare i propri associati, ma sa anche intervenire e interloquire costruttivamente con le istituzioni proprio a beneficio delle attivita’ di chi a questa associazione e’ legato”. tavola rotonda moderata dal direttore cia toscana, giordano PASCUCCI, con la partecipazione del sottosegretario ministero agricoltura e sovranita’ alimentare, patrizio giacomo LA PIETRA (fdi); la vicepresidente della regione toscana stefania SACCARDI e il presidente cia agricoltori italiani cristiano FINI. “oggi siamo in grave difficolta’ – ha detto la vicepresidente e assessora all’agricoltura stefania SACCARDI -, perche’ intanto dobbiamo passare attraverso una programmazione nazionale, andare in europa senza a volte la conoscenza delle singole regioni. sono convinta di trovare ascolto nel governo sotto questo profilo, pero’ certamente e’ un meccanismo che non ci aiuta nei cambiamenti e neanche nei cambiamenti climatici”. nonostante le alluvioni in toscana dello scorso novembre, l’emergenza idrica deve essere risolta: “non abbiamo intenzione di tornare indietro sul fronte emergenza siccita’, riprendendo il tavolo che avevamo aperto con le organizzazioni di categoria: stiamo cercando di diminuire la burocrazia per accelerare la realizzazione di invasi”, ha aggiunto SACCARDI. “abbiamo poco reddito e tanta emergenza – ha sottolineato il presidente cia cristiano FINI -. siamo andati in piazza il 26 di ottobre per manifestare il nostro disagio che si sta vivendo nelle campagne, per denunciare quelle che sono le emergenze e portare delle proposte. credo che questo governo abbia messo in campo tanta determinazione e noi abbiamo cercato di fare squadra: il tema e’ che abbiamo bisogno di avere piu’ concretezza rispetto alle buone intenzione. il piano strategico nazionale puo’ essere davvero quel piano in grado di dare sviluppo e prospettiva all’agricoltura, fatto di azioni concrete e che non lasci ad esempio le regioni da sole sul consumo di suolo, cosi’ come l’emergenza della fauna selvatica. a dispetto di tutte le fake news – ha detto FINI – gli agricoltori non inquinano, rispettano da anni gli impegni ambientali anche mettendo a rischio i loro profitti; producono energie alternative e non sprecano acqua, ma la usano per produrre cibo di qualita’. senza agricoltura, il made in italy non puo’ esistere e la sicurezza alimentare non ha garanzie; non c’e’ presidio del territorio e custodia del paesaggio, anche contro il dissesto idrogeologico; le aree interne si spopolano ed economia e societa’ non sopravvivono. abbiamo, dunque, buoni motivi per reclamare piu’ attenzione per le nostre aziende agricole. deve rimetterle al centro l’italia cosi’ come l’europa, che dovrebbe stare dalla nostra parte, invece di continuare a imporre norme e regolamenti dall’alto”.