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“in un’estate caratterizzata dall’estremizzazione degli eventi atmosferici, assume significativa rilevanza il rinnovo del protocollo d’intesa fra il dipartimento della protezione civile ed anbi (associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue), finalizzato alla valutazione ed allo scambio di conoscenze, dati, informazioni su criteri, indicazioni, elementi tecnici, utili alle attivita’ di presidio territoriale idraulico, nonche’ di valutazione degli scenari di rischio e di sua mitigazione nel tempo. l’intesa assicura la piena integrazione dei consorzi di bonifica nel servizio nazionale della protezione civile per il raggiungimento di obbiettivi di comune interesse nel campo della previsione, prevenzione e gestione dell’emergenza con particolare riferimento ad eventi idrogeologici e idraulici”, rende noto un comunicato stampa dell’anbi. “per quanto riguarda la fase di previsione e prevenzione, viene promossa la stipula di accordi di collaborazione tra gli enti territoriali ed i consorzi di bonifica, finalizzati alla condivisione di dati di osservazione su eventi meteoidrologici ed idrogeologici locali. anbi supporta il dipartimento della protezione civile nelle attivita’ di monitoraggio strumentale, implementando l’installazione di sensori negli impianti degli enti consortili. i consorzi di bonifica sono inoltre coinvolti nelle attivita’ di prevenzione strutturale attuate dalle regioni, nonche’ nelle attivita’ di raccordo tra le misure non strutturali, programmate dagli enti consorziali nei territori di loro competenza e la pianificazione della protezione civile comunale e di area vasta. nell’ambito delle misure di riduzione del rischio, anbi proseguira’ l’impegno a favorire interventi per l’infiltrazione delle acque piovane nelle falde freatiche, la riduzione dei fenomeni erosivi, nonche’ la mitigazione del deflusso idrico superficiale; anbi si impegna anche a sostenere l’estensione di misure volte alla laminazione delle piene mediante la regolazione dei deflussi dagli invasi gestiti dai consorzi di bonifica. per quanto riguarda la gestione delle emergenze e le connesse attivita’ di valutazione del rischio, anbi supporta il dipartimento della protezione civile nella raccolta delle informazioni sugli effetti indotti al reticolo idrografico ed alle infrastrutture irrigue anche con l’ausilio di specialisti; il dipartimento della protezione civile mette altresi’ a disposizione le informazioni sugli eventi emergenziali previsti o in atto”, precisa il comunicato. “accogliamo con grande soddisfazione il rinnovo del protocollo d’intesa con il dipartimento della protezione civile. l’intesa ha fin qui consentito di ottenere significativi risultati attraverso reciproca fiducia, trasparenza ed impegno per il bene comune; cio’ e’ condizione indispensabile per intraprendere le nuove sfide, che i cambiamenti climatici pongono. a tal proposito auspichiamo che il governo, accanto al taglio del cuneo fiscale ed agli interventi per favorire la natalita’, ponga la salvaguardia idrogeologica fra gli obbiettivi prioritari per il paese, anche considerato che, solo da maggio ad oggi, sono quasi 35 i miliardi destinati a territori colpiti da eventi estremi”, sottolinea francesco VINCENZI, presidente di anbi. “di fronte a complesse scelte di bilancio nazionale, ci corre l’obbligo di ricordare che intervenire preventivamente costa 5 volte meno che riparare i danni, senza considerare il tributo in vite umane, nonche’ le profonde conseguenze sul futuro delle comunita’ e per lo sviluppo economico locale sono centinaia i progetti cantierabili, che i consorzi di bonifica mettono a disposizione del paese nei piani per invasi multifunzionali e per l’efficientamento della rete idraulica, capaci di aumentare la sicurezza dei territori, garantendo migliaia di posti di lavoro”, aggiunge massimo GARGANO, direttore generale di anbi. “a corollario di cio’ c’e’ una scelta di fondo a costo zero: l’approvazione della legge contro l’indiscriminato consumo di suolo in un paese, che vede abbandonati o cementificati circa 19 ettari al giorno, aumentando i rischi per il territorio. non basta la meritoria azione della protezione civile: serve piu’ prevenzione civile e questa e’ una scelta, che spetta alla politica”, conclude VINCENZI.