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la campagna africana non collima piu’ con l’immagine romantica di contadini autosufficienti, scrive “the economist” in un articolo intitolato “nuovi pascoli”. la maggior parte degli africani rurali coltiva ancora la propria terra come principale fonte di reddito, ma dedica solo una frazione del suo orario di lavoro alla coltivazione. la maggior parte del tempo rimanente viene impiegata in attivita’ informali per guadagnare denaro extra. il commercio in crescita crea opportunita’, con grossisti e camionisti che collegano le fattorie ai mercati urbani. tuttavia, l’accelerazione del commercio sta anche creando distinzioni di classe, poiche’ coloro che possiedono terra e capitale assumono il lavoro di altri. le donne e i migranti affrontano sfide particolari nel trovare lavoro. molti lavoratori stanno improvvisando nuovi mezzi di sussistenza attraverso agricoltura su piccola scala, lavoro temporaneo e impresa informale. l’idea del contadino di sussistenza isolato dai mercati e’ ormai un mito. i sondaggi sulle famiglie rurali nell’africa meridionale e orientale rilevano che acquistano piu’ del 40% del loro cibo, piuttosto che coltivarlo da soli. il presidente dell’uganda yoweri MUSEVENI visita la campagna esortando gli abitanti dei villaggi a “unirsi all’economia monetaria”. sta sprecando il fiato. l’economia monetaria sta arrivando, che lo vogliano o no, conclude “the economist”.