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si e’ svolto a roma il seminario di “rural social act”, il progetto di promozione dell’agricoltura sociale per contrastare caporalato e agromafie con cia-agricoltori italiani capofila e 30 partner tra associazioni e coop, informa un comunicato cia. dai lavori e’ emerso che le cooperative “senza terra” che offrono servizi al lavoro agricolo possono essere una delle soluzioni piu’ giuste sia per rispondere alla maggiore richiesta di manodopera da parte delle aziende, sia per arginare nettamente il fenomeno del caporalato sui campi. cio’ a patto, pero’, che siano meglio regolamentate a livello normativo, per bloccare la proliferazione delle false cooperative, le cosiddette spurie, che usano questa forma societaria in modo strumentale, senza rispettarne le finalita’ mutualistiche. per il presidente nazionale di cia, cristiano FINI, ospite d’onore del seminario, oltre al decreto flussi “abbiamo bisogno di altri strumenti, semplificati e sburocratizzati, anche per togliere terreno al caporalato” e una possibile risposta puo’ essere “costruire un impianto legislativo sui contratti di appalto con le cooperative”. da parte sua, il direttore di confcooperative-fedagripesca domenico SCIANCALEPORE ha affermato che “va bene la premialita’ legata all’iscrizione alla rete del lavoro agricolo di qualita’”, ma “occorrono piu’ protocolli e strumenti normativi che garantiscano una sana cogestione d’impresa, basata su co-datorialita’ e contratti di rete”.