ARAER, AMPIA PARTECIPAZIONE ALLEVATORI ALTA VALMARECCHIA A INCONTRO SULLA PAC

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“oltre 50 allevatori dell’alta valmarecchia, in romagna, hanno partecipato all’incontro organizzato da araer (associazione regionale allevatori emilia romagna) l’8 maggio scorso a novafeltria (rn) per illustrare l’impegno dell’associazione a supporto degli allevatori di bovini da carne del territorio in relazione all’ecoschema 1 – livelli 1 e 2 – previsto dalla nuova pac”. lo rende noto un comunicato di araer. “siamo molto soddisfatti di aver registrato una partecipazione cosi’ ampia che testimonia non solo l’importanza di iniziative come queste, ma soprattutto il grande bisogno degli allevatori di poter fruire di una informazione chiara, in cui araer puo’ ricoprire il ruolo di indispensabile supporto tecnico per agevolarli nell’adozione di quanto prevede la nuova programmazione agricola comunitaria, esigenza resa ancor piu’ cogente da una realta’ territoriale che vogliamo valorizzare e non far sentire seconda a nessuno”, spiega il direttore di araer, claudio BOVO, che aggiunge: “supporto e consulenza infatti rappresentano gli ambiti di competenza di araer, che in nessun modo intende o vuole intervenire nella gestione diretta delle aziende”. “classyfarm, il sistema integrato finalizzato alla categorizzazione dell’allevamento in base al rischio, e’ il fulcro dell’ecoschema 1 che si esplicita in una gestione piu’ razionale del farmaco, quindi lotta all’antibioticoresistenza, e nel miglioramento del benessere animale”, spiega il comunicato, che prosegue: “margherita RAMBALDI, medico veterinario e collaboratrice di araer, ha illustrato alla platea presente all’incontro come si traducono i livelli 1 e 2 dell’ecoschema 1 e come occorre operare per ottenere i premi previsti dalla nuova pac, ai quali si puo’ accedere comunque solamente dopo aver aderito al sistema classyfarm”. “stiamo perfezionando la convenzione con una quarantina di veterinari che, dopo aver seguito un corso ad hoc, saranno riconosciuti come veterinari valutatori, il cui compito sara’ proprio quello di stabilire se gli allevamenti possono essere inseriti in uno dei due livelli e accedere in questo modo ai premi della nuova pac”, ha spiegato nel suo intervento claudio BOVO. “nell’elenco dei servizi proposti da araer agli allevatori dell’alta valmarecchia a supporto della loro attivita’, rientra anche quella del laboratorio di analisi che attualmente, solo per gli allevamenti di vacche da latte, effettua mediamente ogni anno qualcosa come 1,6 milioni di analisi/anno”, precisa il comunicato. “per il comparto dei bovini da carne il nostro moderno laboratorio di analisi e’ in grado di effettuare i test per la ricerca della paratubercolosi, della neosporosi, della diarrea virale bovina (bvd) e della rinotracheite infettiva (ibr), a cui si aggiunge quello per la diagnosi precoce di gravidanza”, ha detto alessandro RAFFAINI, coordinatore del laboratorio di analisi di araer, nell’informare che “entro la prossima estate poi, grazie all’acquisto di uno strumento molto performante denominato nirs, saremo in grado di effettuare le analisi sulle materie che entrano in allevamento. quindi mangime, unifeed, fieno, farine stabilendo i livelli di grasso, proteine, ceneri, amido, fibre, ndf e adf. ogni singolo risultato verra’ refertato solo ed esclusivamente all’allevatore al quale, in caso di positivita’ o presenza di valori fuori target, spettera’ la decisione di come intervenire”. “l’ampliamento dei servizi che araer sta mettendo a disposizione di tutti gli allevatori evidenzia il grande impegno che l’associazione sta mettendo in campo da una decina d’anni a questa parte”, ha affermato nel suo intervento il presidente maurizio GARLAPPI, che ha proseguito: “impegno che mai come ora deve essere forte e concreto perche’ mai come ora la zootecnia e’ nel mirino di grandi lobby che intendono distruggerla. la regia di questo scenario che noi combatteremo con tutte le armi a nostra disposizione e’ nelle mani di chi custodisce enormi interessi economici. noi pero’ possiamo portare fatti e parlare di numeri: chi dipinge la zootecnia come la causa principale dell’inquinamento globale deve ricredersi perche’ le piu’ autorevoli fonti scientifiche hanno certificato che l’incidenza della zootecnia sull’ambiente non supera il 6%; analogamente, un recente studio condotto nella zona di produzione del parmigiano reggiano ha dimostrato che il bilancio tra emissioni e assorbimento di co2 equivalente dovuto alle superfici coltivate a foraggio e’ favorevole per oltre l’11%”. “al termine dell’incontro, prima del pranzo offerto da araer che ha favorito uno scambio di opinioni tra gli allevatori e i vertici dell’associazione, non e’ mancato il saluto del presidente coldiretti rimini, guido cardelli masini PALAZZI”, aggiunge il comunicato. “durante la pandemia ci era stato chiesto di produrre di piu’ perche’ andava scongiurato il pericolo di vedere gli scaffali dei supermercati vuoti”, ha evidenziato PALAZZI, nel concludere che “gli allevatori hanno prodotto di piu’ e guarda caso i valori di inquinamento si erano quasi azzerati. oggi forse non tutti si ricordano di questo particolare che particolare non e’. ma va ricordato quando qualcuno pensa che la carne sintetica sia la soluzione di tutti i mali dell’ambiente perche’, e i fatti lo dimostrano, cosi’ non e'”.