PESCA : ALLEANZA COOPERATIVE CHIEDE RITIRO PIANO D’AZIONE DEL COMMISSARIO UE SINKEVICIUS

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un comunicato stampa dell’alleanza delle cooperative pesca e acquacoltura rende noto che: “da montpellier, in francia, dove e’ in corso la riunione del medac (consiglio consultivo per il mediterraneo), il mondo della pesca europeo ribadisce la propria netta contrarieta’ rispetto al piano d’azione lanciato dal commissario virginijus SINKEVICIUS e sul quale continua il dibattito in tutta europa. ai lavori del medac, che si tengono nella sede della regione dell’occitania, hanno preso parte rappresentanti della commissione europea (dg-mare e dg-ambiente) che hanno ribadito l’intenzione dell’unione di proibire la pesca a strascico nelle varie aree di natura 2000, nonche’ in quelle di nuova istituzione. nonostante gli sforzi della commissione ue – sottolinea l’alleanza – per far apparire il piano come una proposta per rafforzare il dialogo ed il confronto con gli stakeholder, non ci sono al momento le condizioni perche’ cio’ possa avvenire, almeno fino a quando bruxelles non avra’ emendato quanto scritto lo scorso mese. dopo anni di attenta gestione della pesca , secondo criteri e condizioni definiti in ambito europeo ed internazionale all’insegna della tutela degli stock e della biodiversita’, e’ disarmante sapere che per l’unione europea il cammino per la pesca sembra essere appena all’inizio. per questi nuovi obiettivi bruxelles ipotizza un possibile phasing-out di tutti gli strumenti di cattura mobili di fondo entro il 2030 dalle aree marine protette, corrispondenti a tutte le aree natura 2000 (direttiva habitat) che pero’ dovrebbero essere ulteriormente estese. gli indirizzi forniti dalla commissione europea con il pacchetto di misure presentato lo scorso 21 febbraio, con lo scopo di migliorare la sostenibilita’ e la resilienza del settore della pesca e dell’acquacoltura nella ue, hanno fatto registrare da subito la forte opposizione del settore europeo della pesca . pensiamo che in italia – sottolinea l’alleanza – gia’ circa il 68% delle aree sono precluse allo strascico, considerando anche i poligoni e le zone con strutture fisse, condotte e cavi; una superficie molto estesa gia’ interdetta quindi alla pesca e per cio’ sottoposta a protezione. senza considerare che e’ in vigore anche il divieto di pesca a strascico oltre i 1000 metri di profondita’. tali ulteriori limitazioni potrebbero mettere la parola fine ad un sistema che oggi rappresenta circa il 50% del fatturato totale del settore ittico. tutto questo senza contare il numero di imbarcazioni interessate ed il conseguente indotto. in europa le 7.000 imbarcazioni che usano il metodo a strascico rappresentano il 25% della produzione ittica”.