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“e’ importante l’impegno del governo sulla semplificazione anche per accelerare la realizzazione delle infrastrutture di cui il paese ha bisogno in una situazione in cui viene intercettata e raccolta solo l’11% della acqua piovana”, ha affermato in un comunicato il presidente della coldiretti ettore PRANDINI in riferimento alle conclusioni del tavolo interministeriale sulla crisi idrica. “finalmente e’ stato affrontato il tema dell’acqua non solo come emergenza ma anche per consentire la programmazione necessaria per gestire una risorsa essenziale per l’intera collettivita’ attraverso una cabina di regia tra tutte le istituzioni interessate a livello nazionale e territoriale. gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua e’ essenziale per mantenere in vita sistemi civili industriali e agricoli senza i quali e’ a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitivita’ dell’intero settore alimentare. con l’italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana abbiamo elaborato con anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando e’ necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”, ha aggiunto PRANDINI. “sono circa 300mila imprese agricole che si trovano nelle aree piu’ colpite dall’emergenza siccita’ che si estende anche alle aree urbane per effetto della diminuzione del 30% di precipitazioni nell’ultimo anno, con la percentuale che sale al 40% per il nord italia”, spiega il comunicato della coldiretti. “ad essere assediate dalla siccita’ sono soprattutto le aree del centro nord con la situazione piu’ drammatica che si registra nel bacino della pianura padana dove nasce quasi un terzo dell’agroalimentare italiano e la meta’ dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. sono a rischio l’ambiente, l’economia, l’occupazione e la stessa sovranita’ alimentare in una situazione gia’ difficile per gli effetti della guerra in ucraina. dalla disponibilita’ idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come parmigiano reggiano e grana padano e per i salumi piu’ prestigiosi come il prosciutto di parma o il culatello di zibello. senza parlare del riso, le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni. in una situazione in cui lo scorso anno sono caduti circa 50 miliardi di metri cubi di acqua in meno lungo la penisola, il fiume po e’ a secco e al ponte della becca (pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della coldiretti. lo stato di magra del piu’ grande fiume italiano e’ rappresentativo delle difficolta’ in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 36% del lago di garda al 39% di quello maggiore fino al 19% di quello di como ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino e appenninico”, conclude coldiretti.